La stampa specializzata di settore
professionale subacqueo è dedicata indubbiamente a una
minoranza numerica rispetto a diversi altri settori delle
attività umane sulla terra, sull’acqua o nei cieli.
Aggiuntivamente si tratta di una minoranza numerica
ulteriormente frazionata da barriere nazionali o da diversità
linguistiche e frammentata anche nei diversi settori di
specializzazione (e.g. sommozzatori in servizio locale,
aquacoltori, operatori edili, OTS dell’industria) non
armonizzati o compatibili tra loro. Pur con questi problemi e
questi limiti che non fanno degli appartenenti al settore un
soggetto appetibile o coltivabile dal punto di vista
dell’editoria periodica, gli argomenti relativi a tale settore
sono di estrema importanza e delicatezza in quanto gli
specifici aspetti tecnici, giurisprudenziali, sanitari,
formativi e certificativi non sono reperibili se non tramite
stampa specializzata e dedicata.
Nel mondo anglosassone esistono i
fondamentali e tradizionali “Underwater contractor” (UK),
“UNDERWATER” (USA), periodico ufficiale di ADC international
(Association of Diving Contractors), il più recente “Offshore
Diver” (USA). In Italia non è mai esistita una pubblicazione
periodica di mercato dedicata alle attività subacquee
professionali, ma gli argomenti specifici sono stati ospitati
su altre testate. Cominciò “World OFFSHORE” della Bit Press
(Milano) alla metà degli anni “70, con testi in Italiano e in
Inglese. La rivista era dedicata a tutti i temi della
industria degli idrocarburi, della ricerca scientifica e della
tecnologia della robotica subacquea. Vi venivano ospitati con
regolarità articoli e servizi sulle attività subacquee
professionali iperbariche (i.e. basso e alto fondale,
intervento e saturazione) e normobariche (i.e. sottomarini
tascabili e scafandri rigidi articolati). Purtroppo l’uditorio
estremamente ristretto e l’analogamente ristretto contenuto
pubblicitario non consentirono alla rivista, pur apprezzabile
valida antesignana nel settore specifico, di sopravvivere a un
lustro di vita. Verso la fine degli anni “70 articoli di
livello divulgativo sul professionismo subacqueo vennero
pubblicati in forma di rubrica su “Il Subacqueo”.
Successivamente (anni “80 e anni “90) simili pubblicazioni
divulgative e informative comparvero su “Sub”. Ancora più
sporadicamente, attraverso gli anni, erano stati pubblicati
servizi analogamente divulgativi e monotematici su “Mondo
sommerso”. Nel 2000 comparve “Immersione Rapida – MARE” che
sin dall’inizio si impose per un ridotto contenuto
pubblicitario generico e una notevole porzione di articoli,
servizi e rubriche dedicati agli aspetti professionali delle
attività subacquee in ogni settore di applicazione. Purtroppo
la pur valida pubblicazione scomparve nel 2003 dopo poco più
di un triennio di edizioni bimestrali. Indubbiamente il ruolo
avverso svolto dalla congiuntura di un limitato supporto
pubblicitario e di una ristretta, per quanto lentamente
crescente, platea di interessati condizionò anche in questo
caso la sopravvivenza di un veicolo di informazione dedicato
agli aspetti specialistici. Nel 2006 la comparsa di una
rubrica professionale su “SubAQVA” ha dato inizio ad una
ripresa delle attività editoriali periodiche sull’argomento,
portando a sperare che possano consolidarsi costituendo un
effettivo veicolo di informazione e di formazione per chi
vuole accedere al professionismo subacqueo o già vi si trova
impegnato e cerca fonti di riferimento.
Qualche giorno fa un importante quotidiano nazionale ha
pubblicato una vignetta molto divertente. Un uomo davanti
all’edicola con la copia del quotidiano appena acquistato
brontola per la presenza della pubblicità. L’edicolante
sorridente gli dice: “Abbiamo anche questa edizione senza
pubblicità, costa 15 euro anziché 0,90! La vuole?” Secondo voi
la vuole? Voi la vorreste? Chi non è addetto ai lavori non
suppone neanche che i proventi derivanti dalla vendita non
coprono MAI i costi di stampa. Qualche lettore delle riviste
Subacquee ha brontolato per la presenza della pubblicità, ma
comprereste una copia molto, molto più cara? E’ la pubblicità
che permette alla stampa periodica di sopravvivere ed è la
pubblicità a garantire al lettore l’autorevolezza e
l’equilibrio di una testata. Se una testata raccoglie
pubblicità da aziende concorrenti siete sicuri che non sarà
schierata con nessuna di loro. Se una testata raccoglie molta
pubblicità potrà investire di più nella qualità del materiale
fotografico impiegato, nella qualità degli articoli, nella
verifica, nella cura dei dettagli. Tutto questo è a vantaggio
del lettore, non a svantaggio. Tutto questo è la garanzia
migliore che potete avere sulla qualità della rivista che
avete acquistato. Quando i lettori comprano numerosi una
rivista decretandone il successo obbligano in qualche modo le
aziende ad investire su quella rivista e non su un’altra ed in
questo modo premiano un modello invece di un altro,
influenzando molto più di quello che pensano il mercato. Vi
faccio un esempio legato alla nostra rivista. SubAQVA sta
dando sempre più spazio al settore della subacquea
industriale, maricoltura e professioni nel mare in genere.
Chi si riconosce in questo modello e acquista la rivista
favorisce la raccolta pubblicitaria di SubAQVA ed in questo
modo favorisce la divulgazione di questi argomenti. E’ un
contributo indiretto, ma molto importante. Qualcuno potrà a
questo punto obiettare che le aziende che acquistano pagine
possono cercare di influenzare i contenuti della rivista.
Potrebbero provare, è vero. Potrebbero provare, ma più una
rivista è indipendente, più è in grado di raccogliere
pubblicità, più è forte per questo, più è difficile che
succeda. A questo va aggiunto che viviamo in un mondo dove
tutti hanno compreso questo meccanismo e dove tutti capiscono
che le pressioni hanno spesso un effetto controproducente. A
noi ad esempio non è mai capitato di riceverne. Per chiudere
una considerazione legata allo stretto legame che esiste oggi
tra conoscenze e mercato. Sempre di più, in tutti i settori,
sono le aziende private a fare ricerca e a mettere a punto
nuove tecnologie. Queste tecnologie diventano prodotti
commerciali. Possiamo fare informazione senza occuparcene? No,
possiamo cercare di rimanere equilibrati e di riservare, sul
lungo periodo, a tutte le aziende la stessa attenzione.
Qual è l’importanza per Voi di avere una
rivista che si occupi
specificatamente di subacquea e in particolare del settore
industriale?
Secondo i comunicatori il vero elemento
distintivo della rivista periodica, rispetto ai mezzi
d’informazione quotidiana, è la profonda aderenza dei
contenuti agli obiettivi dei lettori.
SubAQVA deve essere per Voi un medium da
utilizzare e con cui interagire; gli scopi sono plurimi:
Dare al pubblico che non conosce il vostro
ambiente, un informazione corretta e seria, ma allo stesso
tempo chiara e di facile comprensione.
Sensibilizzare i giovani ad entrare attraverso
le scuole come Hydrocat e Cedifop nel mondo dell’industria e
acquicoltura. Far conoscere l’apertura di bandi e corsi.
Informare gli operatori sulle novità prodotte
dalle aziende, sulle nuove normative, possibilità di lavoro e
notizie di cronaca in genere.
Perchè SubAQVA sia sempre migliore siete Voi a
dover interagire con la redazione inviando notizie, fatti di
cronaca, iniziative, ricerche e informazioni.
Vi sono alcune regole d’oro che vanno seguite
per rendere più semplice il nostro lavoro ed aiutarci a farlo
nel modo migliore.
Non è facile comunicare efficacemente la
scienza e la tecnologia. In fondo, si tratta un mestiere a se.
D'altra parte, nessuno chiederà mai ad uno di Voi di
trasformarsi in Piero Angela o in Alessandro Cecchi Paone. Ma
per inviare correttamente notizie o articoli dovrete
raccontare il vostro lavoro ai media come noi o al pubblico.
Ecco una prima lista di consigli per evitare gli errori più
comuni.
LE REGOLE D'ORO
1. Identifica uno (massimo due) messaggi-chiave
che vuoi fare arrivare.
Lo so, vorreste trasmettere a tutti le tante
implicazioni del vostro lavoro o ricerca, e quasi sempre gli
aspetti da approfondire sono tanti. Ma devi concentrarti sul
messaggio che ti interessa di più, e che può interessare di
più il nostro "pubblico"
2. Chiediti se la tua storia ha un taglio
interessante per qualcuno.
Sembra una domanda inutile, quasi offensiva. E'
il tuo lavoro, quello che ti appassiona, quello per cui hai
lasciato casa/moglie/marito/gatto al loro destino. Certo che è
interessante. Ma lo è anche per chi ti legge? Anche se non
stai scoprendo un nuovo giacimento petrolifero o i viaggi nel
tempo, il tuo lavoro ha probabilmente qualche aspetto o
prospettiva interessante anche per chi non lavora nel tuo
campo. Cercala, non te ne pentirai.
3. Segui la regola d'oro del giornalismo: le
informazioni essenziali prima, i dettagli di seguito (regola
della piramide invertita).
Se devi realizzare un articolo scientifico:
introduzione, materiali e metodi, risultati, conclusione. Se
devi dare una notizia, devi fare tutto il contrario.
4. Utilizza le metafore e le analogie con la
vita di tutti i giorni, ma non abusarne.
5. Identifica la tua audience e mettiti allo
stesso livello..
6. Elimina tutti i dati superflui
Mostrare i dati è un deformazione tipica
dell’esperto entusiasta del suo settore. I tuoi lettori
vogliono vedere i dati (giustamente). Il pubblico si fida di
te: lascia stare i dettagli sperimentali e concentrati sui
risultati.
7. Tieni conto dello spazio e del tempo a
disposizione
Per quanto Einstein potrebbe avere da ridire,
un'intervista di tre minuti dura tre minuti. Un seminario di
un'ora deve durare un'ora, un pezzo che deve stare su mille
battute non si allunga per miracolo. Se il giornale va in
stampa domani, non fermeremo le rotative per te. Informati sui
limiti di tempo e di spazio e rispettali.
8. Spiega mostrando, e non mostrare senza
spiegare
Una bella immagine vale più di mille parole,
non si pubblica nulla (in linea di massima) senza immagini,
sono la base. Ma non è vero che parla da sola. Fai vedere
quello che racconti, ma ricordati anche di spiegare quello che
fai vedere. Sembra lapalissiano, ma se tutti lo facessero non
starei a raccomandarlo.
9. Non banalizzare troppo
Sembra strano, ma è così. Nella foga di
semplificare i concetti, si rischia di banalizzarli. Se hai
identificato un messaggio, semplifica ma fallo passare.
10. Comportati da fonte autorevole e affidabile
Non tirare troppo l'acqua al tuo mulino, sii
obbiettivo e dai credito ai tuoi colleghi. Se ci sono altre
opinioni valide oltre alla tua, parlane. Se non sei l'unico ad
avere pubblicato un particolare argomento, non fare credere il
contrario. Non cedere alla tentazione di fare il tuttologo ,
ma non tirarti indietro a priori. Ricorda che se vieni
sollecitato a commentare su argomenti di cui non sei esperto,
spesso puoi portare comunque il tuo contributo critico.
La nostra rivista desidera che questo incontro
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