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CEDIFOP articoli 2008
19-01-15

 

©  CEDIFOP 2004 tutti i diritti riservati

La storia CEDIFOP raccontata in 54 articoli, pubblicati in 30 news mensili dal 2006 ad oggi
 

Anno 2008 (n. 21 articoli)

CEDIFOP news n. 30 - Dicembre 2008 - articolo 054

Essere Operatore Tecnico Subacqueo

(di Nini Radicini)

Il CEDIFOP di Palermo, è un centro di formazione professionale accreditato dall’assessorato regionale al lavoro, con certificazione di qualità iso 9001; nato nel 1992, si è subito inserito nel settore della formazione professionale in campo subacqueo. L’ente ha realizzato, in questi anni, diversi corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Siciliana, rivolti solo ad una utenza residente in Sicilia. Negli ultimi anni ha realizzato anche diversi corsi “autofinanziati”, rivolti a utenti provenienti da tutto il territorio Nazionale ed Estero. Mediamente, durante lo svolgimento dei corsi, si avvicendano 12 docenti, ciascuno dei quali viene selezionato per l'eccellente curriculum presentato e per l'ottima preparazione pratico-teorica coniugata alla capacità di trasmissione del proprio sapere.

Il CEDIFOP di Palermo rappresenta una delle più dinamiche scuole italiane nel settore della formazione degli OTS - Operatori Tecnici Subacquei, - qualifica professionale che in Italia è stata regolamentata con un decreto del ministero della Marina Mercantile (oggi Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), nel 1979. Esiste un "Registro Sommozzatori" che annovera gli operatori subacquei che lavorano in aree inshore; cioè presso tutte le ditte di lavori subacquei (recupero o demolizione di relitti "salvage diving"; interventi portuali "harbour diving" e per le operazioni di ispezione, carenaggio, manutenzione e riparazione delle navi e degli ormeggi, ma anche operazioni più semplici come posizionamento boe, controlli, ecc.), nelle aree portuali e di demanio marittimo (costiero e acque interne). Le ditte che operano in Italia in generale, hanno l'obbligo di assumere personale iscritto nel Registro dei Sommozzatori ed in possesso del libretto di ricognizione, lo stesso vale per le aziende che operano nel settore della acquacoltura (tonnare, allevamenti di pesci in mare, ecc. "fish farm diving") o riserve marine. La qualifica professionale di OTS può considerarsi, anche, la "base" indispensabile, per lavorare con ditte che operano nel settore industriale e degli idrocarburi in "off-shore" "oil and gas diving", attività che si è sviluppata, a partire dal secondo dopoguerra e che ha assorbito gruppi crescenti di operatori subacquei professionisti, al punto da vantare oggi, nelle sue file, oltre tre professionisti subacquei su quattro. L'OTS formato dal CEDIFOP è un operatore subacqueo con una preparazione tecnica-culturale il più possibile in linea con gli standard del mercato. Così insieme alla capacità di utilizzare un equipaggiamento specifico, tra cui il caratteristico casco multifunzionale Kirby-Morgan, gli istruttori sottolineano la necessità agli allievi di acquisire quelle basi di conoscenza in ambito linguistico e di sicurezza sul lavoro tali da rendere immediato l'inserimento in contesti lavoratori internazionali.

Poiché la maggior parte degli allievi, prima del corso, non ha mai utilizzato le attrezzature standard dell'OTS, il programma prevede una formazione graduale - teorica e pratica - che lo accompagna nell'acquisizione delle tecniche. Così ad esempio le immersioni tecniche con il Kirby-Morgan sono precedute da esercitazioni in piscina con l'utilizzo dell'elmo aperto; così come le esercitazioni di taglio subacqueo e saldatura sono precedute da lezioni in officina meccanica in cui viene spiegata la tecnologia dei metalli e le modalità per realizzare in modo ottimale un lavoro.

Negli ultimi anni il CEDIFOP è stato inoltre promotore di iniziative di rilievo. Di particolare risalto il convegno organizzato nell'aprile 2007 per la riforma della normativa italiana del settore, con la partecipazione di importanti personalità della subacquea nelle sue varie articolazioni (industriale, sportiva, ricreativa), tra cui Giulio Melegari, in quel periodo presidente di IDSA - International Diving Schools Association. Il CEDIFOP è inoltre presente nella Rete, il suo sito (www.cedifop.it) è molto visitato e per un numero consistente di potenziali allievi si è dimostrato determinante per la scelta successiva. Inoltre diversi video delle esercitazioni formative e delle iniziative a cui partecipa sono pubblicati su YouTube.

La qualità dell'impegno formativo e culturale del CEDIFOP ha trovato di recente riscontri oltre quelli dell'ambito caratteristico. Il Centro è stato inviato a partecipare attivamente alla iniziativa di una scuola superiore di Palermo, volta all'approfondimento delle risorse del mare nella sue molteplicità professionali, ricreative, storico-culturali. Il CEDIFOP ha contribuito attraverso i suoi istruttori che, in più incontri, hanno descritto ai ragazzi le particolarità della subacquea professionale e in particolare della figura professionale dell'OTS. L'interesse all'iniziativa da parte di giornali, riviste del settore, e televisioni locali ha confermato l'attenzione crescente verso il settore e la rilevanza del lavoro formativo e mediatico del CEDIFOP.

Dopo la certificazione ISO 9001 dello scorso anno e il passaggio ad "Associate Member" di IDSA, il Centro lavora ad un ulteriore potenziamento della struttura al fine di raggiungere lo status di "Full Member". Da IDSA intanto, dopo il recente meeting di Philadelphia (Usa), è arrivata la conferma che il loro prossimo incontro si svolgerà in Sicilia, a Palermo dal 5 al 7 ottobre 2009. Per il CEDIFOP sarà una opportunità di confronto con le più importanti realtà mondiali della Formazione nel settore della subacquea industriale, oltre che una occasione di prestigio per dimostrare ancora una volta le capacità organizzative e promozionali del proprio staff.

 

CEDIFOP news n. 29 - Novembre 2008 - articolo 053

OTS: Esercitazione in piscina con elmo aperto

(di Nini Radicini)

Un certo numero di allievi OTS - Operatori Tecnici Subacquei del CEDIFOP in genere arriva ai corsi con esperienze acquisite nel settore sportivo o industriale. Quasi tutti però non hanno prima di allora utilizzato l'equipaggiamento standard, in particolare il casco rigido Kirby-Morgan. Per arrivare ad usarlo in modo consapevole e in sicurezza, in esercitazioni portuali o a largo, gli istruttori del Centro hanno deciso di seguire un percorso formativo che guidi gradualmente gli allievi alla sua conoscenza, organizzando esercitazioni con l'elmo aperto precedute da lezioni teoriche. Quella tenuta il 13 ottobre '08 presso la piscina Hydra da Alberto Gasperin, della Palumbarus srl, si è dimostrata molto articolata nella esposizione della storia di questo componente, che ha preceduto il moderno casco rigido.
Se i primi riferimenti storici all'attività di operatori subacquei risale all'antica Grecia e poi al periodo romano, bisognerà arrivare al 1770 per veder realizzato il primo elmo aperto. La caratteristica principale era la formazione di una bolla d'aria al suo interno. La fase sperimentale durò molti decenni e il primo impiego per un recupero subacqueo è datato 1870. Nel frattempo però erano state apportate una serie di modifiche alla struttura (in particolare alla forma) e l'impiego avvenne insieme alla campana aperta, altra importante attrezzatura.
Gli operatori si spingevano a non più di 15 metri di profondità, oggi pressoché da esercitazione nei corsi formativi. Allora però era una quota considerata ad alto rischio, tanto che per i lavori subacquei la Marina inglese selezionava il personale tra i galeotti. Così, in quel periodo ebbe del clamoroso un recupero a 35 metri nell'estuario del Tamigi, profondità che ancora alla fine degli anni '50 era ritenuta ai limiti della capacità umane.

La svolta, il passaggio alla subacquea moderna, si ebbe quando fu inventata la vulcanizzazione della gomma, che diede il via alla realizzazione di quell'equipaggiamento (mute a tenuta stagna, pinne, maschere) essenziali in ogni settore. Fu la realizzazione delle idee di Leonardo da Vinci, sebbene la maschera fosse già in uso da tempo (costruita con materiali differenti) presso popolazioni residenti nelle isole del Pacifico. Da allora la progressione tecnica è stata sempre più rapida. Dall'elmo aperto si passò a quello chiuso, utilizzato fino agli anni '60 e '70, e tuttora ancora valido (ad esempio negli Usa) per lavori in acque portuali fino al 10-12 metri.
Dall'elmo chiuso si passò al casco semirigido (il "Facciale") e, a seguire, al casco rigido. Nel 2004, le più importanti organizzazioni della subacquea industriale hanno stabilito che il casco rigido deve essere preferito a quello semirigido, poiché il rivestimento integrale garantisce una maggiore sicurezza all'operatore impegnato nei lavori subacquei, in cui è a contatto con oggetti metallici di vario tipo, grandezza e peso. I caschi semirigidi, per la loro praticità, continuano però a essere usati dagli operatori in StandBy (OTS pronti all'intervento in caso di emergenza).

L'esercitazione con l'elmo aperto è stata quindi propedeutica per quelle in cui gli allievi dovranno utilizzare il casco rigido Kirby-Morgan in acque portuali. Uno per volta gli allievi hanno indossato l'elmo e sono scesi a 5 metri di profondità. Hanno eseguito una serie di movimenti e poi recuperato alcuni oggetti. E' fondamentale che l'OTS acquisisca la consapevolezza che nella maggior parte dei contesti in cui si troverà a lavorare la visibilità sarà di pochi metri (o meno di un metro) e il tatto sarà più importante della vista.
"L'esercitazione" - sottolinea Alberto Gasperin - "serve per far provare agli allievi OTS un'attrezzatura concettualmente superata ma funzionale ad orientare la loro concentrazione su problemi specifici. Saper compiere una operazione in apparenza semplice o addirittura banale è invece spesso determinante per la sicurezza sul lavoro. I dati forniti da IDSA - International Diving Schools Association indicano infatti che una quota significativa di incidenti avviene perché l'operatore presume di avere familiarità con gli oggetti e considera naturale compiere particolari passaggi."

"Quando alla riunione dell'IDSA (a metà settembre 2008) abbiamo illustrato questo tipo di esercitazione" aggiunge Gasperin "notammo una certa meraviglia - in positivo - degli altri partecipanti. Inserire nella formazione di un Operatore della subacquea industriale un bagaglio di nozioni di base considerate antiquate colma infatti una lacuna nella preparazione. Coloro che ascoltavano quanto realizzato da CEDIFOP hanno così constatato la qualità di questa idea."

 

CEDIFOP news n. 29 - Novembre 2008 - articolo 052

Corso OTS Settembre/Dicembre 2008  

(di Nini Radicini)

Pochi giorni dopo il convegno IDSA - International Diving Schools Association di Philadelphia, a cui ha partecipato con il suo direttore Manos Kouvakis, il CEDIFOP ha inaugurato il nuovo corso per OTS - il secondo del 2008 - previsto da metà settembre a metà dicembre. Confermando la tendenza ad essere punto di riferimento per la formazione nel settore della subacquea industriale, il CEDIFOP vede tra le file della nuova sessione, venti allievi provenienti da varie parti d'Italia, molti dei quali hanno conosciuto l'attività del Centro attraverso Internet.
E' la dimostrazione che la qualità dell'informazione sui corsi e la credibilità dell'ente formativo nel rapporto diretto con il potenziale allievo, sono, per quest'ultimo, determinanti nella scelta. Undici arrivano da varie parti della Sicilia, a cui si aggiungono altri due nati all'estero (uno in Olanda e un'altro in Palestina) ma residenti in Sicilia. Gli altri allievi da Marche, Abruzzo, Lazio, Sardegna, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia. Tra loro vi è un allievo quasi cinquantenne residente in Austria. Da ricordare a tal proposito che una sentenza del Tar del Lazio nel 2006 ha rimosso il precedente limite di età di 35 anni per l'iscrizione al Registro sommozzatori delle Capitanerie di Porto.
Alcuni di loro hanno un curriculum con esperienze professionali significative. Erik Merson (Trieste) ha già una formazione notevole, essendo laureato e avendo lavorato come guida subacquea e per l'Università del capoluogo friulano in progetti nel settore. Sottolinea che la qualifica di OTS - Operatore Tecnico Subacqueo può essere utilizzata anche in ambito scientifico oltre che portuale e off-shore.
Una linea recepita nei corsi CEDIFOP, come dimostrano le esercitazioni di misurazione batimetrica svolte nel porto Termini Imprese. Alfio Leone (Catania), oltre ad aver compiuto immersioni professionali in una lago artificiale, ha lavorato in impianti di sollevamento acqua nella provincia di Catania - zona Etna - dove ci sono pozzi con profondità fino a 400 metri e 2 metri di diametro. Dalla sua esperienza si apprende che a volte l'operatore deve scendere fino a 30-40 metri, per sganciare le pompe da portare in superficie per manutenzione.
Nonostante queste esperienze, la quasi totalità degli allievi ha necessità di apprendere l'utilizzo dell'equipaggiamento standard di un OTS, primo tra tutti il casco multifunzione Kirby-Morgan. Il programma prevede che vi arrivino in modo graduale. Così, prima delle esercitazioni con immersioni in mare, gli allievi eseguono una serie di prove in piscina, utilizzando la prima volta un elmo aperto poi il Kirby-Morgan, che si può considerare la sua evoluzione moderna.
La tecnologia nell'equipaggiamento della subacquea industriale ha avuto in anni recenti una evoluzione notevole, in coincidenza con un periodo molto florido per il settore sia per l'offerta di lavoro sia per i salari. In effetti, è sufficiente visitare qualche sito di industrie nel campo energetico (petrolio e gas) per trovare offerte in varie posizioni gerarchiche: dall'operatore subacqueo all'operatore capo, al supervisore, al sovrintendente, al dirigente.
Gli allievi OTS del corso in svolgimento hanno compiuto una prima esercitazione di rilevo presso l'impianto di allevamento del tonno rosso del Mediterraneo della "Pescazzurra S.r.l.". Progettato e realizzato dalla Palumbarus srl, si trova a Milazzo (prov. Messina) ed è tra i quattro più importanti in Italia. E' un settore commerciale particolarmente sviluppato dato che il prodotto trova un mercato notevole soprattutto in Oriente, essendo l'elemento base per la realizzazione del sushi e del sashimi. Quello ittico è una delle varie aree di impiego per gli OTS e questa opportunità ha permesso agli allievi di entrare a contatto diretto con il contesto operativo, avendo potuto immergersi all'interno delle gabbie di allevamento del tonno. Per il CEDIFOP si tratta della seconda visita a questa struttura, dopo quella realizzata per il corso di settembre-dicembre 2007.

 

CEDIFOP news n. 28 - Ottobre 2008 - articolo 051

2008: Obiettivi e proposte per la Subacquea Industriale
Il CEDIFOP e la Regione Siciliana presenti al convegno di Philadelphia

(di Nini Radicini)

Il meeting IDSA - International Diving Schools Association (Brittany - France) svoltosi a Philadelphia (USA) dal 15 al 17 settembre scorso è stata l'occasione per trattare una serie di temi nel settore della subacquea industriale, sia in ambito formativo sia tecnico. La finalità dell'IDSA, sul lato della certificazione, è il raggiungimento di un equilibrio tra i vari standard nazionali e il sostegno agli Stati che non hanno tuttora fissato propri standard, in modo che possano acquisirli e al più alto livello possibile in termini di sicurezza e addestramento. Erano presenti delegati da Belgio, Danimarca, Egitto, Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia (il CEDIFOP come scuola associata e come membro industriale la PALUMBARUS srl). Tra gli Osservatori era presente una delegazione della Regione Siciliana.

Il convegno ha fatto emergere idee e proposte, una delle quali sul rilascio di un Certificato di Qualifica specialistico per la Subacquea Archeologica e Scientifica. Questo ramo è al centro di un dibattito sulla formazione. Esiste infatti una corrente culturale che considera necessaria una formazione di base come OTS - Operatori Tecnici Subacquei (con il conseguimento della qualifica) prima della specializzazione in archeologia. Se passasse questo indirizzo si avrebbe una evoluzione anche nella pratica, ad esempio per gli interventi di recupero dei reperti, poiché l'OTS opera con modalità specifiche e uniche, dato il suo collegamento diretto con la superficie.

Questa e altre innovazioni sono dipendenti dalle scelte in ambito formativo compiute innanzitutto a livello nazionale e regionale. Nel corso del meeting statunitense, la necessità di avere un sistema di certificazione in ambito formativo con valore internazionale è stato ricordato dal dott. Marco Fiorella, componente dell'Ufficio di Gabinetto dell'On. Carmelo Incardona - Assessore Regionale al Lavoro - Regione Siciliana.

Bisogna considerare che in questa fase l'evoluzione della formazione professionale nella subacquea industriale va di pari passo con il percorso legislativo che dovrebbe portare a una nuova legge per il settore. D'altra parte, come dimostrato da una specifica delibera della Giunta Regionale dell'Emilia Romagna del 2007, sono possibili anche interventi degli Enti locali al fine di stabilire requisiti e obblighi per i centri di formazione e per gli operatori subacquei. Queste norme, è bene precisare, valgono entro i confini regionali, a differenza di una futura legge approvata dal Parlamento, che avrebbe valore nazionale.

Un'altra proposta emersa nel corso dei lavori della "tre giorni" statunitense è stata quella di formare un gruppo di lavoro che esamini la standardizzazione dei programmi dei corsi IDSA. Altro argomento, la riduzione e la semplificazione del numero attuale di livelli di addestramento subacqueo.

Tra le questioni tecniche, si è dibattuto sulla necessità di limitare lo standard della Campana Chiusa a profondità inferiori a 50 metri; la necessità di uno standard Campana Chiusa / Saturazione dove la profondità è simulata; le ultime idee sull'uso delle Tabelle di Decompressione in superficie; la qualifica e il grado di esperienza richieste ad un Operatore in Stand By (ovvero l'operatore in superficie, già equipaggiato per eventuali emergenze); l'opportunità di pubblicare il Manuale delle Qualifiche subacquee specializzate, discusso nel meeting precedente.

Spazio nel programma dei lavori anche per le relazioni esterne di IDSA, con altre organizzazioni del settore e attraverso lo sviluppo del suo sito. La presenza in Rete dei centri di formazione è infatti un moltiplicatore di interesse per i professionisti e i potenziali allievi, come dimostrato dai risultati statistici conseguiti dal sito del CEDIFOP (www.cedifop.it), che inoltre, da qualche mese, pubblica su YouTube i video delle esercitazioni svolte dai suoi allievi OTS e delle altre attività relative alla formazione e alla promozione della subacquea industriale, compreso uno sul convegno di Philadelphia.

Nel corso del meeting si è avuta l'elezione del nuovo presidente dell'IDSA: Leo Lagarde. Proveniente da NDC - National Diving Centre (Paesi Bassi), Lagarde è stato nella Royal Dutch Army per 40 anni fino a diventare Sovrintendente dell'Esercito per il settore subacqueo. Nel biennio 2006-08 a ricoprire l'incarico di presidente è stato Giulio Melegari (Italia), eletto durante il Meeting di Houston - Usa 2006.
Il prossimo meeting dell'IDSA si svolgerà a Palermo (27-29 settembre 2009). Come riferimento per sottolineare l'importanza di questo appuntamento basterà ricordare che le sedi in anni recenti sono state Houston - Usa (2006) ed Helsinki - Finlandia (2007). Sarà una occasione di grande rilevanza mediatica per la città e per la Sicilia, oltre che un riconoscimento notevole per il CEDIFOP, che curerà la fase organizzativa.

di Ninni Radicini

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video dal meeting di Filadelphia
http://it.youtube.com/watch?v=DugVrZYYsr8

 

CEDIFOP news n. 28 - Ottobre 2008 - articolo 050

Meeting IDSA 2009: A Palermo nel 2009 l’International Diving Schools Association  

(di Leonardo Lodato)

Il meeting dell’International Diving Schools Association, recentemente tenutosi a Filadelfia, negli Stati Uniti, ha definitivamente impresso il proprio sigillo sull’investitura che vedrà Palermo “capitale” dell’edizione 2009 dell’importante evento destinato a fare chiarezza nei rapporti tra la subacquea professionale e il mondo dell’industria.
Palermo si prepara così a vestire l’abito buono della subacquea industriale, ricevendo il testimone da Philadelphia, e seguendo città come Helsinki e Houston, teatro rispettivamente delle edizioni del 2007 e del 2006. Ad estendere l’invito ai colleghi di tutto il mondo, erano presenti a Filadelfia il direttore del CEDIFOP (Centro Europeo di Formazione Professionale) di Palermo, Manos Kouvakis, e Marco Fiorella, componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessore regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, il cui compito è stato proprio quello di caldeggiare la candidatura, poi accettata, del capoluogo siciliano.
Un traguardo molto importante che, ancora una volta, pone l’Italia (e in questo caso la Sicilia) al centro della subacquea industriale. L’appuntamento del prossimo anno a Palermo, sarà ancora una volta l’occasione, tra l’altro, per mettere l’accento sul problema legato alla legislazione del settore. Come ricorda Kouvakis, infatti, «il decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai poco incisivo per potere soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da anni a se stesso, che denuncia problemi sempre maggiori».
L’Unione europea detta normative ben precise che regolano l’attività professionale subacquea, che gli Stati membri hanno adottato ed applicato da tempo. Soltanto l’Italia, in questo caso, risulta inadempiente. Una lacuna da colmare prima possibile, vista anche l’eterogeneità nella provenienza dei partecipanti ai corsi organizzati dal CEDIFOP di Palermo per la formazione di OTS - Operatori Tecnici Subacquei.

 

CEDIFOP news n. 27 - Settembre 2008 - articolo 049

Meeting annuale I.D.S.A - Philadelphia (USA) 15-17 settembre 2008  

(Comunicato stampa)

Meeting annuale I.D.S.A
Philadelphia (USA) 15-17 settembre 2008

Si svolgerà a Philadelphia (USA) dal 15 al 17 Settembre il meeting annuale del l'IDSA (International Diving Schools Association - Brittany France). All'evento parteciperà, in qualità di delegato, il direttore del CEDIFOP Manos Kouvakis.

Al meeting su invito del CEDIFOP ed in rappresentanza dell'Assessore al Lavoro della Regione Siciliana, On. Avv. Carmelo Incardona, parteciperanno il Dott. Marco Fiorella, componente del Gabinetto dell'Assessore e l'Ing. Vincenzo Scattareggia, dirigente dell'Area IV del Dipartimento Regionale Lavoro.

http://it.youtube.com/watch?v=DugVrZYYsr8

http://www.cedifop.it/novità.htm

 

CEDIFOP news n. 27 - Settembre 2008 - articolo 048

IDSA/CEDIFOP: A Philadelphia (USA)
per il futuro della Formazione Subacquea Industriale

(di Nini Radicini)

Il 24esimo convegno annuale dell'IDSA - International Diving Schools Association (Brittany - France) si svolgerà dal 15 al 17 settembre all'Hyatt Regency Hotel di Philadelphia (Usa). Sarà in questa occasione che i delegati delle principali scuole di subacquea del mondo si incontreranno per sviluppare ulteriori progressi nel settore e fissare gli accordi definitivi per la prossima edizione. Un appuntamento che riguarderà direttamente la Sicilia, poiché la città in cui è previsto si svolgerà l'edizione 2009 è Palermo.

La decisione è stata presa in occasione del precedente meeting in Finlandia. Un avvenimento che porterà nel capoluogo siciliano le grandi personalità internazionali della subacquea, in particolare di quella industriale, settore di rilevanza ogni giorno crescente poichè legato, tra gli altri, a quello energetico. Si pensi alle nuove prospettive dell'Artico, la cui superficie ghiacciata è pari a quella della California e del Texas messe insieme.

Lo scioglimento dei ghiacci, ha creato le condizioni per l'esplorazione e l'utilizzo di grandi giacimenti di gas, petrolio, minerali, al di là degli sviluppi geopolitici relativi alla titolarità dei diritti tra superpotenze (Usa, Russia) e gli altri stati con sovranità su parti di questo territorio o di prossimità (Canada, Danimarca, Norvegia). E' inoltre notizia di questa estate, la decisione della Cina di installare nel 2009 la sua prima postazione sottomarina nell'Artico per monitorare i cambiamenti marini a lungo termine. Questa "nuova corsa all'oro" rappresenterà per il settore dell'industria estrattiva un'incremento dell'attività di proporzioni forse ancora non precisamente calcolabili, con evidente impatto sulla domanda di Operatori tecnici subacquei, che avranno un ruolo determinante.

La tre giorni statunitense sarà ospitata dalla Diving Academy International e in agenda è prevista, tra i vari punti, una parte relativa alle relazioni con l'industria, in particolare per stabilire quali saranno i prossimi passi da compiere verso una più stretta adesione degli standard dell'IDSA al settore industriale. Standard relativi alla formazione dell'Operatore subacqueo che tutte le scuole e i centri di formazione - su scala internazionale - aderenti a IDSA, condividono e recepiscono.

Questo avviene attraverso il Programma di Qualificazione dell'IDSA che ha come fine l'allineamento dei differenti standard nazionali, per far in modo che formazione e la successiva qualifica di un Operatore subacqueo sia univoca. Un vantaggio per il lavoratore poiché in tal modo può essere assunto da una molteplicità di aziende senza che vi siano intralci relativi alla valutazione della qualità della sua formazione.

Tra i centri di formazione aderenti a IDSA vi è il CEDIFOP di Palermo, che a Philadelphia parteciperà con il suo direttore Manos Kouvakis. Inoltre su invito del CEDIFOP ed in rappresentanza dell'Assessore Regionale al Lavoro della Regione Siciliana, On. Avv. Carmelo Incardona, parteciperanno il Dott. Marco Fiorella, componente del Gabinetto dell'Assessore e l'Ing. Vincenzo Scattareggia, dirigente dell'Area IV del Dipartimento Regionale Lavoro.

Il CEDIFOP, il cui secondo corso annuale per OTS - Operatori tecnici subacquei inizia il 22 settembre, ha progressivamente acquisito una notevole credibilità nel settore della formazione, dimostrata ad esempio dalla partecipazione ai suoi corsi di allievi provenienti da tutta Italia e, di recente, in numero crescente anche dall'estero. Durante il convegno sarà discusso il suo passaggio a "Full Member" e la conseguente nomina di un responsabile che verificherà la conformità delle specifiche del CEDIFOP a quelle stabilite da IDSA. Il CEDIFOP parteciperà all'elezione del nuovo presidente dell'IDSA per il 2009-2011. Ad oggi è stata posta la candidatura unica di Leo Lagarde, del National Diving Centre (NDC), dei Paesi Bassi.

Della sezione "Full Members" fanno già parte scuole europee (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Norvegia, Svezia), quattro dagli Usa e una dal Sud Africa. Tra gli altri argomenti che saranno discussi: la qualifica di Istruttore subacqueo commerciale internazionale; la realizzazione di un dizionario internazionale di terminologia subacquea; le linee guida standard per le qualifiche di Medico subacqueo e Supervisore, e l'assistenza agli stati in cui si stanno avviando tali programmi di formazione.

 

CEDIFOP news n. 26 - Agosto 2008 - articolo 047

Subacquea, un settore in attesa di legislazione

L’Unione Europea detta normative ben precise che regolano l’attività professionale,
adottate da tutti gli Stati membri: solo l’Italia risulta inadempiente.

(di Leonardo Lodato)

«Il decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai poco incisivo per poter soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da anni a se stesso che denuncia problemi sempre maggiori ».
La denuncia arriva da Manos Kouvakis, direttore del CEDIFOP (Centro Europeo di Formazione Professionale) di Palermo. «Nell’ultimo decennio - prosegue - sei disegni di legge, presentati in Parlamento durante diverse legislature e mai portati a termine, testimoniano l’interesse del legislatore per il settore ma, a mio parere, quelle proposte legislative, comunque, non sarebbero state incisive nel dare una descrizione reale e la relativa soluzione normativa agli innumerevoli problemi di cui soffre il settore».

L’Unione Europea detta normative ben precise che regolano l’attività professionale subacquea, che gli Stati membri hanno adottato ed applicato da tempo. Soltanto l’Italia, in questo caso, risulta inadempiente. La subacquea industriale, a differenza di quella sportiva e ricreativa, «ha bisogno di una legislazione che includa tutto il territorio nazionale, nell’ambito delle acque marittime territoriali, che comprendono le acque portuali, quelle costiere e quelle di altura situate comunque entro il limite (20 miglia nautiche) di interesse economico nazionale e di quelle interne che comprendono le acque dei bacini lacustri naturali ed artificiali, le acque fluviali e le acque ipogee, tenuto conto che l’operatore subacqueo industriale si proietta anche nel più vasto ambito internazionale».

Chiarire questo problema, ormai atavico, sarebbe importante, alla luce, ad esempio, di quanto avvenuto nel caso di alcune operazioni di bonifica. Spiega Kouvakis: «Con tutte le aziende di lavori subacquei che ci sono in Italia, la bonifica sulla Petroliera Milford Haven, a Genova, sono venuti a farla gli olandesi; visto che il committente ha badato “solo” all’offerta degli olandesi - di molto inferiore a quelle fatte dalle aziende italiane - essi hanno potuto operare in bassa sicurezza con il risultato di registrare ben due incidenti, per fortuna non molto gravi, ma certamente evitabili se la legislazione italiana fosse stata almeno similare a quella di tutti gli altri Stati europei, dove si possono fare lavori del genere solo dopo aver ottemperato a misure di prevenzione e sicurezza basilari per qualsivoglia intervento subacqueo.

 

CEDIFOP news n. 26 - Agosto 2008 - articolo 046

CEDIFOP: Corso OTS febbraio-maggio 2008  

(di Nini Radicini)

 Una delle caratteristiche dei corsi organizzati dal CEDIFOP di Palermo per la formazione di OTS - Operatori Tecnici Subacquei è la eterogeneità nella provenienza dei partecipanti. In ogni modulo (due ogni anno) la classe è composta da allievi che arrivano da varie regioni italiane. Questa realtà si inserisce nel quadro formativo come valore aggiunto, poiché concorre alla cultura di questa figura professionale e facilità l'accostamento alle specificità del contesto lavorativo.

L'OTS infatti può trovare lavoro vicino casa, ma può anche essere assunto da aziende che - ad esempio - operano presso piattaforme petrolifere in ogni parte del mondo, e far parte di una squadra accanto a colleghi di differente nazionalità. Senza andare indietro di molto, basti ricordare che alla fine del corso precedente (settembre-dicembre 2007) alcuni ragazzi residenti in Sardegna sono stati assunti da impianti ittici della loro regione, un altro è stato contattato e ingaggiato per lavorare in Cina, e un altro in Scozia.

La varietà nella provenienza regionale, già dai primi corsi a metà degli anni '90, trova conferma scorrendo l'elenco dei partecipanti al modulo febbraio-maggio 2008. Su 18 allievi, 7 sono siciliani, 4 sono sardi, 2 dalla Calabria, altrettanti dalla Lombardia, 1 dal Piemonte e uno originario della Croazia. Da sottolineare che una sentenza del TAR del Lazio del 2006, sui limiti di età per l'iscrizione al Registro Sommozzatori delle Capitanerie di Porto, ha avuto effetto anche sulla formazione professionale. Così, nel corso di questa prima parte dell'anno e in quello precedente, vi sono stati due allievi cinquantenni.

Come già riscontrato nei moduli precedenti, alcuni allievi arrivano avendo già maturato conoscenze nell'ambito della subacquea industriale e qualcun'altro in quella sportiva e ricreativa. Sei allievi su diciotto hanno conosciuto il Centro tramite suoi ex allievi già qualificati. Alla notorietà del CEDIFOP contribuiscono anche le visite organizzate presso realtà professionali del settore, come quella che gli allievi del modulo settembre-dicembre 2007 hanno compiuto presso l'impianto di allevamento ittico "Pesca Azzurra" di Milazzo (Messina).

Cinque su diciotto hanno avuto un primo contatto attraverso il sito www.cedifop.it, dove i visitatori trovano la descrizione del corso, i recapiti e una molteplicità di materiale audiovisivo sull'attività formativa già svolta. Tra i partecipanti ai corsi vi sono stati di recente anche allievi inviati direttamente da aziende del settore, per essere formati come OTS e addestrati nell'uso di strumenti e attrezzature specifiche (casco Kirby Morgan, cavo ombelicale, Pannello di controllo multifunzionale), che in genere la quasi totalità di loro è raro abbia mai utilizzato prima dei corsi.

L'attività didattica integra la parte teorica a quella di officina, con esercitazioni pratiche periodiche nelle quali si applicano procedure che poi serviranno a livello professionale. Nel mese di aprile 2008 sono state svolte esercitazioni - con realizzazione di relativi video - presso il porto di Termini Imerese (rilevazioni batimetriche del fondale), al porto dell'Acquasanta e all'Addaura (taglio subacqueo). Tra le lezioni in officina: quelle di saldatura con il metodo classico e con il filo continuo; taglio classico e al plasma.

Altri video sono relativi a iniziative promozionali del settore subacqueo a cui il CEDIFOP è stato invitato, come il recente programma "Un mare... di risorse". Molti di loro, da qualche settimana, sono presenti anche su YouTube. Da sottolineare inoltre quello della costruzione di una "Sorbona" da parte degli allievi del modulo febbraio-maggio 2008. Si tratta di uno strumento (una specie di aspirapolvere) che gli OTS utilizzano sott'acqua per ripulire le superfici delle strutture su cui poi operare, ad esempio per realizzare una saldatura.

Nei corsi del CEDIFOP, tra le iniziative a sostegno della formazione specialistica va evidenziata la realizzazione di un dizionario tecnico Italiano/Inglese composto da termine tecnici specifici del settore OTS. Il Cedifop svolge inoltre un'attività di promozione del settore della subacquea industriale. Dopo la pausa estiva, i corsi ricominciano a settembe.

 

CEDIFOP news n. 25 - Luglio 2008 - articolo 045

Legislazione OTS - perché bisogna cambiare

(di Manos Kouvakis)

Siamo arrivati ormai al bivio, il decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai poco incisivo per poter soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da anni a se stesso che denuncia problemi sempre maggiori.

Nell'ultimo decennio sei disegni di legge, presentati in Parlamento, durante diverse legislature, (Battaglia 1997, Arrighi 2001, Martini 2001, Arrighi e Martini 2004, Bellotti 2006, Fabbri 2007), e mai portati a termine, testimoniano l'interesse del legislatore per il settore ma, a mio parere, quelle proposte legislative, comunque non sarebbero state incisive nel dare una descrizione reale e la relativa soluzione normativa agli innumerevoli problemi di cui soffre il settore.

Non sono bastate valide iniziative locali, (Ordinanza Capitaneria di Porto di Ravenna 1992), o iniziative regionali (Emilia Romagna 2007), nel cercare di “codificare” iter operativi e formativi per la definizione di questa figura professionale, o interrogazioni a risposta scritta presentate in Parlamento (Evangelisti - gennaio 2008) per smuovere il torbido delle acquee dove appare sommersa la legislazione relativa ai sommozzatori. Ma la tenacia nel continuare a voler cambiare, pur trovando sempre vicoli chiusi, la dice lunga sul desiderio, da parte di molti, di trovare anche in Italia la via maestra.

Anche per questo, in uno degli ultimi disegni di legge presentati, il legislatore scrive nella relazione introduttiva:
“A differenza dagli altri Stati dell'Unione Europea, l'Italia non ha una disciplina professionale che identifichi e tuteli la categoria degli operatori subacquei e iperbarici. In modo improprio ciascun segmento dell'attività industriale e turistica (edilizia, metalmeccanica, petrolchimica, didattico - turistiche e centri diving) utilizza, talora senza una seria formazione, operatori al di sotto del «pelo dell'acqua», inquadrandoli contrattualmente nella propria disciplina e categoria. …omissis…. In pratica, non esistendo in Italia una categoria professionale, l'imprenditore italiano che voglia assumere operatori qualificati deve rivolgersi a lavoratori stranieri dotati di brevetto «omologato» con costi, rispetto alla realtà economica italiana, superiori del 100 o 200 per cento, con effetti sulla competitività economica facilmente valutabili. …omissis…
E dire che storicamente l'Italia ha prodotto subacquei di notevole levatura, attraverso la marina militare o l'iniziativa, lodevole ma indisciplinata, delle aziende che operano nel settore. L'Unione Europea detta normative ben precise che regolano l'attività professionale subacquea e che gli altri Stati membri hanno adottato ed applicato già da tempo; solo l'Italia risulta ancora inadempiente. “

Addirittura l’On. F. Evangelisti, nella sua interrogazione a risposta scritta, del gennaio 2008, parla di “distrazione del legislatore” quando si riferisce alla scarna legislazione attuale.

Tutte belle parole e buone intenzioni, che non risolvono un problema grave e cronico nel settore della subacquea industriale.

Sono convinto, che urge una legge che regolamenti questo settore della subacquea industriale, senza voler elaborare una legge "tuttologa" sulla subacquea, infatti, ritengo che non occorra intervenire sulla subacquea sportiva ricreativa amatoriale e dilettantistica, dove, a mio parere, sono le regioni gli enti più interessati alla presentazione di regolamenti rispondenti alle caratteristiche e problematiche territoriali (coste, acque interne, ecc.), come d'altra parte avviene attualmente in quasi tutte le regioni italiane.

La subacquea industriale invece, ha bisogno di una legislazione che includa tutto il territorio nazionale, nell'ambito delle acque marittime territoriali, che comprendono le acque portuali, quelle costiere e quelle di altura situate comunque entro il limite (20 miglia nautiche) di interesse economico nazionale e di quelle interne che comprendono le acque dei bacini lacustri naturali ed artificiali, le acque fluviali e le acque ipogee, tenuto conto che l'operatore subacqueo industriale si proietta, come ambito lavorativo, anche nel più vasto ambito internazionale, infatti la maggioranza degli operatori che iniziano ad operare in ambito locale (dopo l'iscrizione al Registro Sommozzatori in servizio locale presso una Capitaneria di Porto) ben presto passano a lavorare con diving industriali in off-shore.

Bisogna tenere conto che il mondo del lavoro e il contesto territoriale nel quale può operare la figura professionale del sommozzatore industriale, va oltre i limiti regionali e nazionali e quindi, per sostenere la mobilità professionale delle persone, i percorsi formativi sviluppati nel settore devono seguire il percorso indicato dalle regole della formazione nel settore industria. Questi percorsi, per essere validi, oltre che nel territorio Italiano anche in tutto l'ambito operativo di un sommozzatore professionista, devono adottare standard definiti in coerenza con gli standard internazionali IMCA, IDSA o AODC ecc., che possono garantire una maggiore spendibilità della qualifica di Sommozzatore Italiano a livello internazionale. Nessun altro percorso formativo dovrebbe abilitare all'iscrizione nel Registro Sommozzatori.
Non a caso, il prof. Garilli, docente ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Palermo, in una relazione sull’argomento, del maggio 2008, in riferimento al problema dell’iscrizione dei sommozzatori presso una Capitaneria di Porto cosi scrive: ”Invero, laddove si consentisse ad un lavoratore di rendere la propria prestazione nel settore metalmeccanico - per effetto della iscrizione nel Registro dei Sommozzatori ottenuta, ad esempio, a seguito di una abilitazione all'attività di archeologia subacquea - lo stesso sarebbe certamente esposto a gravi rischi dai quali non potrebbe tutelarsi a causa di incolpevoli lacune formative”.

Uno scarso “controllo” a quella che risulta essere la porta d’ingresso, cioè l’iscrizione al Registro dei Sommozzatori, ha quindi gravi implicazioni e penalizza tutto il settore se l'iscrizione avviene senza prestare la necessaria attenzione alle diverse tipologie di qualifiche professionali (acquisite a seguito di corsi di formazione professionale) non tutte ricadenti nel settore industria, e quindi, contestualmente non abilitanti a un lavoro subacqueo di tipo tecnico/industriale/metalmeccanico. Molte Capitanerie di Porto, che devono da un lato "guardare" e salvaguardare la regolarità delle iscrizioni, per motivi di "ambiguità" nella formulazione della legislazione attuale, hanno dato luogo all'iscrizione nel Registro Sommozzatori di persone volenterose ma con una formazione non adeguata, il che ha forse concorso nel determinare parecchi incidenti sul lavoro anche mortali (vedi: Capri 2004 - Ravenna 2005 ), d’altra parte anche le Capitanerie stesse, per i limiti territoriali, definiti da una legge ormai molto "datata" sono spesso impossibilitate ad intervenire con azioni decisive a salvaguardare l’incolumità degli operatori regolari o degli “abusivi”, questi ultimi, subacquei che si accingono in attività lavorative per le quali non hanno conseguito la necessaria formazione e danneggiano il settore con interventi raffazzonati, non controllati e quasi totalmente in assenza di regole operative, di prevenzione e sicurezza, ormai affermate e suffragate in ambito internazionale.
Infatti, i subacquei "irregolari" ormai popolano tutte le aree lavorative dove opera in inshore il sommozzatore in servizio locale, impedendo una regolare crescita di chi ha cercato di seguire una strada in salita per lavorare in ottemperanza alla scarna legislazione esistente.
Abusivi "regolari", invece, potremmo definire le aziende estere che approfittando della mancanza di una adeguata legislazione sul territorio italiano, riescono ad ottenere l'assegnazione di lavori, facendo delle offerte al ribasso, in bassa sicurezza, che in altre parti del mondo non avrebbero potuto essere autorizzate, visto la quasi totale assenza di regole e normative adeguate in Italia.

Ad esempio: con tutte le aziende di lavori subacquei che ci sono in Italia, la bonifica sulla Haven (Genova) sono venuti a farla gli olandesi; visto che il committente ha badato "solo" all'offerta degli olandesi - di molto inferiore a quelle fatte dalle aziende italiane - essi hanno potuto operare in bassa sicurezza con il risultato di registrare ben due incidenti, per fortuna non molto gravi, ma certamente evitabili se la legislazione italiana fosse stata almeno similare a quella di tutti gli altri Stati europei, dove si possono fare lavori del genere solo dopo aver ottemperato a misure di prevenzione e sicurezza basilari per qualsivoglia intervento subacqueo.

Lamentele arrivano anche dalle aziende italiane che lavorano con la ENI e che hanno problemi nell'avere assegnati appalti di lavoro con società quali la BP, Shell o altre compagnie petrolifere, a causa della mancata legislazione che definisce in Italia la figura dell'OTS, a meno che non assicurino fra il loro personale operatori stranieri (non italiani) assunti con la qualifica che le altre nazioni hanno debitamente ratificato nel loro sistema legislativo.

Ecco i motivi per cui bisogna eliminare questo vuoto legislativo e dare finalmente una legislazione seria e competente sia agli operatori del settore, sia alle aziende che in esso operano, rispondendo alle esigenze di chi materialmente scende in mare per lavorare e di chi dovrà vigilare e proteggere gli operatori del settore (Capitanerie, Guardia Costiera, ecc.).

Concludo sperando, a questo punto che il prossimo disegno legislativo, possa completare il percorso nei dedali delle commissioni parlamentari e possa partorire in tempo utile quello che la categoria aspetta ormai da decenni: norme aggiornate, valide in ambito nazionale ed internazionale, che tutelino il sommozzatore italiano in ambito nazionale e lo equiparino agli altri operatori subacquei di nazionalità estera, dandogli il relativo riconoscimento che in atto manca totalmente all'Operatore Tecnico Subacqueo italiano.

 

CEDIFOP news n. 24 - Giugno 2008 - articolo 044

Comunicato

L'avvicinarsi di una serie di appuntamenti importanti, come la seconda annualità del convegno su "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche - Le basi per una nuova proposta legislativa" (Sabato 25 Ottobre 2008 - Palermo); e principalmente l'approssimarsi della definizione e presentazione del testo sulla nuova proposta legislativa; e ancora, a seguito di molte domande rivolteci da operatori subacquei italiani che si sono imbattuti in diversi ostacoli, durante e dopo l'iscrizione al Registro Sommozzatori, abbiamo deciso di chiedere al prof. avv. Alessandro Garilli, docente ordinario di Diritto del Lavoro dell'Università di Palermo, una interpretazione esatta, che togliesse tutti i dubbi, le perplessità, ma principalmente le errate interpretazioni, da parte di chi ricopre il ruolo di applicare la legge in questione; augurando che finalmente, si abbia una visione chiara del significato e della corretta interpretazione della legge che da più di 30 anni è stata determinante per l'inserimento lavorativo della figura dell'OTS italiano.

Il parere rilasciato individua i percorsi formativi adeguati alla richiesta di iscrizione nel Registro Sommozzatori, cioè in seguito a quali corsi di formazione professionale vi si può accedere, chiarendo che essi devono ricadere nel settore metalmeccanico, che abbraccia la qualifica di sommozzatore professionista, con un programma adeguato che rispecchia la caratteristica di un percorso formativo nel settore dell' industria ambito metalmeccanico, con uso di attrezzature adeguate per la formazione di questa tipologia di professionista. Inoltre, l'ente di formazione professionale deve esere qualificato non solo al rilascio dell'attestato di qualificazione professionale ma anche dell' allegato brevetto, espressamente richiesto dal citato art. 3, quale condizione imprescindibile.

 

CEDIFOP news n. 24 - Giugno 2008 - articolo 043

Richiesta di parere  

(Prof. Avv. Alessandro Garilli)

 STUDIO LEGALE

VIA MARCHESE DI VILLABIANCA, 54 - 90143 Palermo
TEL. 091 303540 - TEL./FAX 091.302141 - E-MAIL: alegrilli@alice.it

AVV. PROF. ALESSANDRO GARILLI
AVV. LORENZO S. INFANTINO
AVV. PROF. MASSIMILIANO MARINELLI

AVV. CHIARA GARILLI
AVV. SIMONA SCIARRINO
AVV. FILIPPO BUTTA'

Palermo, 14 maggio 2008


Oggetto: richiesta di parere

Mi viene chiesto parere in ordine alla legittimità della iscrizione nel Registro dei sommozzatori di soggetti privi della relativa qualificazione professionale e del brevetto.

Al fine di dare compiuta risposta al quesito, è opportuno prendere le mosse dal D.M. della Marina Mercantile del 13.01.1979, con il quale è stata istituita la categoria dei sommozzatori in servizio locale.
Il n. 6 del secondo comma dell'art. 3 della fonte appena citata detta i requisiti necessari al ricorrere dei quali è subordinato il diritto di iscrizione nel Registro anzidetto. Esso recita testualmente:
"Per ottenere l'iscrizione nel registro sono necessari i seguenti requisiti:
omissis
6) aver conseguito il diploma o attestato di qualificazione professionale, con allegato brevetto, di sommozzatore professionista o perito tecnico addetto ai lavori subacquei presso un istituto statale o presso scuole o centri di formazione e qualificazione professionali, legalmente riconosciuti dallo Stato o dalle regioni, ovvero aver prestato servizio, per almeno un anno, nella Marina militare nella qualità di sommozzatore o incursore o nell'Arma dei carabinieri o nei Corpi della pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco nella qualità di sommozzatore".
La lettera della norma non pare lasciare alcun margine di interpretazione, limitando il diritto alla iscrizione alle categorie di soggetti ivi espressamente e tassativamente individuate: nello specifico, limitatamente a quanto è oggetto della presente indagine, si tratta di coloro che abbiano conseguito il diploma o l'attestato di qualificazione professionale di sommozzatore professionista o perito tecnico addetto ai lavori subacquei, con allegato brevetto, presso un istituto statale ovvero scuole o centri di formazione e qualificazione professionali legalmente riconosciuti dallo Stato o dalle regioni.
Deve, pertanto, ritenersi che nessun altro percorso formativo possa abilitare all'iscrizione nel Registro dei sommozzatori.

Entrando ancor più nello specifico della questione oggetto del presente, pare potersi escludere la legittimità della iscrizione in parola a seguito del conseguimento di titoli quali "Operatore tecnico di archeologia subacquea" o di "Operatore subacqueo specializzato nella gestione delle riserve e dei parchi marini".
In primo luogo osta, in tal senso, il mancato conseguimento, a conclusione dei relativi percorsi formativi, del titolo di sommozzatore professionista o di perito tecnico addetto ai lavori subacquei - di cui alla voce n. 621600 del "Prontuario dei codici" vigente - con allegato brevetto, espressamente richiesto dal citato art. 3, quale condizione imprescindibile.
Ma vi è di più.
L'iscrizione al Registro di cui al D.M. del 1979 abilita, fra l'altro, i soggetti idonei all'immediato inserimento lavorativo nelle aree portuali, in ambito metalmeccanico, con mansioni di fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria ed assimilati.
Tale circostanza ha, verosimilmente, indotto il legislatore del 1979 ad imporre maggiori cautele nell'individuazione dei soggetti legittimati all'iscrizione in argomento, imponendo, oltre alla sussistenza di requisiti di idoneità fisica, lo svolgimento di un percorso formativo abilitante alle citate professioni.
Ciò non può che indurre ad escludere che coloro i quali abbiano seguito un corso di formazione e conseguito il titolo, ad esempio, di operatore tecnico di archeologia subacquea, godano dei titoli necessari per l'iscrizione nel Registro dei sommozzatori.

A tale conclusione si giunge, peraltro, attraverso l'esame ed il confronto dei diversi percorsi e degli obiettivi formativi previsti dai corsi portati all'attenzione dello scrivente.
Così, a proposito del corso per "Operatore tecnico di archeologia subacquea", l'obiettivo formativo viene individuato nell'addestramento al lavoro di prospezione, ricerca, scavo ed assistenza alla fruibilità dei siti archeologici. Ancora, il corso o di "Operatore subacqueo specializzato nella gestione delle riserve e dei parchi marini" consente ai suoi fruitori di sapersi immergere in sicurezza, effettuare video e foto riprese subacquee, etc.
Entrambi i corsi abilitano all'esercizio di professioni tecniche nelle scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate.
Orbene, si tratta di professioni estranee alla categoria di Sommozzatore e Lavoratore Subacqueo, indicata ai nn. da 621600 a 621604 del Prontuario dei Codici, che, invece, legittima l'iscrizione nel Registro dei Sommozzatori.

Al fine di cogliere meglio il senso delle superiori considerazioni, è utile evidenziare la differenza dei predetti corsi rispetto a quelli per il conseguimento della qualifica, a titolo esemplificativo, di Operatore Tecnico Subacqueo, organizzati dal Cedifop. Questi ultimi, invero, prevedono percorsi formativi autorizzati ed avallati dal parere preventivo della Regione Siciliana, rilasciato ai sensi del Decreto del 23.07.2003, che ne valuta la conformità rispetto alle specifiche normative di settore e la coincidenza con la categoria professionale di ai nn. da 621600 a 621604 del Prontuario dei Codici.
Invero, contrariamente a quanto previsto nei casi prima esaminati, i corsi organizzati dal CEDIFOP prevedono l'addestramento in aree portuali e l'utilizzo di attrezzature tecniche indispensabili per lo svolgimento della professione di sommozzatore e lavoratore subacqueo.

Le superiori considerazioni, peraltro, devono indurre ad escludere la legittimità dell'iscrizione nel Registro dei sommozzatori di soggetti sprovvisti dei titoli previsti dal Decreto Ministeriale, che regola la materia de qua, anche per ragioni di opportunità legate alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori.

Invero, laddove si consentisse ad un lavoratore di rendere la propria prestazione nel settore metalmeccanico - per effetto della iscrizione nel Registro dei sommozzatori ottenuta, ad esempio, a seguito di una abilitazione all'attività di archeologia subacquea - lo stesso sarebbe certamente esposto a gravi rischi dai quali non potrebbe tutelarsi a causa di incolpevoli lacune formative.

Alla luce di quanto sopra, si conclude affermando l'illegittimità della iscrizione nel Registro dei sommozzatori, di cui all'art. 3 del D.M. della Marina Mercantile del 13.01.1979, di soggetti privi della relativa qualificazione professionale e del brevetto.

Prof. Avv. Alessandro Garilli

 

CEDIFOP news n. 23 - Maggio 2008 - articolo 042

Invito

Vi aspettiamo nello stand del CEDIFOP (STAND N. 10 a/c), il 9-10-11 Maggio, alla fiera della subacquea DYNAMIC DIVE EXHIBITION, che si svolgerà sul Lago Maggiore.

 

CEDIFOP news n. 22 - Aprile 2008 - articolo 041

Senza confini i corsi per Operatore Tecnico Subacqueo del CEDIFOP

(di Salvatore D'Anna)

Diventano sempre più internazionali i corsi del CEDIFOP di Palermo. C'è anche uno straniero, cittadino croato, tra i diciotto allievi che dal 15 febbraio partecipano alle lezioni per ottenere l'attestato che darà loro la qualifica di OTS, operatore tecnico subacqueo specializzato.
Il CEDIFOP, il centro studi diretto da Manos Kouvakis, è uno dei pochi istituti di formazione professionale che in Italia sono autorizzati a rilasciare ai propri allievi tale documento, senza cui i sommozzatori non possono iscriversi all'apposito registro delle Capitanerie di porto, e non possono quindi operare in acque portuali o svolgere attività professionale.
Dicevamo dei nuovi allievi, Tomislav Vundac ha quasi 26 anni ed è nato a Zadar, in Croazia. Da sei anni, ormai, fa la spola tra l'Italia e il suo Paese natale: "Questa è la mia sesta stagione qui da voi - racconta -. Lavoro in una tonnara a Milazzo, ma per alcuni mesi dell'anno torno in Croazia e lavoro anche lì". Il ragazzo croato non è venuto al CEDIFOP da solo. Con lui ci sono altri tre operatori provenienti dalla stessa tonnara. Sono tutti messinesi: Giuseppe La Monaca, Stellario Lo Vecchio e Matteo Trazzi. Classe 1954, Trazzi è il veterano del gruppo di aspiranti OTS: "Nella tonnara noi ci occupiamo di varie mansioni, come ad esempio del montaggio delle gabbie dove vengono allevati i tonni - ci dice -. Adesso siamo qui d'accordo con la nostra ditta per avere una formazione tale da assicurarci le migliori condizioni di sicurezza durante il lavoro".
Il gruppo può contare poi su altri allievi che arrivano un po' da tutte le zone d'Italia. Proviene dal Piemonte Claudio Rosina, che finora si è occupato solo di subacquea sportiva, mentre lombardi sono Thomas Berera e Alessandro Boselli, che però vive a Santa Teresa Gallura, in Sardegna. E dall'isola sarda arriva un nutrito gruppo di sommozzatori, composto da Cristian Crobe, Salvatore Manias, Vinicio Mei e Carlo Tocco. Calabresi sono invece Domenico Alessandro Canale e Rocco Salerno.
Gli altri allievi del CEDIFOP sono tutti siciliani: sono Rocco Di Fede, Salvatore Grammatico, Doriano Pinto, Calogero Saito, e Giovanni Sanfilippo.
Il corso del CEDIFOP, il primo del 2008, si concluderà il prossimo 21 maggio. Per info www.cedifop.it

 

CEDIFOP news n. 22 - Aprile 2008 - articolo 040

La subacquea industriale: tecnica, formazione, lavoro
(CEDIFOP incontra gli allievi dell'istituto linguistico NINNI CASSARA' di Palermo)

(di Nini Radicini)

Nel programma del progetto "Un mare... di risorse", organizzato dall'Istituto Provinciale di Cultura e Lingue "Ninni Cassarà" di Palermo e patrocinato dal Ministero della Pubblica Istruzione, giovedì 27 marzo, nella succursale di via Fattori, si svolto un incontro fra gli studenti delle classi partecipanti e una rappresentanza di docenti e allievi del CEDIFOP, centro studi specializzato nella formazione di OTS - Operatori Tecnici Subacquei. Attraverso interventi e proiezioni di video e immagini, è stato descritto il percorso formativo, le opportunità lavorative, le caratteristiche dell'equipaggiamento e la tecnologia utilizzata dai sommozzatori industriali, sottolineando in particolare la rilevanza delle procedure di sicurezza prima e durante ogni lavoro ed esercitazione.

Nell'intervento di apertura, Francesco Costantino, uno degli istruttori del CEDIFOP, ha spiegato le differenze tra subacquea industriale (il settore degli OTS) e sportiva. Se è vero che il primo contatto con la subacquea per molti avviene attraverso l'attività sportiva o ricreativa, i due settori si distanziano nettamente quando si passa all'esame delle finalità, delle conoscenze tecniche richieste e dell'attrezzatura necessaria. A differenza dello sportivo, che ad esempio si immerge contando solo sulla dotazione delle bombole, l'OTS durante il suo lavoro è parte di una squadra ed è collegato fisicamente a una postazione di controllo in superficie con un cavo ombelicale, da cui passa la fornitura d'aria, le comunicazioni telefoniche, e altre funzionalità tra cui - nelle versioni più avanzate – quella per il faro e la videocamera.

Il terminale del cavo ombelicale è il casco Kirby-Morgan. Ha un design simile a quello di un astronauta e l'articolazione dei componenti è indicativa delle difficoltà ambientali in cui può trovarsi a operare un OTS. Lavorare a molte decine di metri di profondità, in acque torbide, a a temperature basse, sono condizioni estreme che può dover affrontare. Ma, come è stato ripetuto durante il convegno, il lavoro da OTS non richiede capacità sovraumane. Gli interventi che è chiamato a svolgere (dalla rilevazione di relitti affondati, alle saldature di tubi, alle misurazioni di profondità a uso scientifico, etc.) richiedono soprattutto preparazione tecnica e conoscenza delle procedure.

Il CEDIFOP ha portato in aula l'attrezzatura standard di un OTS e gli studenti hanno potuto provare direttamente la funzionalità del Kirby-Morgan collegato al pannello di controllo. Alcuni hanno anche indossato un elmo da palombaro. Se all'apparenza poteva sembrare poco meno di un pezzo d'antiquariato, va precisato che è invece tuttora utilizzato nelle immersioni in particolare nei mari del Nord. E' stata solo una delle notizie che hanno incuriosito gli studenti, sorpresi dall'apprendere che un palombaro indossa un equipaggiamento il cui peso può raggiungere i cento chilogrammi. Il 7 dicembre scorso, nel corso di una esercitazione degli allievi del CEDIFOP, è stato sperimentato un elmo aperto ideato da Alberto Gasperin, presidente di Palombarus srl , e progettato da Maurizio Masucci. L'evoluzione tecnologica dell'elmo da palombaro, dai primi del Novecento a oggi, e del casco Kirby-Morgan è apparso evidente dalle immagini dei vari modelli.

Nella seconda parte dell'incontro è stato proiettato un video girato lo scorso ottobre durante una visita del CEDIFOP presso la tonnara Pesca Azzurra di Milazzo. Uno degli allievi del modulo in corso (febbraio-maggio 2008), già dipendente della stessa ditta messinese, ha spiegato quali sono in questo contesto professionale i compiti di un OTS e come si svolge l'allevamento del tonno rosso, in gran parte poi venduto sul mercato giapponese e trasformato in sushi. Quello della subacquea industriale è oggi uno dei settori con maggiori richieste di personale specializzato. Lo dimostra l'evoluzione nei corsi del CEDIFOP, a cui partecipano allievi provenienti da tutta Italia e, di recente, anche dall'estero. Alla conclusione del convegno gli studenti hanno ricevuto un attestato di partecipazione. Per loro si tratta di un percorso formativo che gli consente, da siciliani, di accostarsi a un patrimonio di storia e di cultura da riaffermare.

 

CEDIFOP news n. 21 - Marzo 2008 - articolo 039

OTS: impedimenti e regole per l'iscrizione al registro sommozzatori presso una capitaneria di porto

(di Manos Kouvakis)

Negli ultimi tempi, ci sono giunte diverse domande, sui possibili impedimenti, da un punto di vista medico/sanitario, all'iscrizione nel Registro Sommozzatori presso Capitaneria di Porto, domande come la seguente: "Ho 28 anni e vorrei prendere il brevetto OTS e quindi vorrei delle informazioni per quanto concerne la visita oculistica quante diottrie bisogna avere" .
Nell'affrontare una risposta che sia la piu generale possibile, per inquadrare le varie problematiche, ritengo opportuno sottolineare alcuni principi basilari.

Prima di tutto l'OTS, non è un brevetto ma un ATTESTATO di Qualifica Professionale, che può essere rilasciato da enti di formazione professionale, abilitati a svolgere questa tipologia di corsi e accreditati dalle regioni di appartenenza.
Insieme con l'attestato di qualifica professionale di OTS, l'ente di formazione gestore di questa tipologia di percorso formativo, deve rilasciare anche un Brevetto di "Sommozzatore Professionista", che va considerato come allegato all'attestato di qualifica professionale, secondo l'articolo 3 comma 6 del Decreto Ministeriale del 1979 che ha istituito il Registro Sommozzatori in servizio locale presso le capitaneria di porto (esiste un "brevetto" di "sommozzatore sportivo", ma non è valido per l'iscrizione alla Capitaneria di Porto).
Iscrizioni senza questi due requisiti fondamentali, che garantiscono la professionalità del percorso formativo, se erroneamente accettati, dovrebbero essere revocati dalla Capitaneria stessa, visto che la legge attualmente in vigore, D.M. 13 gennaio 1979, in Gazz. Uff., 16 febbraio, n. 47 Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale, recita cosi: "... aver conseguito il diploma o attestato di qualificazione professionale, con allegato brevetto, di sommozzatore professionista o perito tecnico addetto ai lavori subacquei presso un istituto statale o presso scuole o centri di formazione e qualificazione professionali, legalmente riconosciuti dallo Stato o dalle regioni...".
In assenza di questi requisiti, le iscrizioni, oltre ad essere incomplete, possono essere causa di inadeguata applicazione delle condizioni di sicurezza, favorendo chi vorrebbe operare da OTS, senza una preparazione di base, derivante da un percorso formativo adeguato, visto che a volte - fatto dovuto a una mancanza legislativa nel settore della formazione - enti senza l'esperienza necessaria nel settore della subacquea industriale, nella docenza e principalmente nelle attrezzature utilizzate, propongono corsi similari dando una formazione tipica della subacquea sportiva/ricreativa e non industriale, non garantendo cosi un percorso formativo che tutela l'allievo sui minimi di sicurezza previsti dalle associazioni internazionali di categoria IDSA (International Diving Schools Association), IMCA (International Marine Contractors Association) , AODC (Association of Diving Contractors).

Insegnare ad operare in sicurezza, nella subacquea industriale, dovrebbe essere una priorità nei percorsi formativi proposti, e ciascuna Regione dovrebbe aumentare i controlli di qualità sugli Enti che programmano la realizzazione di questi corsi, tenendo presente che chi si occupa della subacquea industriale usa attrezzature e tecniche completamente diverse da quelli della subacquea sportiva.
Ma qui, oltre che alla mancanza legislativa a livello nazionale, ci si trova ad affrontare anche una scadente politica applicata dalle regioni (e non solo dalla Regione Siciliana) nel valutare la qualità contenutistica dei progetti di formazione. Una mancanza di regole che stabiliscano livelli di qualità accettabili, da parte delle scuole che vogliono inserire nei loro programmi formativi anche la qualifica di OTS, fa si che spesso l’allievo che segue un percorso formativo presso tali Enti - che poco o niente hanno a che fare con questa difficile specializzazione - si trova alla fine di un percorso lungo, senza la formazione adeguata per affrontare la realtà di cantiere, mettendo a rischio sia la propria incolumità, sia quella di chi opera con lui (uno degli ultimi incidenti mortali - anno 2005, lavori sulla condotta idrica dell’acquedotto di Capri - che ha coinvolto una ditta italiana è stato provocato dalla inadeguata preparazione professionale del supervisore dell'immersione ed a nulla sono valse le specifiche e le attrezzature messe a disposizione dall'azienda - vedi anche: atto Camera - Interrogazione a risposta scritta 4/06176, Seduta di annuncio: 272 del 23/01/2008: ...omissis... in un momento in cui l’Italia vive l’emergenza delle morti sul lavoro su cui anche il Capo dello Stato è più volte intervenuto si comprende bene quale disagio quotidiano vivono questi cittadini tenendo conto che la legge n. 123 del 3 agosto 2007 consente l’adozione di un decreto collegato che può colmare le gravi carenze in termini di sicurezza sul lavoro e che può dare dignità ai lavoratori subacquei italiani, i quali, oggi, a causa della distrazione del legislatore verso questi problemi sono considerati molto negativamente a livello internazionale...omissis... ).
Fa eccezione la Regione Emilia Romagna, che ha preso provvedimenti, con delibera della giunta Regionale, in data 07/03/07, e ha inquadrato la qualifica professionale di OTS, secondo i canoni internazionali, limitando chi proponeva tali percorsi formativi senza l’adeguato supporto di attrezzature, docenze qualificate e collegamenti con le ditte che operano nel settore.
Certamente in questi casi, seguendo un percorso formativo diverso da quello che ricade nel settore industria (l'OTS rientra nella categoria dei lavoratori metalmeccanici), con percorsi formativi tipo: archeologo subacqueo, guida subacquea, operatore subacqueo per parchi e riserve marine, ecc, l'Ente di formazione, che non ha titoli specifici nel settore della subacquea industriale, può rilasciare un attestato, valido come titolo di studio, ma che non può essere accompagnato da un brevetto di "sommozzatore professionista", e quindi l'attestato è inadatto alla richiesta d'iscrizione al Registro Sommozzatori presso una Capitaneria di Porto.
Bisogna sottolineare che per il solo taglio subacqueo, tipologia di lavoro a cui è abilitato un OTS, si sono registrati, sui cantieri di lavoro, negli ultimi anni, 39 incidenti mortali - dichiarazioni del presidente dell'IDSA G. Melegari - vedi video: G.Melegari - dinamica di incidenti subacquei : http://www.cedifop.it/video/video_23.htm ).

Ritornando alle modalità d'iscrizione al Registro Sommozzatori dal punto di vista sanitario, nello stesso articolo 3, al comma 3 del Decreto ministeriale 1979, per quanto riguarda la parte sanitaria, cita cosi nei requisiti:
"Per ottenere l'iscrizione nel registro sono necessari i seguenti requisiti:... omissis... sana e robusta costituzione fisica, esente da difetti dell'apparato cardio-vascolatore e otorinolaringoiatrico nonché da alterazioni del sistema neurologico e psichico, accertata dal medico di porto o - in sua assenza - da un medico designato dal capo del compartimento, che si avvarrà a tal fine della scheda sanitaria allegata al presente decreto: saranno comunque esclusi gli obesi ed i soggetti dediti all'alcool;"
I requisiti fisici e gli esami medici sono stabiliti in 4 pagine pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n. 47 del 16/02/1979, pag. 1941-1942-1943 e 1944.
Inoltre, "la persistenza dei requisiti fisici di cui al n. 3) è condizione per l'esercizio della professione ed è soggetta a controllo almeno annuale da parte del medico di porto."
Da queste pagine ogni Capitaneria di Porto ha estrapolato un elenco di visite mediche da esibire insieme all'attestato di OTS e al brevetto di sommozzatore professionista all'atto dell'iscrizione. E' possibile, quindi, che l'elenco delle visite mediche richieste differiscano leggermente da capitaneria a capitaneria.
Ad esempio, l'elenco delle visite mediche per l'iscrizione presso la Capitaneria di Porto di Palermo è il seguente:
Test psicofisico attitudinale tra cui esame”prove in camera iperbarica” (con prove a 50 metri); Esame spirometrico con esecuzione di curva flusso-volume; Visita o.r.l. + esame audiometrico-impedanzometrico + Studio del nv registrato spontaneo e provocato; RX torace-2proiezioni(A/P e L/L); Visita cardiologia con ECG da sforzo al cicloergometro o al tappeto rotante; visita neurologica (E.E.G. necessario per la prima iscrizione); esami di laboratorio: azotemia,glicemia, ves, indice di katz, emocromo completo, creatininemia, tempo di quick(attivita’ patrombinica) ptt; esame urine completo - (gruppo sanguigno Prima iscrizione); visita oculistica + F.O..
Non esiste quindi un limite sulle diottrie previsto per legge, anche se il parere del medico di porto, in casi molto particolari, può essere vincolante.

 

CEDIFOP news n. 20 - Febbraio 2008 - articolo 038

Esami di qualifica OTS e prospettive occupazionali  

(di Nini Radicini)

L'1 febbraio si è svolto l'esame finale del corso per OTS - Operatore Tecnico Subacqueo organizzato dal CEDIFOP di Palermo. Dopo la prova scritta del giorno precedente, la commissione esaminatrice, presieduta da un funzionario dell'Assessorato al Lavoro e della Formazione Professionale della Regione Siciliana, ha valutato gli allievi per le capacità tecniche acquisite durante il percorso formativo sviluppato durante il corso di settembre-dicembre 2007. Il conseguimento dell'attestato di qualifica (valido come titolo di studi) dà ai corsisti la possibilità di iscriversi al Registro Sommozzatori della Capitaneria di Porto, in base alla legge risalente al '79, di cui si attende un adeguamento.

La subacquea industriale - settore occupazionale di riferimento per gli OTS - ha avuto uno sviluppo notevole negli ultimi anni, legato tra gli altri alla crescita del mercato petrolifero e al conseguente incremento dell'installazione di piattaforme in varie parti del mondo. In parallelo sono aumentati anche gli investimenti tecnologici nell' equipaggiamento e negli strumenti utilizzati dagli OTS, ad esempio con lo sviluppo dei ROV - Remote Operated Vehicles, robot in grado di svolgere una serie di operazioni sottomarine in particolare laddove le condizioni ambientali risultano proibitive.

La prova d'esame si è svolta presso la piscina Hydra di Villabate (prov. Palermo). Gli allievi hanno realizzato due postazioni. Controllata la funzionalità dell'attrezzatura standard (Pannello di controllo, casco Kirby-Morgan, cavo ombelicale), ognuno di loro ha eseguito una immersione. Alcuni hanno anche usato l'equipaggiamento da palombaro, grazie alla collaborazione con la Palumbarus srl. Un’ attenzione notevole è stata dedicata alle verifiche di sicurezza dei dispositivi. E' fondamentale che gli allievi si abituino a considerarlo momento essenziale della loro professione.

Il controllo specifico di ogni passo che precede l'immersione è parte decisiva della cultura dell'OTS, istruito in tal senso durante il corso sia attraverso gli insegnamenti degli istruttori sia con l'utilizzo della Check List, protocollo ideato nel quadro dello svolgimento di un lavoro o di una esercitazione, che punto per punto indica le operazioni di controllo da svolgere, ognuna delle quali da espletare prima di passare alla successiva. A dimostrazione della rilevanza di questa fase, nel progetto di adeguamento normativo in materia di subacquea - tra i cui promotori vi è il CEDIFOP - il capitolo della sicurezza e della tutela della salute è considerato prioritario.

L'esame è stato superato da tutti gli allievi. Adesso per loro inizia l'avventura nel mondo del lavoro. C'è da precisare che alcuni di loro hanno già esperienza diretta in vari rami della subacquea. In riferimento alla composizione della classe, del corso appena concluso, vi erano allievi provenienti dal settore degli impianti di allevamento del tonno, qualcuno dalla ricerca oceanografica, un altro inviato dalla riserva marina di Porto Cesareo (Puglia) per essere formato come OTS.

Il breve tempo che intercorre tra la fine del corso e lo svolgimento degli esami è in linea con la necessità degli OTS di poter subito essere disponibili per le aziende. Dalle statistiche si rileva un tasso di occupazione molto alto. E' questo un settore in cui la domanda è pressoché superiore all'offerta. Gli OTS ben qualificati sono richiesti da una molteplicità di aziende ed enti: tutte quelle che devono svolgere lavori in fondo al mare. Ne sono prova le prime notizie che arrivano dagli allievi appena qualificati. Uno di loro è stato contattato da una azienda per essere impiegato in una piattaforma in Messico. Un altro, da una azienda scozzese.

Finora tali corsi hanno avuto la caratteristica di essere composti da allievi provenienti da tutta Italia, con età tra i 18 e i 50 anni. Il prossimo modulo formativo segnerà un nuovo traguardo nella costante crescita di immagine del centro: la presenza di un allievo proveniente dalla Croazia.

La qualità della formazione svolta al CEDIFOP è confermata dai riscontri ottenuti presso le massime organizzazioni della subacquea (tra cui IDSA - International Diving Schools Association) e sostenuta dalla presenza sui mass media che con sempre maggiore frequenza riportano notizie, articoli, filmati, delle esercitazioni svolte e delle iniziative. Il nuovo modulo del corso per OTS inizia il 15 febbraio 2008.

 

CEDIFOP news n. 20 - Febbraio 2008 - articolo 037

La programmazione e le attività del CEDIFOP per il 2008

□ Febbraio 2008 - partecipazione al progetto “Un mare……..di risorse” su invito della Lega Navale - delegazione di Favignana (TP). Il progetto prevede la collaborazione del CEDIFOP per la divulgazione della figura dell'OTS e del mondo della subacquea industriale, attraverso incontri con allievi del liceo. Il progetto sarà inaugurato venerdì 8 febbraio p.v., presso i locali dell’ IPCL di Palermo, Istituto Ninni Cassarà, Via Don Orione, 44 Palermo.

□ Febbraio 2008 – Inizia il primo corso libero per OTS (periodo 15 febbraio/21 maggio 2008 - 480 ore) con 20 allievi provenienti da tutto il territorio nazionale e, per la prima volta, con la partecipazione di un cittadino extracomunitario di cittadinanza croata.

□ APRILE 2008 - eventuale inizio (previa autorizzazione da parte della Regione Siciliana) di un corso a finanziamento pubblico (900 ore - periodo APRILE/SETTEMBRE 2008) riservato a 15/20 corsisti disoccupati residenti nel territorio siciliano per la formazione di 15/20 OTS esperti in allevamenti offshore.

□ Aprile/Maggio 2008 - audit per il completamento del percorso, già avviato dal 2005, che vedrà CEDIFOP diventare full member IDSA.

□ Maggio 2008 – partecipazione, insieme con la PALUMBARUS srl, alla manifestazione DYNAMIC DIVE EXHIBITION che si svolgerà dal 9 all' 11 Maggio sul Lago Maggiore .

□ Maggio 2008 - eventuale inizio (previa autorizzazione da parte della Regione) di un corso a finanziamento pubblico (600 ore - periodo maggio/settembre 2008) riservato a 15/20 corsisti disoccupati, residenti nel territorio siciliano, nel settore della subacquea sportivo ricreativa, per la formazione di 15/20 guide subacquee esperti dive master.

□ Settembre 2008 – Inizia il secondo corso libero per OTS (durata 480 ore svolti, in 3 mesi solari – periodo settembre/dicembre 2008) con 20 allievi provenienti da tutto il territorio italiano.

□ Periodo ottobre/novembre 2008 – partecipazione al meeting annuale IDSA che si svolgerà negli USA. Nel contempo saranno definite le basi per il meeting del 2009 che si svolgerà a Palermo (la candidatura per il meeting del 2009 a Palermo è stata proposta durante il meeting del 2007 svoltosi in Finlandia - su invito del CEDIFOP in qualità di membro associato IDSA e della PALUMBARUS srl in qualità di membro industriale IDSA).

□ Periodo ottobre/novembre 2008 – Convegno II edizione:" Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche" per una proposta legislativa in tema di operatore tecnico subacqueo.

 

CEDIFOP news n. 20 - Febbraio 2008 - articolo 036

CEDIFOP: Conseguita la certificazione ISO 9001  

(di Nini Radicini)

A inizio dicembre 2007, il CEDIFOP ha ottenuto la certificazione ISO 9001 / UNI EN ISO 9001 2000 per la progettazione e l'erogazione di corsi di formazione professionale. Un traguardo di rilievo per il centro specializzato in corsi per OTS - Operatori tecnici subacquei. Il traguardo è stato raggiunto dopo lo svolgimento della procedura di verifica compiuta dall'ente certificatore, la SGS.

ISO è una organizzazione internazionale di standardizzazione riconosciuta da 178 stati. Elabora norme per il settore industriale e commerciale, poi recepite dagli aderenti. Si articola in comitati su scala continentale e nazionale. L'obiettivo della normativa ISO è certificare la qualità di un'azienda o di un ente, ovvero certificare che il prodotto realizzato sia conforme a standard prestabiliti. ISO prevede standard per ogni fascia di produzione. Così, ad esempio, un'azienda automobilistica che decidesse di produrre utilitarie invece che auto di lusso, per ottenere la certificazione deve raggiungere gli standard indicati da ISO per quella fascia di produzione. Le norme ISO considerano una serie di parametri ritenuti critici e fondamentali per l'attività di chi richiede la certificazione. La normativa può essere richiesta in qualsiasi settore perché applica una procedura che si sviluppa attraverso una serie di passaggi: programmazione dell'attività, registrazione, controllo. Quest'ultimo punto stabilisce se l'attività del richiedente è all'interno degli standard previsti. Tutto avviene attraverso regole scritte e registrazioni.

Dal gennaio 2008 la certificazione ISO 9001 è obbligatoria per i centri di formazione che vogliono rilasciare attestati di qualifica riconosciuti a livello statale (titolo di studio a tutti gli effetti). Per l'ente pubblico - in questo caso la Regione - rappresenta una garanzia della qualità delle modalità operative del centro, sottoposte a controllo periodico. Chi non è certificato potrà rilasciare attestati riconosciuti soltanto dallo stesso centro.

Da un punto di vista operativo, per l'azienda, la società, il centro, la certificazione rappresenta un'occasione per sistematizzare la sua catena produttiva, poichè vincola a riscontri oggettivi ed evidenzia funzioni che, fino ad allora, potrebbero essere state considerate secondarie. Ma non entra nel merito delle decisioni inerenti alla collocazione nel mercato. Sia il CEDIFOP, che si rivolge a una fascia alta del mercato formativo, sia coloro che fanno formazione orientandosi a un livello inferiore, per ottenere la certificazione devono raggiungere gli standard previsti per la loro specifica fascia. Il conseguimento della certificazione non stravolge il modo di operare, stabilisce invece capisaldi ineludibili. Da quel momento nulla, nell'attività produttiva, sarà lasciato all'interpretazione occasionale.

Quando si decide di ottenere la certificazione va stabilito innanzitutto se si è in grado di produrre la documentazione da presentare all'ente certificatore. In alternativa ci si può rivolgere a un consulente. Il passo successivo è l'applicazione di quanto indicato nella documentazione e la scelta dell'ente certificatore e del settore (es. esistono 39 settori commerciali). Ogni stato ha un ente sovrano (per l'Italia, UNI - Ente nazionale italiano di unificazione) che rilascia ad enti accreditati per singoli settori la possibilità di certificare le aziende. Gli enti di certificazione hanno accordi di mutuo riconoscimento, in modo che un certificato rilasciato da un ente italiano sia riconosciuto in tutti i paesi aderenti all'ISO. Allo stesso modo, un'azienda italiana certificata da un ente straniero sarà riconosciuta anche dall'Italia. Alla scelta dell'ente, alcuni dei quali nati da associazioni di categoria, si può arrivare per varie strade. Ad esempio, si può scegliere in riferimento all'esperienza dell'ente in un determinato settore. In questo caso l'azienda punta sulla credibilità delle ente, che rilasciandole la certificazione ne diventa garante della qualità.

Nel certificazione del CEDIFOP l'audit è stato incentrato sulla didattica, sulle qualità dell'equipaggiamento e dagli strumenti utilizzati dagli allievi OTS, sull'organizzazione interna, sulle verifiche precedenti e successiva allo svolgimento del corso.
Qualche giorno dopo, alla conclusione del corso svoltosi tra settembre e dicembre 2007 il CEDIFOP ha organizzato, presso il Porto di Palermo, un'esercitazione con l'utilizzo della campana aperta. L'avvenimento ha avuto eco sui mass media locali. Le riprese audiovisive sono nel sito www.cedifop.it.

 

CEDIFOP news n. 19 - Gennaio 2008 - articolo 035

Corso 02/PA/2007: Porto di Palermo  

(di Nini Radicini)

Venerdì 14 dicembre 2007 gli allievi del corso OTS - Operatore Tecnico Subacqueo del CEDIFOP hanno svolto una importante esercitazione presso il molo Vittorio Veneto del Porto di Palermo. Una immersione, in tenuta da OTS e palombaro, con l'utilizzo della campana aperta, una struttura dal peso di circa una tonnellata, realizzata in modo da creare una bolla d'aria utilizzabile dal sommozzatore. E' dotata di postazioni per almeno due bombole esterne di emergenza e l'aggancio per la decompressione, in modo che la testa rimanga fuori dall'acqua in caso di svenimento. Le immersioni con utilizzo di miscela d'aria possono arrivare fino a 50 metri di profondità e il numero di componenti di una squadra varia in funzione del tipo di operazione da eseguire. Il primo progetto fu realizzato intorno al 1500 e il nome le fu assegnato data la somiglianza con le campane utilizzate nelle chiese. Dopo le versioni iniziali soggette spesso a cedimenti, si ebbe una svolta quando fu deciso di agganciare un peso nella parte inferiore

L'esercitazione, è iniziata in condizioni meteorologiche avverse, poi parzialmente migliorate a beneficio degli allievi e degli istruttori incaricati di realizzare la postazione di lavoro. Le varie fasi di assemblaggio e controllo delle attrezzature, segnate nel registro operazioni (Check list), hanno visto stavolta anche la realizzazione di cabina multimediale, da cui seguire le riprese video condotte in immersione. La cabina era collegata tramite un cavo telefonico al pannello di controllo gestito dall'operatore addetto alle comunicazioni. Il compito a lui assegnato risultava più articolato che in altre situazioni, dovendo gestire le indicazioni provenienti dal palombaro, dall'OTS, e dalla cabina, e impartire istruzioni, sia a loro sia all'addetto alla gru che manovrava il movimento della campana.

Molto interesse ha suscitato la partecipazione di sub in tenuta da palombaro. I primi nuotatori antenati dei moderni palombari si ebbero in Grecia. Erodoto racconta le gesta di uno essi, di nome Syllias, che visse nel V secolo a.C. Circa cento anni dopo, Alessandro Magno li impiegò per togliere gli ostacoli che impedivano lo sbarco nella città di Tiro. I nuotatori ellenici si allenavano ogni giorno e i migliori erano in grado di scendere fino a 20 metri, rimanendo in immersione per un minuto e mezzo.

La vestizione segue un vero e proprio rituale, durante il quale vengono indossati, con una sequenza precisa i vari, componenti. La tuta, le scarpe zavorrate, il collare - bloccato con una serie di viti - su cui si aggancia l'elmo, costruito in bronzo (oppure in rame o in ottone). L'elmo permette al palombaro il collegamento con la superficie attraverso un cavo ombelicale, da cui riceve l'aria e altre funzionalità (comunicazione, linea di acqua calda, collegamento per telecamera, cavo per illuminazione). All'interno c'è una valvola di scarico, che come gli ugelli per l'aria, è attivata dal palombaro tramite precisi movimenti della testa. Il primo elmo, con caratteristiche moderne, fu progettato da Leonardo da Vinci. Era di cuoio, con un tubo per la respirazione che nella estremità superiore aveva un sughero per farla galleggiare in superficie. Inoltre era dotato di punte metalliche per proteggersi da eventuali attacchi di animali marini.

A seguire le fasi dell'esercitazione erano presenti anche testate giornalistiche e televisive. Oltre alla rilevanza sperimentale, l'iniziativa ha fornito agli allievi una ulteriore esperienza pratica di cui beneficiare in ambito professionale, dato che questo tipo di operazioni sono frequenti nei lavori svolti sulle piattaforme. Per loro, che hanno iniziato il corso a settembre, si è trattato dell'ultima significativa applicazione pratica delle conoscenze didattiche acquisite (la conclusione del modulo è pochi giorni dopo). Tutti hanno avuto l'opportunità di sistematizzare le propria formazione utilizzando strumenti specifici del settore della subacquea industriale e operare, attraverso le tante esercitazioni fin qui organizzate, in una serie di contesti professionali: dalla rilevazione batimetrica di una fondale marino, al lavoro di taglio una superficie metallica; dalle operazioni in un impianto ittico alle riprese video subacquee.

Oltre ad essere parte del programma, questa iniziativa rappresenta un traguardo importante per il CEDIFOP, in un anno caratterizzato da una serie di riscontri di prestigio. Su tutti, l'organizzazione del convegno sulla legislazione in materia di subacquea e l'attenzione dedicata al Centro dai mass media (es. lo speciale realizzato da Oasi Tv, in onda a novembre su Sky). Da sottolineare inoltre il recente conseguimento della certificazione Iso 9001 e l'avvio del percorso per l'adesione da Full Member a IDSA - International Diving Schools Association.

 

CEDIFOP news n. 19 - Gennaio 2008 - articolo 034

Palermo: immersione per gli allievi del CEDIFOP  

(di Salvatore D'Anna)

Immersioni nelle acque del porto di Palermo per gli allievi OTS del centro studi Cedifop, la scuola di formazione per operatore tecnico subacqueo specializzato diretta da Manos Kouvakis. La mattina del 14 dicembre, presso il molo Vittorio Veneto dello scalo palermitano, si è svolta l'esercitazione che ha visto, secondo gli standard IDSA (International Diving Schools Association), l'immersione di un palombaro e di un sommozzatore OTS tramite l'uso di una campana aperta e del R.O.V. (Remotely Operated Vehicles).
Per la prima volta in assoluto il CEDIFOP ha messo a disposizione dei suoi allievi la campana aperta, uno strumento che permette al tecnico di immergersi in acqua fino a una profondità di 30/50 metri: l'operatore prende posto all'interno della campana, che poi viene calata direttamente sul fondale. Una sorta di vero e proprio "ascensore" che riduce al minimo i rischi per il sommozzatore.
Ha assistito all'esercitazione Giulio Melegari, presidente dell'IDSA, che ha tenuto anche una lezione teorica agli allievi OTS sul tema "dinamica di incidenti subacquei". L'IDSA è un'associazione internazionale nata 26 anni fa che riunisce le scuole di 34 nazioni che fanno formazione professionale per sommozzatori e subacquei. In Italia sono solo due le scuole che ne fanno parte. Una è, appunto, il CEDIFOP di Palermo, che si avvia a diventare "full member" IDSA.
"L'Italia ha da sempre una grossa tradizione nel settore delle immersioni - ci dice Melegari - e oggi può contare su strutture all'avanguardia e di ottima qualità come il CEDIFOP. Purtroppo, però, scontiamo gravi carenze legislative. Non c'è una legge che differenzi con chiarezza la figura dell'OTS sia da chi si occupa di subacquea sportiva, sia dai normali operai. Per la legge oggi l'OTS è un normale metalmeccanico. Gli altri Paesi, da questo punto di vista, sono molto più avanti di noi".
Palermo, intanto, è candidata ad ospitare il meeting internazionale dell'IDSA nel 2009, che di anno in anno vede alternarsi nella sua organizzazione gli Stati Uniti e un paese europeo tra quelli membri.