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Calamaro
03-01-15

Calamaro

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CALAMARO
 

Mollusco carnivoro marino incluso nella classe dei cefalopodi, a cui appartengono anche il nautilo, la seppia e il polpo. Esistono numerose specie di calamari, adattate a profondità marine diverse, e differenti soprattutto per dimensioni: Loligo vulgaris, diffuso anche nel mar Mediterraneo, è lungo dai 30 ai 45 cm; il calamaro gigante, Architeuthis princeps, può raggiungere i 18 m di lunghezza e le 2 t di peso, ed è il più grande invertebrato vivente; abita le acque dell'oceano Atlantico, a profondità comprese fra i 300 e i 600 m e viene predato dai capodogli.

Rudie H. Kuiter/Oxford Scientific Films

Calamaro dell'Atlantico

In quanto molluschi cefalopodi, i calamari sono imparentati con polpi, seppie e nautili. Generalmente sono pelagici, ossia vivono nelle acque aperte piuttosto che sui fondali, e nuotano in branchi. In situazioni di emergenza possono muoversi repentinamente per mezzo di un sistema a reazione, forzando l'acqua attraverso un apposito sifone costituito da una cavità del mantello.

CARATTERISTICHE FISICHE

Il corpo del calamaro è lungo e affusolato. Intorno alla bocca reca 10 braccia munite di ventose, due delle quali, dette tentacoli, sono più lunghe e presentano ventose solo alle estremità. I tentacoli sono utilizzati per colpire la preda che, una volta afferrata, viene passata alle braccia e portata alla bocca. Quest'ultima è dotata di due forti mandibole di forma simile a quella del becco di un pappagallo. La regione cefalica è distinta e voluminosa e il cervello è relativamente ben sviluppato. La conchiglia, un carattere comune a quasi tutti i molluschi, nel calamaro è ridotta a una piastra sottile, detta gladio, inclusa nello spessore del mantello. Con una conchiglia più pesante e voluminosa, infatti, il calamaro sarebbe impacciato nel nuoto; invece questo mollusco nuota in modo molto efficiente, con un sistema di propulsione basato sulla rapida espulsione dell'acqua attraverso un imbuto, detto sifone, situato nella cavità corporea. Questo può essere spostato in diverse direzioni, permettendo l'orientazione del movimento. Un paio di pinne ai lati del corpo contribuiscono alla stabilizzazione in acqua. Nella cavità del mantello si trova la ghiandola del nero, tipica di tutti i cefalopodi dibranchiati, che secerne la sostanza scura utilizzata per disorientare i predatori in caso di pericolo. Nelle specie abissali, classificate nel genere Heteroteuthis, l'inchiostro è spesso composto da materiale bioluminescente.

RIPRODUZIONE E SVILUPPO

Nel calamaro i sessi sono separati. Nel maschio uno dei bracci più brevi è modificato in una struttura riproduttiva utilizzata per inserire nell'ovidutto della femmina (o, in certi casi, in una vescica localizzata sotto la bocca) una spermatofora contenente gli spermatozoi. La spermatofora, già aperta dal maschio, libera gli spermatozoi non appena vengono prodotte le uova. Queste, una volta fecondate, vengono assicurate dalla femmina alle alghe o al fondale, tramite un filamento viscoso. Le uova dei calamari abissali invece vengono liberate in acqua senza essere ancorate ad alcun substrato. Lo sviluppo, diretto, non presenta stadi larvali. 

Classificazione scientifica: Il calamaro appartiene all'ordine dei decapodi, incluso nella sottoclasse dei dibranchiati, della classe dei cefalopodi. Altri sistemi di classificazione considerano il gruppo dei decapodi un superordine, comprendente l'ordine dei teutoidei, a cui appartiene il calamaro, e quello dei sepioidei, a cui appartiene la seppia.