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24-06-15

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Interventi

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Eliana MINI

SubAQVA (La Rivista dei Subacquei) – (Milano)

La funzione della stampa specializzata nella informazione e nella formazione subacquea sportiva e professionale.

         La stampa specializzata di settore professionale subacqueo è dedicata indubbiamente a una minoranza numerica rispetto a diversi altri settori delle attività umane sulla terra, sull’acqua o nei cieli. Aggiuntivamente si tratta di una minoranza numerica ulteriormente frazionata da barriere nazionali o da diversità linguistiche e frammentata anche nei diversi settori di specializzazione (e.g.  sommozzatori in servizio locale, aquacoltori, operatori edili, OTS dell’industria) non armonizzati o compatibili tra loro. Pur con questi problemi e questi limiti che non fanno degli appartenenti al settore un soggetto appetibile o coltivabile dal punto di vista dell’editoria periodica, gli argomenti relativi a tale settore sono di estrema importanza e delicatezza in quanto gli specifici aspetti tecnici, giurisprudenziali, sanitari, formativi e certificativi non sono reperibili se non tramite stampa specializzata e dedicata.

        Nel mondo anglosassone esistono i fondamentali e tradizionali “Underwater contractor” (UK), “UNDERWATER” (USA), periodico ufficiale di ADC international (Association of Diving Contractors), il più recente “Offshore Diver” (USA).  In Italia non è mai esistita una pubblicazione periodica di mercato dedicata alle attività subacquee professionali, ma gli argomenti specifici sono stati ospitati su altre testate. Cominciò “World OFFSHORE” della Bit Press (Milano) alla metà degli anni “70, con testi in Italiano e in Inglese.  La rivista era dedicata a tutti i temi della industria degli idrocarburi, della ricerca scientifica e della tecnologia della robotica subacquea. Vi venivano ospitati con regolarità articoli e servizi sulle attività subacquee professionali iperbariche (i.e. basso e alto fondale, intervento e saturazione) e normobariche (i.e. sottomarini tascabili e scafandri rigidi articolati). Purtroppo l’uditorio estremamente ristretto e l’analogamente ristretto contenuto pubblicitario non consentirono alla rivista, pur apprezzabile valida antesignana nel settore specifico, di sopravvivere a un lustro di vita. Verso la fine degli anni “70 articoli di livello divulgativo sul professionismo subacqueo vennero pubblicati in forma di rubrica su “Il Subacqueo”.  Successivamente (anni “80 e anni “90) simili pubblicazioni divulgative e informative comparvero su “Sub”. Ancora più sporadicamente, attraverso gli anni, erano stati pubblicati servizi analogamente divulgativi e monotematici su “Mondo sommerso”.  Nel 2000 comparve “Immersione Rapida – MARE” che sin dall’inizio si impose per un ridotto contenuto pubblicitario generico e una notevole porzione di articoli, servizi e rubriche dedicati agli aspetti professionali delle attività subacquee in ogni settore di applicazione. Purtroppo la pur valida pubblicazione scomparve nel 2003 dopo poco più di un triennio di edizioni bimestrali.  Indubbiamente il ruolo avverso svolto dalla congiuntura di un limitato supporto pubblicitario e di una ristretta, per quanto lentamente crescente, platea di interessati condizionò anche in questo caso la sopravvivenza di un veicolo di informazione dedicato agli aspetti specialistici. Nel 2006 la comparsa di una rubrica professionale su “SubAQVA” ha dato inizio ad una ripresa delle attività editoriali periodiche sull’argomento, portando a sperare che possano consolidarsi costituendo un effettivo veicolo di informazione e di formazione per chi vuole accedere al professionismo subacqueo o già vi si trova impegnato e cerca fonti di riferimento.         

          Qualche giorno fa un importante quotidiano nazionale ha pubblicato una vignetta molto divertente. Un uomo davanti all’edicola con la copia del quotidiano appena acquistato brontola per la presenza della pubblicità. L’edicolante sorridente gli dice: “Abbiamo anche questa edizione senza pubblicità, costa 15 euro anziché 0,90! La vuole?” Secondo voi la vuole? Voi la vorreste? Chi non è addetto ai lavori non suppone neanche che i proventi derivanti dalla vendita non coprono MAI i costi di stampa. Qualche lettore delle riviste Subacquee ha brontolato per la presenza della pubblicità, ma comprereste una copia molto, molto più cara? E’ la pubblicità che permette alla stampa periodica di sopravvivere ed è la pubblicità a garantire al lettore l’autorevolezza e l’equilibrio di una testata. Se una testata raccoglie pubblicità da aziende concorrenti siete sicuri che non sarà schierata con nessuna di loro. Se una testata raccoglie molta pubblicità potrà investire di più nella qualità del materiale fotografico impiegato, nella qualità degli articoli, nella verifica, nella cura dei dettagli. Tutto questo è a vantaggio del lettore, non a svantaggio. Tutto questo è la garanzia migliore che potete avere sulla qualità della rivista che avete acquistato. Quando i lettori comprano numerosi una rivista decretandone il successo obbligano in qualche modo le aziende ad investire su quella rivista e non su un’altra ed in questo modo premiano un modello invece di un altro, influenzando molto più di quello che pensano il mercato. Vi faccio un esempio legato alla nostra rivista. SubAQVA sta dando sempre più spazio al settore della subacquea industriale, maricoltura  e professioni nel mare in genere. Chi si riconosce in questo modello e acquista la rivista favorisce la raccolta pubblicitaria di SubAQVA ed in questo modo favorisce la divulgazione di questi argomenti. E’ un contributo indiretto, ma molto importante. Qualcuno potrà a questo punto obiettare che le aziende che acquistano pagine possono cercare di influenzare i contenuti della rivista. Potrebbero provare, è vero. Potrebbero provare, ma più una rivista è indipendente, più è in grado di raccogliere pubblicità, più è forte per questo, più è difficile che succeda. A questo va aggiunto che viviamo in un mondo dove tutti hanno compreso questo meccanismo e dove tutti capiscono che le pressioni hanno spesso un effetto controproducente. A noi ad esempio non è mai capitato di riceverne. Per chiudere una considerazione legata allo stretto legame che esiste oggi tra conoscenze e mercato. Sempre di più, in tutti i settori, sono le aziende private a fare ricerca e a mettere a punto nuove tecnologie. Queste tecnologie diventano prodotti commerciali. Possiamo fare informazione senza occuparcene? No, possiamo cercare di rimanere equilibrati e di riservare, sul lungo periodo, a tutte le aziende la stessa attenzione.

Qual è l’importanza per Voi di avere una rivista che si occupi                                 specificatamente di subacquea e in particolare del settore industriale?

Secondo i comunicatori il vero elemento distintivo della rivista periodica, rispetto ai mezzi d’informazione quotidiana, è la profonda aderenza dei contenuti agli obiettivi dei lettori.

SubAQVA deve essere per Voi un medium da utilizzare e con cui interagire; gli scopi sono plurimi:

Dare al pubblico che non conosce il vostro ambiente, un informazione corretta e seria, ma allo stesso tempo chiara e di facile comprensione.

Sensibilizzare i giovani ad entrare attraverso le scuole come Hydrocat e Cedifop nel mondo dell’industria e acquicoltura. Far conoscere l’apertura di bandi e corsi.

Informare gli operatori sulle novità prodotte dalle aziende, sulle nuove normative, possibilità di lavoro e notizie di cronaca in genere.

Perchè SubAQVA sia sempre migliore siete Voi a dover interagire con la redazione inviando notizie, fatti di cronaca, iniziative, ricerche e informazioni.

Vi  sono alcune regole d’oro che vanno seguite per rendere più semplice il nostro lavoro ed aiutarci a farlo nel modo migliore.

Non è facile comunicare efficacemente la scienza e la tecnologia. In fondo, si tratta un mestiere a se. D'altra parte, nessuno chiederà mai ad uno di Voi di trasformarsi in Piero Angela o in Alessandro Cecchi Paone. Ma per inviare correttamente notizie o articoli dovrete raccontare il vostro lavoro ai media come noi o al pubblico. Ecco una prima lista di consigli per evitare gli errori più comuni.

LE REGOLE D'ORO

1. Identifica uno (massimo due) messaggi-chiave che vuoi fare arrivare.

Lo so, vorreste trasmettere a tutti le tante implicazioni del vostro lavoro o ricerca, e quasi sempre gli aspetti da approfondire sono tanti. Ma devi concentrarti sul messaggio che ti interessa di più, e che può interessare di più il nostro "pubblico"

2. Chiediti se la tua storia ha un taglio interessante per qualcuno.

Sembra una domanda inutile, quasi offensiva. E' il tuo lavoro, quello che ti appassiona, quello per cui hai lasciato casa/moglie/marito/gatto al loro destino. Certo che è interessante. Ma lo è anche per chi ti legge? Anche se non stai scoprendo un nuovo giacimento petrolifero o i viaggi nel tempo, il tuo lavoro ha probabilmente qualche aspetto o prospettiva interessante anche per chi non lavora nel tuo campo. Cercala, non te ne pentirai.

3. Segui la regola d'oro del giornalismo: le informazioni essenziali prima, i dettagli di seguito (regola della piramide invertita).

Se devi realizzare un articolo scientifico: introduzione, materiali e metodi, risultati, conclusione. Se devi dare una notizia, devi fare tutto il contrario.

4. Utilizza le metafore e le analogie con la vita di tutti i giorni, ma non abusarne.

5. Identifica la tua audience e mettiti allo stesso livello..

6. Elimina tutti i dati superflui

Mostrare i dati è un deformazione tipica dell’esperto entusiasta del suo settore. I tuoi lettori vogliono vedere i dati (giustamente). Il pubblico si fida di te: lascia stare i dettagli sperimentali e concentrati sui risultati.

7. Tieni conto dello spazio e del tempo a disposizione

Per quanto Einstein potrebbe avere da ridire, un'intervista di tre minuti dura tre minuti. Un seminario di un'ora deve durare un'ora, un pezzo che deve stare su mille battute non si allunga per miracolo. Se il giornale va in stampa domani, non fermeremo le rotative per te. Informati sui limiti di tempo e di spazio e rispettali.

8. Spiega mostrando, e non mostrare senza spiegare

Una bella immagine vale più di mille parole, non si pubblica nulla (in linea di massima) senza immagini, sono la base. Ma non è vero che parla da sola. Fai vedere quello che racconti, ma ricordati anche di spiegare quello che fai vedere. Sembra lapalissiano, ma se tutti lo facessero non starei a raccomandarlo.

9. Non banalizzare troppo

Sembra strano, ma è così. Nella foga di semplificare i concetti, si rischia di banalizzarli. Se hai identificato un messaggio, semplifica ma fallo passare.

10. Comportati da fonte autorevole e affidabile

Non tirare troppo l'acqua al tuo mulino, sii obbiettivo e dai credito ai tuoi colleghi. Se ci sono altre opinioni valide oltre alla tua, parlane. Se non sei l'unico ad avere pubblicato un particolare argomento, non fare credere il contrario. Non cedere alla tentazione di fare il tuttologo , ma non tirarti indietro a priori. Ricorda che se vieni sollecitato a commentare su argomenti di cui non sei esperto, spesso puoi portare comunque il tuo contributo critico.

La nostra rivista desidera che questo incontro sia una porta aperta, aiutateci ad essere la Vostra rivista, abbonatevi ed interagite con noi!

 

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