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CEDIFOP articoli 2010
12-05-15

 

©  CEDIFOP 2004 tutti i diritti riservati

La storia CEDIFOP raccontata in 101 articoli, pubblicati in 54 news mensili dal 2006 ad oggi
 

Anno 2010 (n. 23 articoli)


CEDIFOP news n. 54 - Dicembre 2010 - articolo 101

Subacquea industriale e Scuola, 2^ edizione a cura di CEDIFOP e ITIS "A. Volta" di Palermo

(di Nini Radicini)

L'11 e il 12 novembre 2010 si è svolto un incontro organizzato dal CEDIFOP e dall'Istituto Tecnico Industriale "Alessandro Volta" di Palermo, orientato alla promozione della subacquea industriale e della cultura del mare applicata in ambito professionale. L'iniziativa, alla seconda edizione dopo quella del 2009, prosegue la collaborazione tra il CEDIFOP di Palermo, specializzato nella formazione di OTS (Operatori Tecnici Subacquei), e l'ITIS "A. Volta", istituto tra i più frequentati in Italia (più di duemila studenti). Una collaborazione fondata sulla complementarietà tra qualificazione professionale nell'ambito della subacquea industriale e la tipologia di studi dell'Istituto. Uno dei risultati di tale collaborazione è lo stage degli allievi dei corsi OTS del CEDIFOP nei laboratori/officina dell'ITIS "A. Volta".

Alla manifestazione hanno anche partecipato, per la prima volta, oltre agli allievi OTS del CEDIFOP del corso settembre-dicembre '10, provenienti da varie regioni Italiane (Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), anche la Capitaneria di Porto di Palermo rappresentata dal Comandante di Corvetta (C.P.) Tino Alongi e una delegazione del 37° stormo (aeroporto militare di Trapani Birgi) guidata dal Maresciallo Salvo Anello.

Alle varie classi di studenti che si sono susseguite nell'aula assegnata dall'Istituto, allo stand del CEDIFOP, il docente Francesco Costantino, ha descritto le caratteristiche della subacquea industriale e della professione di OTS, sottolineando le differenze con la subacquea sportiva. E' stato presentato l'equipaggiamento utilizzato da un OTS ed evidenziate le specificità professionali, tra cui la possibilità di svolgere i lavori in immersione con disponibilità continua di aria, inviata dalla superficie, e il collegamento in audio e video costante dell'operatore con la postazione a terra, attraverso una delle funzioni del cavo ombelicale. E' stato descritto il corso di formazione per OTS del CEDIFOP, le opportunità lavorative e le specializzazioni successive. Alla conclusione di ogni sessione, gli studenti, oltre a porre domande relative in particolare alle prospettive professionali e alla sicurezza sul lavoro, hanno avuto la possibilità di provare il casco Kirby Morgan, constatandone le funzionalità in particolare il collegamento audio.

La formazione nella subacquea industriale e le specificità dell'ITIS "A. Volta" trovano un punto di incontro ideale nella meccanica, in particolare nell'ambito delle operazioni di saldatura e taglio; attività in cui un OTS può essere impiegato e, di recente, la sua rilevanza, come ambito professionale, è aumentata. Per un allievo del CEDIFOP la saldatura e il taglio subacqueo sono materia del corso, sia con lezioni di teoria sia con esercitazioni. In tal modo si ha una preparazione molto più ampia, che rende possibile seguire anche le fasi precedenti e successive allo svolgimento del lavoro (es. pianificare il tipo di intervento, compiere riprese video in immersione, redigere una relazione su quanto svolto), così come è di norma nell'ambito dell'industria energetica (petrolio, gas naturale) per la installazione e la riparazione di oleodotti e gasdotti; per la riparazione e la costruzione di navi; per lavori nelle piattaforme petrolifere.

Lo stage CEDIFOP/ITIS "A.Volta" ha rappresentato una ottima occasione di convergenza tra scuola e formazione professionale, in particolare in un settore in cui sono molto richieste figure professionali specializzate, sia dal punto di vista dell'abilità in lavori subacquei sia nella conoscenza delle necessarie procedure di sicurezza, che cominciano già prima dello svolgimento del lavoro in immersione, come sempre sottolineato nei corsi del CEDIFOP. Agli studenti è stato evidenziato quanto sia importante seguire un percorso formativo coerente, fondato sulla qualità dei programmi e sulla linearità nella eventuale specializzazione. Il CEDIFOP applica gli standard formativi di IDSA (International Diving Schools Association) e, a seguito della sua adesione come "Full Member", può specializzare gli OTS fino al livello "Top Up", in una sequenza di corsi di formazione, ("OTS", "OTS - IDSA LEVEL 2", "DIVER MEDIC/IMCA" - "OTS - TOP UP - IDSA LEVEL 3"), garantendo i più alti standard di qualità e specializzazione specifica del settore.

 

CEDIFOP news n. 54 - Dicembre 2010 - articolo 100

Cosa significa:

(di Manos Kouvakis)

Sommozzatore: persona in possesso “dell'attestato di qualifica professionale, con allegato brevetto, di operatore tecnico subacqueo (sommozzatore) rilasciati da istituti di Stato o legalmente riconosciuti ovvero essere in possesso dell'attestato conseguito al termine dei corsi di formazione professionale effettuati secondo le modalità previste dall'art. 5 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, e dalle relative leggi regionali di attuazione” (Decreto Ministeriale 2 febbraio 1982 n. 144200), che partecipa all’esecuzione dei lavori subacquei.

Attività lavorativa subacquea di BASSO FONDALE: qualsiasi tipo di operazione subacquea da svolgersi, a scopo non diportistico, da una batimetrica di 0 mt. e fino ad una batimetrica di – 50 mt. (meno/cinquanta), condotta utilizzando aria compressa per la respirazione ed eseguita da sommozzatori equipaggiati con ombelicale collegato direttamente alla superficie.

Attività lavorativa subacquea di ALTO FONDALE: qualsiasi tipo di operazione subacquea da svolgersi, da una batimetrica superiore ai – 50 mt. (meno/cinquanta), con l’uso di impianti per alti fondali e camera di decompressione.

INSHORE DIVING; (definizione tratta dal sito di HSE) - tutte le attività lavorative subacquee in prossimità della costa per effettuare lavori di ingegneria civile, in banchine, porti, fiumi, canali sotterranei, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche o piscine artificialmente costruiti; lavori connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, che implicano il rigoroso rispetto delle norme su salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
L'inshore diving non comprende le immersioni: profonde oltre i -50 m. (meno cinquanta) o in connessione con impianti offshore e gasdotti, immersioni tecniche con utilizzo di campana chiusa o saturazione; immersioni effettuate dalle navi con impiego di posizionamento dinamico. Immersioni per le quali esiste una qualifica che li riconduce alle immersioni previste per l’Offshore Diving

OFFSHORE DIVING: (definizione tratta dal sito di HSE) - tutte le attività lavorative subacquee in collegamento con gli impianti offshore, pozzi, gasdotti, immersioni tecniche con utilizzo di campana chiusa e tecniche di saturazione, immersioni effettuate dalle navi con l'impiego di posizionamento dinamico.
(N.B.: Le definizioni di "INSHORE" o "OFFSHORE", non dipendono dalla profondità dell'immersione cioè dal "BASSO" o "ALTO" fondale, o dalla DISTANZA DALLA COSTA, ma SOLAMENTE dal tipo di attività lavorativa da effettuare durante l'immersione. Cioè non tutte le attività subacquee lavorative svolte entro i - 50 metri o entro le 12 miglia sono attività INSHORE e non sempre l'OFFSHORE è oltre ai - 50 metri o oltre le 12 miglia).

SCUBA: Tecnica di immersione condotta con sistema singolo ed autonomo di respirazione, costituito da erogatore a circuito aperto e bombola.
(N.B.: Immersione in SCUBA non significa - come viene interpretato nella maggior parte dei casi - immergersi con l'ausilio di un erogatore che è uno strumento che caratterizza una immersione di tipo sportivo/ricreativo - ma ottenere l'aria da una bombola portata anche sulle spalle. Ad esempio, nel caso di immersione con l'uso di un Gran facciale o anche di un Kirby Morgan, collegato alla bombola portata sulle spalle, l'immersione va classificata come SCUBA).

SSDE: Tecnica di immersione con gas respiratorio fornito dalla superficie.

TOP UP; Certificazione abilitante per le immersioni di Basso Fondale in offshore, con immersioni in SSDE dai -30 ai -50 metri di profondità con l'uso della campana aperta (wet bell) e muta ad acqua calda (hot water suit) e moduli specifici di addestramento.

H.S.E.: Ente governativo della Gran Bretagna, che si occupa delle norme e degli standard di sicurezza sul lavoro;

I.D.S.A.: Associazione privata, che si occupa degli standard e dei contenuti formativi da applicare nei corsi per la formazione dei Commercial Diver, nei vari livelli della subacquea industriale;
(N.B.: IDSA si occupa SOLAMENTE DELLA FORMAZIONE DEI COMMERCIAL DIVER, e la sua importanza, sta nel fatto che ha creato dei percorsi formativi, aggiornati con cadenza annuale durante i meeting degli associati, che vengono adottati da quelle scuole - 17 in ambito internazionale - che hanno accettato un controllo (audit) da parte dell'associazione (soci Full members). Un esempio analogo lo troviamo nella subacquea sportivo/ricreativa, dove un corso, ad esempio PADI/OPEN WATER, fatto in Italia da un istruttore PADI, è uguale allo stesso corso fatto in Australia da un'altro istruttore PADI).

I.M.C.A.: Associazione privata, che certifica le imprese subacquee nell'applicazione delle norme di sicurezza emanate dall' H.S.E..
(N.B.: I.M.C.A. NON PUO' FARE CORSI PER OTS, O CERTIFICARE CORSI DI OTS FATTI DA ALTRI, MA SOLAMENTE CORSI CHE RIGUARDANO LA SICUREZZA O IN COLLEGAMENTO CON ESSA, COME AD ESEMPIO CORSO DI "DIVER MEDIC" O CORSI SI "SUPERVISORE DI BASSO FONDALE" O "SUPERVISORE DI ALTO FONDALE" (ABILITANO CHI E' GIA' DA ANNI "COMMERCIAL DIVER" A COMPITI DI RESPONSABILITA' E CONTROLLO IN SUPERFICIE). IMCA FA PROPRIE LE DIRETTIVE DELL'H.S.E.).

 

CEDIFOP news n. 53 - Novembre 2010 - articolo 099

28° meeting IDSA 2010 a Rotterdam

(di Nini Radicini)

Si è svolto a Rotterdam (Paesi Bassi), dal 13 al 15 ottobre, il 28esimo meeting di IDSA (International Diving Schools Association). Presenti i delegati di scuole di formazione nel settore della subacquea industriale aderenti all'Associazione, provenienti da 16 stati tra Europa, Africa, America, Asia. Presenti inoltre, come osservatori, il Vice Presidente della Commissione Lavoro e Formazione Professionale dell'Assemblea Regionale Siciliana, On. Salvatore Lentini, e il rappresentante dell'Ispettorato del Lavoro Norvegese, Tor Fjelldal, per la verifica dell'applicazione del Protocollo di Lisbona sulle qualifiche professionali a livello Europeo con i corsi IDSA, in riferimento alla direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
Nel suo discorso di saluto, L’On. Lentini ha voluto sottolineare l’importanza che la Regione Siciliana ha attribuito negli ultimi anni all’IDSA “Proprio per l'importanza di queste attività e per le forti prospettive di sviluppo di questo settore da alcuni anni la Regione Siciliana ha iniziato a guardare con attenzione alle attività dell'IDSA, che viene da parte nostra riconosciuta come punto di riferimento credibile e solido.….La mia presenza qui è conferma dell'attenzione e della volontà di incrementare la collaborazione da parte dell'Amministrazione regionale …La Regione Siciliana, che dispone di un'ampia autonomia legislativa ed amministrativa, gestisce diversi fondi ed interventi propri, nazionali e dell'Unione Europea finalizzati allo sviluppo economico ed alle attività di formazione professionale. Prevediamo, tra l'altro, di dotarci di una specifica legge che regolamenti la formazione dei “commercial divers”, garantendo i più alti standard di qualità e sicurezza, visto anche il crescente interesse dei giovani verso questa attività lavorativa tanto importante per la crescita economica della nostra isola e, come già avviene, aumentando la cooperazione con i paesi del Mediterraneo in questo settore.”
Il CEDIFOP di Palermo - "Full member" IDSA dal 2009 - promotore e organizzatore della edizione dello scorso anno svoltasi nel capoluogo siciliano, ha partecipato quest'anno con una delegazione composta dal direttore Manos Kouvakis e da due docenti, Francesco Costantino e Marcello Vinciguerra. All'assemblea, presieduta da Leo Lagarde, il Centro di formazione di Palermo ha presentato una serie di proposte in ambito organizzativo e promozionale, al fine di rafforzare la presenza di IDSA negli organismi normativi internazionali, evidenziandone il ruolo nell'ambito della subacquea industriale, sostenuto da un lavoro costante di aggiornamento degli standard formativi.
Sul versante dello sviluppo normativo, il CEDIFOP, ha sottolineato l’importanza del CEN (Comité Européen de Normalisation) e delle organizzazioni presenti nei singoli Stati per la creazione di norme a livello nazionale (in Italia è l'UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione), proponendo che le scuole di formazione europee, aderenti ad IDSA, si associno ai rispettivi enti normativi nazionali, per collaborare alla creazione di una normativa europea che riguarda gli standard della subacquea industriale.
La proposta del CEDIFOP deriva dalla sua adesione recente a UNI come socio effettivo e dalla partecipazione di Manos Kouvakis alla commissione sicurezza per gli aggiornamenti e le modifiche della norma italiana UNI 11366/2010 "Health and safety in diving and hyperbaric professional activities - Operative procedures".
Un altro punto, a cui si è chiesto di prestare una attenzione particolare, vista anche la presenza dell’Ispettore del Lavoro Norvegese, Tor Fjelldal, è la direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che riguarda il riconoscimento delle qualifiche professionali fra gli Stati dell’UE, nel merito IDSA, attualmente rappresenta una associazione che può proporre, a livello europeo, una piattaforma comune, in quanto gli standard formativi dell’associazione sono già riconosciuti in sette paesi Europei, per favorire la libera circolazione dei commercial diver, garantendo al tempo stesso adeguati livelli di qualifica. In tal senso l’applicazione degli standard IDSA, nella formazione dei Commercial Diver - nel rispetto della competenza degli Stati membri a decidere le qualifiche richieste per l'esercizio delle professioni sul proprio territorio, nonché il contenuto e l'organizzazione dei rispettivi sistemi di istruzione e di formazione professionale, come pure nel rispetto del diritto comunitario e in particolare di quello sulla libera concorrenza - rappresentano una serie di criteri che permettono di colmare l’ampia gamma di differenze sostanziali tra gli Stati membri, che regolamentano la professione in questione.
In tal senso è stata sottolineata l’importanza di stabilire una comunicazione costante con gli uffici di competenza della UE, per la promozione di quanto realizzato dall'Associazione.
Il CEDIFOP ha suggerito inoltre di dare maggiore rilevo alle procedure di audit periodici, per le scuole aderenti come full members e ai controlli sulla qualità dei soci Industrial members, in modo che vi siano riscontri costanti sulla qualità degli standard applicati.
La qualità nella formazione richiesta da IDSA agli aderenti e la specializzazione nel settore della subacquea industriale possono allora diventare motivo per la creazione di una banca dati di brevettati IDSA, gestita da IDSA e a disposizione dei soci Industrial members IDSA, ciò rappresenterebbe un punto di incontro di alto profilo qualitativo tra domanda e offerta di lavoro specializzato, tra Commercial diver e aziende del settore. Per gli iscritti vi sarebbe inoltre la possibilità di accedere ad aggiornamenti nel settore, per esempio relativi alle legislazioni nazionali in materia e alle tipologie di contratti.
Il meeting 2010 è stato organizzato dalla SMIT International, di Rotterdam, azienda storica (fondata nel 1842) del settore marittimo e leader mondiale nei recuperi e nelle maggiori operazioni marittime, come ad esempio il recupero di 41 relitti nel Canale di Suez, nel 1957, il recupero del sottomarino nucleare russo Kursk nel 2000, a 108 metri di profondità, stabilendo un record mondiale, in quanto era il più pesante relitto recuperato a quella profondità, la bonifica del relitto della petroliera Haven a Genova nel 2008 e tanti altri. Attualmente la SMIT dispone di una flotta di 400 navi di vario tipo e 5000 dipendenti di cui 2000 solo a Rotterdam.
Varie fasi della tre giorni di Rotterdam sono presenti in un video pubblicato nel sito del CEDIFOP (www.cedifop.it/video/video_99.htm). Nel 2011, il Meeting IDSA avrà luogo a Karlskrona, in Svezia.

 

CEDIFOP news n. 53 - Novembre 2010 - articolo 098

La Sicilia investe nella subacquea

(di Leonardo Lodato)

Si conclude domani a Rotterdam, in Olanda, la 28ª edizione del Meeting Idsa (International Diving School Association), che mette a confronto le più importanti didattiche di subacquea industriale.
Lo scorso anno, il meeting è stato ospitato a Palermo, sede del Cedifop (Centro di Formazione Professionale), diretto da Manos Kouvakis presente, a Rotterdam, insieme con i docenti Marcello Vinciguerra e Francesco Costantino.

A portare i saluti per conto della Regione siciliana, l’onorevole Salvatore Lentini, deputato all’Assemblea regionale siciliana e vicepresidente della commissione Formazione e Lavoro dell’Ars. Nel suo discorso, Lentini ha voluto sottolineare la forte vocazione dell’Isola per le attività nautiche in genere e per quelle subacquee in particolare.
«Oltre ai lavori nei fondali dei porti – ha spiegato Lentini - assumono grande importanza i gasdotti che ci collegano con il Nord Africa, le piattaforme petrolifere operanti nel Canale di Sicilia, le infrastrutture connesse all’industria chimica situata lungo le coste siciliane. È nostra intenzione - ha spiegato Lentini - sfruttare le opportunità e le sinergie per rendere la Sicilia il punto di riferimento strategico-geografico sia per la formazione dei “commercial divers”, che per l’eccellenza formativa nell’area del Mediterraneo».

Soddisfazione è stata espressa dal direttore del Cedifop, Manos Kouvakis, ente accreditato per tali attività e che ha al suo attivo anni di esperienza e riconoscimenti internazionali.

 

CEDIFOP news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 097

CEDIFOP: Corsi e Specializzazioni per OTS ad OSLO 28imo meeting IDSA 2010 a Rotterdam

(di Nini Radicini)

La nuova stagione del CEDIFOP, centro di formazione professionale di Palermo specializzato nella qualificazione di Operatori Tecnici Subacquei, sarà caratterizzata oltre che dalle due consuete sessioni di corsi per OTS (settembre/dicembre 2010 e febbraio/maggio 2011) da una serie di iniziative e corsi di specializzazione per Diver Medic/Imca (International Marine Contractors Association) nel gennaio/febbraio 2011 e di "Top Up" a luglio/agosto 2011. In fase di organizzazione della didattica relativa ai due corsi di specializzazione, il CEDIFOP sta potenziando la qualità della sua struttura formativa. In particolare, per quanto riguarda il corso di "TOP UP", ha previsto la partecipazione di un suo docente, Francesco Costantino, dal 26 settembre al 3 ottobre 2010, ad uno stage in Norvegia, presso la N.Y.D. - Norwegian School of Commercial Diving di Oslo (come CEDIFOP, NYD è una delle 17 scuole accreditate IDSA a livello mondiale - www.nyd.org), al termine del quale conseguirà l'abilitazione all'insegnamento nel corso di specializzazione per il TOP UP, secondo gli standard IDSA. Sia la possibilità di poter organizzare il corso di livello "Top Up" per OTS, sia la qualità specialistica nella formazione anche dei docenti, è effetto dell'adesione di CEDIFOP a IDSA (“Full member” da ottobre 2009) e dalla derivante necessità per il Centro di allinearsi, ed applicare, gli standard previsti, a livello internazionale, da tutte le scuole full members dell'Associazione.

Intanto è iniziato il corso per OTS di settembre/dicembre 2010. Partecipano venti allievi provenienti da varie regioni italiane: Lazio (1), Molise (1), Puglia (4), Campania (1), Sardegna (6), Sicilia (7). Una costante nelle classi di allievi OTS del CEDIFOP è proprio la varia provenienza regionale. Poco prima dell'avvio della nuova stagione formativa, il CEDIFOP è diventato Socio Effettivo UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). CEDIFOP ha manifestato l'intenzione di partecipare all'aggiornamento della normativa sulla formazione nella subacquea industriale e nell'area della "Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche industriali".

La finalità del CEDIFOP è la qualità della formazione, in modo da essere in linea con gli standard formativi richiesti agli OTS su scala internazionale e la sicurezza sul lavoro, riferimento essenziale sia nello svolgimento della didattica, sia nelle esercitazioni, sia, in senso più ampio, nella formazione culturale degli allievi. E' una conferma ulteriore del modo propositivo in cui il CEDIFOP prosegue l'attività formativa: promuovendo iniziative per la promozione della cultura del mare e delle professioni; sviluppando idee e progetti, quale ad esempio quello per un disegno di legge che aggiorni la normativa nel settore della subacquea industriale abbracciando sia il lato professionale che quello formativo.Il comparto della subacquea industriale è caratterizzato da una significativa domanda di professionalità e, al pari, di una professionalità che sia la più qualificata possibile. Una ricerca pubblicata ad inizio agosto 2010 in Gran Bretagna, ha rilevato che il settore delle energie alternative, in particolare quello della produzione di elettricità dal vento, richiederà nei prossimi sei anni oltre 2.200 subacquei industriali. I Commercial Divers (di cui l'OTS rappresenta la parte iniziale del percorso formativo) saranno impiegati sia nella installazione, sia nella manutenzione degli impianti. In particolare 1.700 saranno necessari nella fase di installazione, con una domanda di 500 Commercial Divers nel 2013, soprattutto da Germania e Gran Bretagna. Dal 2016, altri 500 Commercial Divers saranno richiesti per la manutenzione. Da notare che lo studio rileva come dal 2010 al 2016 la maggior parte degli Commercial Divers saranno richiesti per installazioni delle turbine a profondità 20-39 metri (molti dei progetti delle aziende del settore vengono realizzati offshore), con un aumento di quelle a più di 40metri (fino al 2008 la maggior parte delle turbine era installata tra 10-19 metri).

Dal 13 al 15 ottobre CEDIFOP partecipa alla conferenza annuale di IDSA, quest'anno a Rotterdam. Lo scorso anno fu organizzata a Palermo, su iniziativa del CEDIFOP. E' la 28esima edizione del meeting che riunisce le scuole IDSA da tutto il mondo, aderenti all'Associazione. Una occasione di incontro tra enti di vari stati, di confronto, di elaborazione e di aggiornamento degli standard formativi. Il CEDIFOP, che parteciperà con una nutrita delegazione di 9 unità, prevede la presentazione di una serie di proposte in ambito tecnico, organizzativo e promozionale.

 

CEDIFOP news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 096

Cedifop diventa socio Uni.
Un ulteriore standard che qualifica la professionalità dei corsi per Ots della scuola di Palermo

(di Giovanni Di Gregorio)

Lo scorso giugno è entrata in vigore la “norma Uni” intitolata “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria - Procedure operative”. La norma specifica definisce i criteri e le modalità per l’esecuzione di attività subacquee ed iperbariche professionali a servizio dell’industria, le caratteristiche delle attrezzature e degli equipaggiamenti utilizzati ed i requisiti di natura professionale che deve possedere il personale coinvolto, tali da garantire la sicurezza e la tutela della salute dei medesimi lavoratori durante l’espletamento ditali attività.

L’Uni, Ente nazionale italiano di unificazione , è un’associazione privata senza fine di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario (tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico), rappresentando l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (Cen) e mondiale (Iso).

Scopo dell’Ente è l’elaborazione di norme tecniche che contribuiscano al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema economico- sociale italiano e che siano strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competitività, alla promozione del commercio, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità dei prodotti e dei processi. I soci Uni sono imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e istituti scolastici che aderiscono a queste regolamentazioni volontarie. Da settembre 2010 il centro studi Cedifop è diventato socio effettivo dell’Uni, posizione che gli consente di partecipare ai lavori delle commissioni tecniche per contribuire alla definizione delle normative e alle successive revisioni. Un ulteriore riconoscimento che certifica la professionalità e qualità dei corsi per Ots del Cedifop

 

CEDIFOP news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 095

CEN e i Soci UNI da Palermo

Il Comitato europeo di normazione (European Committee for Standardization in inglese, Comité européen de normalisation in francese), meglio noto con l'acronimo CEN, è un ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche (EN) in Europa in collaborazione con enti normativi nazionali e sovranazionali quali per esempio l'ISO.
Il CEN, fondato nel 1961, lavora in accordo alle politiche dell'Unione europea e dell'EFTA (Associazione europea di libero scambio) per favorire il libero scambio, la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori, la protezione dell'ambiente, eccetera.
Gli standard europei prodotti dal CEN sono normative armonizzate e adattate dai singoli Paesi che li accolgono, come per esempio l'UNI in Italia.
In Europa, i Paesi membri del CEN Comitato Europeo di Normazione, sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia Portogallo, Romania, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia Svizzera e Ungheria.
In questi Paesi operano organizzazioni nazionali di normazione per la creazione di norme a livello nazionale. In Italia l’organizzazione nazionale equivalente è l’UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che è un’associazione riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica norme tecniche volontarie.
In Italia l'nserimento del CEDIFOP, come socio effettivo UNI, e la partecipazione alla commissione sicurezza per gli aggiornamenti e le modifiche della norma italiana 11366 “Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria - Procedure operative” (titolo inglese: “Health and safety in diving and hyperbaric professional activities - Operative procedures”); permetterà di sottolineare l’importanza dei percorsi formativi adottati dal CEDIFOP, nella parte della normativa che riguarda la formazione dei commercial diver, dove l'OTS Italiano, rappresenta la parte iniziale di un percorso formativo più completo, se confrontato agli standard formativi internazionali.
Questo è l'elenco dei soci effettivi dell'UNI, in ordine alfabetico, provenienti da Palermo. (Questo elenco è visibile anche nel sito dell'UNI.):

1. AMAP SPA; 2. AMG ENERGIA SPA; 3. ARPA SICILIA; 4. C.I.A.P.I. PALERMO; 5. CATANIA ONOFRIO; 6. CEDIFOP; 7. CHIBIVET SRL; 8. GEOLAB SRL; 9. INFRASTRUTTURE SRL; 10. ISTITUTO DIAGNOSTICO SICILIANO SRL; 11. ISTITUTO REGIONALE DELLA VITE E DEL VINO; 12. ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA SICILIA; 13. ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI PALERMO; 14. ORSA; 15. SARE SUD SPA; 16. SICURCERT ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE SRL; 17. SOFINANCE SERVIZI SRL; 18. TECHSYSTEM SPA; 19. UNIVERSITA' PALERMO BIBL.CENTRALE FAC.INGEGNERIA ; 20. UNIVERSITA' PALERMO DIP.ING.STRUTT.GEOTEC.(DISEG)

 

CEDIFOP news n. 51 - Settembre 2010 - articolo 094

Riepilogando, al ritorno dalle ferie:

(di Manos Kouvakis)

Facciamo il punto della situazione ad oggi, naturalmente dando un'occhiata alla proposta legislativa Bellotti/Lo Presti/Carlucci, che dopo un rapido avvio, con proposte, emandamenti approvati e non, che si possono visionare collegandosi al seguente link, della Camera dei Deputati, (ma siamo fermi al 16 Settembre 2009):

http://nuovo.camera.it/453?bollet=_dati/leg16/lavori/bollet/200909/0916/html/11#89n1

seguiti dal Nulla Osta di tutte le Commissioni (ma con condizioni ed osservazioni imposte) eccetto quello della V Commissione (Bilancio e Tesoro) che ha richiesto una relazione tecnica, ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978, in data 5 Novembre 2009, essa si è arenata in acque piuttosto calme.
Niente di più, anche se va registrato un piccolo passo avanti, con la presentazione del dossier del 28 ottobre 2009, che si può leggere qui:

http://nuovo.camera.it/view/doc_viewer_fu%33D6%D%26navette%3D

Visto dall'ottica di un ente formativo, essendo CEDIFOP una scuola, va commentata positivamente, la parte della proposta che riguarda i riconoscimenti dell'HSE, introdotti con la proposta LO PRESTI, riproposti come emendamenti e confermati anche nel dossier del 28 ottobre 2009, dove testualmente si legge:
" Disciplina in materia di formazione professionale
La norma, tra i requisiti richiesti per l’iscrizione al registro degli operatori, prevede il diploma o l’attestato di qualifica rilasciato da istituti statali o da centri di formazione professionale legalmente riconosciuti dallo Stato o accreditati dalle regioni, conseguiti al termine di corsi di formazione professionale conformi agli standard internazionali dell’Health and Safety Executive (HSE) (comma 1, lettera d).

Al riguardo appare opportuno che il Governo confermi che dall’attuazione della norma non conseguono oneri per la finanza pubblica, trattandosi di attività di certificazione ed accreditamento che dovrebbero essere già attualmente svolte dallo Stato e dalle regioni."


Ma nel frattempo, qualcosa si sta muovendo, come l'Ordinanza n. 25/2010 del 17 Marzo 2010, dell'Ufficio Circondariale Marittimo di ANZIO, che si può leggere integralmente al seguente link:

http://www.cedifop.it/appunti/ord-ANZIO.htm

che si affianca alla ormai famosa Ordinanza n. 77 del 1992 della Capitaneria di Porto di Ravenna.

Inoltre, nel mese di Luglio 2010, è stata per la prima volta pubblicata la norma UNI 11366 dal codice ICS : 13.100, dal titolo "Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria - Procedure operative" (Titolo in lingua inglese: Health and safety in diving and hyperbaric professional activities - Operative procedures).

Un passo molto importante, e noi diamo il benvenuto a questa norma, che anche se, ancora, con molte imperfezioni e lacune, visto che per ora è "infarcita" con molti passi presi dalla subacquea sportiva o sconfinamenti in competenze che riguardano esclusivamente Enti Pubblici e Amministrazioni Regionali, ma tutto sommato piccole imperfezioni che si spera vengano corrette, nelle successive versioni della norma, senza con questo voler diminuire l'importanza del lavoro svolto fino ad ora, come primo passo, sperando che l'iniziativa sommata agli sforzi e volontà di tutti, permetta anche all'Italia, in un futuro prossimo ma vicino, di affacciarsi in modo autonomo in ambito Internazionale.

 

CEDIFOP news n. 50 - Agosto 2010 - articolo 093

Tipologie di immersioni nei riconoscimenti HSE

(di Manos Kouvakis)

HSE, riconosce 8 categorie specifiche per la subacquea, di queste, le prime 2 sono la n. 1 “Offshore Diving” e la n. 2 “Inland/Inshore Diving”.
Come abbiamo già scritto, la differenza fra Offshore diving e Inland/Inshore diving non riguarda solamente la profondità ma principalmente la tipologia dell’immersione.

In tal senso vengono classificate come Offshore diving le immersioni che sono collegate con i lavori che vengono svolti sulle piattaforme petrolifere e lavori similari in collegamento con gli impianti offshore, pozzi e gasdotti, con immersioni effettuate dalle piattaforme o dalle navi; mentre vengono classificate come Inland/Inshore diving le immersioni per effettuare lavori di ingegneria civile, lavori connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, in banchine, porti, fiumi, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche, piscine artificialmente costruite allo scopo di nuoto, acquari ecc., questa tipologia NON INCLUDE immersioni profonde oltre i -50 metri o immersioni in connessione con impianti off-shore e gasdotti operanti, anche, entro il limite di 12 miglia a profondità anche inferiori a -50m; o per le quali esiste una qualifica che li riconduce alle immersioni previste per l’Offshore Diving

HSE diversifica queste immersioni anche per il tipo di attrezzature usate e profondità secondo le seguenti categorie:

SCUBA: cioè immersioni in scuba, questa categoria NON è presente nell’OFFSHORE diving. Va sottolineato, che le immersioni in scuba nella subacquea industriale, si differenziano da quelle della subacquea sportivo/ricreativa, per l'uso OBBLIGATORIO della cima di sicurezza usata dal diver; cioè per l'obbligatorietà del contatto continuo con la superficie.

SCUBA e SSDE: (Scuba and Surface Supplied Diving Equipment) immersioni con attrezzature scuba o casco rigido per una profondità fra 0 e -30 metri. Presenti sia in Offshore diving e che in Inland/Inshore diving. Qui vengono riconosciuti i percorsi formativi che garantiscono oltre che la profondità anche esercitazioni specifiche che riguardano la qualità e la sicurezza.

Surface Supplied Diving – TOP UP: immersioni con attrezzature del tipo casco rigido ad una profondità dai -30 ai -50 metri. Questo tipo di immersioni è solo per l’offshore diving. Include, oltre alla profondità anche esercitazioni specifiche per la sicurezza, usando attrezzature specifiche (campana aperta/hot suite ecc), durante i percorsi formativi riconosciuti dall’HSE .

Closed Bell Diving: anche qui solo per l’offshore diving per immersioni che superano la profondità di -50 metri, con l’uso di attrezzature specifiche (campana chiusa, ecc)

HSE, riconosce i percorsi formativi inserendoli nella sua approved list nell’apposita categoria per i diversi Paesi, oppure, nel caso di Paesi che ancora non hanno riconoscimenti ufficiali, dopo un attento esame dei contenuti del percorso formativo, rilascia una certificazione di approvazione per una delle categorie descritte sopra. Qui i percorsi imposti dall’IDSA alle 19 scuole che riconosce a livello mondiale, offrono una qualità nella formazione che se garantita anche dai controlli statali – in Italia dall’Ispettorato al Lavoro, ecc. - della nazione dove si trova la scuola, ottiene il riconoscimento dell’HSE, su richieste individuali.

Attualmente questo percorso viene applicato ai corsi del CEDIFOP con riconoscimento immediato dei corsi per OTS, e certificazione su richiesta al completamento del percorso del commercial diver, con il conferimento della certificazione del TOP UP/HSE.

 

CEDIFOP news n. 50 - Agosto 2010 - articolo 092

CEDIFOP: La subacquea industriale dalla formazione alle nuove prospettive.
L'Ue per l'incremento del valore del mare come risorsa energetica

(di Nini Radicini)

A fine maggio, il CEDIFOP ha ricevuto il via libera al corso di 800 per OTS (Operatore Tecnico Subacqueo), approvato dall'Assessorato Regionale del Lavoro, della Previdenza Sociale, della Formazione Professionale e dell'Emigrazione - Dipartimento Regionale Formazione Professionale. Alla conclusione del corso, gli allievi che supereranno l'esame conseguiranno l'attestato di qualifica professionale di OTS, valido per l'iscrizione al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti, presso una Capitaneria di Porto sul territorio nazionale, e per il rilascio del Libretto di Ricognizione. Otterranno inoltre il brevetto di sommozzatore e il certificato di qualifica di "Saldatore Subacqueo", secondo la normativa europea (al superamento degli esami della materia). Il corso è riconosciuto dall'ente governativo britannico H.S.E (Health and Safety Eecutive) per Offshore/Inland/Inshore diving per SCUBA e Surface Supplied Diving. Costituisce inoltre credito formativo qualora l'OTS voglia poi conseguire la certificazione IDSA Level 2 (A+B+C) e quella successiva per il "Top Up", secondo i percorsi formativi del CEDIFOP che applicano le direttive in merito stabilite da IDSA (International Diving Schools Association).

L'applicazione delle direttive IDSA determina per l'allievo OTS, e per l'OTS che sceglie di raggiungere le varie specializzazioni, la possibilità di conseguire cultura tecnica e capacità operative con gli standard richiesti nel settore industriale, rendendoli in grado di essere subito impiegati dalle aziende. L'adesione a IDSA è stata quindi un riconoscimento di prestigio per il CEDIFOP ed è un riscontro indicativo per gli allievi. La professione dell'OTS e la subacquea industriale sono infatti in evoluzione proporzionale allo sviluppo delle tecnologie applicate sia nelle attrezzature sia nell'utilizzo delle fonti energetiche. Oltre ai lavori in ambito portuale e nelle piattaforme petrolifere offshore, un OTS può essere impiegato anche nella realizzazione e nella manutenzione di impianti che utilizzano energie alternative per la produzione di elettricità.

E' di metà giugno la notizia della prossima realizzazione di un impianto nel mare d'Irlanda che, utilizzando la potenza generata dal vento, produrrà energia elettrica per oltre centomila abitazioni. Una iniziativa che si prevede avrà un seguito, poichè la Gran Bretagna ha deciso di recente di incrementare la valorizzazione del mare come risorsa. Il 7 luglio 2010, Maria Damanaki (Grecia), Commissario Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, nel corso di un intervento al Parlamento Europeo in merito alla dimensione marittima della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, ha ricordato le prospettive notevoli nell'utilizzo del mare come risorsa energetica. Oltre l'energia del vento, anche quella derivante dalle onde, delle maree, dall'utilizzo delle alghe, dal potenziale termico del mare. L'utilizzo di queste fonti può avviare sia opportunità di lavoro nel settore marittimo e nelle aree costiere per gli operatori nella subacquea industriale, sia la possibilità di creare nuove figure professionali specializzate nel settore.

Nell'ambito degli OTS, il CEDIFOP - Full Member IDSA - dal 2010 oltre alla formazione degli OTS, ha iniziato dei moduli di specializzazione al fine di ampliarne le competenze. Si tratta del brevetto Level 2 (A+B+C), con immersioni fino a trenta metri, il cui primo corso è stato realizzato tra giugno-luglio 2010 (20 giorni) e, in previsione, quello di Diver Medic (10 giorni). Del primo, nel canale YouTube del CEDIFOP (www.youtube.com/user/cedifop) è stato pubblicato un video esemplificativo delle esercitazioni svolte.

 

CEDIFOP news n. 49 - Luglio 2010 - articolo 091

O.T.S. IDSA LEVEL 2: Sviluppare la preparazione.
CEDIFOP presenta il primo corso di specializzazione con modulo IDSA (A+B+C)

(di Nini Radicini)

Dal 10 giugno al 6 luglio 2010 il CEDIFOP ha svolto il primo corso integrativo per Operatore Tecnico Subacqueo con un percorso formativo valido per il conseguimento del brevetto IDSA Level 2, (A+B+C), o (A+C), attestato di qualifica professionale timbrato dalla Regione Siciliana e brevetto rilasciato da IDSA (International Diving Schools Association). Il corso rispetta gli standard dell'HSE (Health and Safety Eecutive), lista Approved Diving Qualifications del 01/05/2009, per l'Offshore diving (schedule 1 HSE) per SCUBA e Surface Supplied Diving e Inland/Inshore diving (schedule 2 HSE) per SCUBA e Surface Supplied Diving.

Il percorso formativo è riconosciuto dall'HSE; i brevetti IDSA sono riconosciuti, anche, come titolo di stato in Austria, Belgio, Olanda e stati scandinavi (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia) - dove gli standard IDSA sono stati recepiti in tutte le scuole del settore - ed è credito formativo da utilizzare per il conseguimento della certificazione Top Up, nei percorsi del CEDIFOP per Commercial Diver.

Hanno partecipato otto allievi (il corso si svolge in 160 ore), selezionati in base a requisiti necessari per l'ammissione. L'accesso al corso è infatti subordinato al numero e tipologia di immersioni e ai tempi realizzati registrati nel LogBook. Secondo quanto stabilito nel regolamento di IDSA, se i numeri e i tempi di immersioni sono vidimati da scuole non riconosciute da IDSA o conseguiti durante attività lavorative, allora sono considerati al 50%. Le esercitazioni, che includono anche l'utilizzo della camera iperbarica, sono state effettuate presso la sede di Alpe Sub, ai Cantieri Navali di Palermo, e nel campo boe Eni ed Esso di Palermo. Gli OTS hanno utilizzato diverse attrezzature per lavori subacquei, come martelli demolitori oleodinamici, palloni di sollevamento, idropulitrici, sorbona, ed hanno effettuando operazioni di taglio subacqueo con pinza "broco", flangiatura e carenaggio (quest’ultima su un catamarano di linea Palermo Ustica).

Alcune esercitazioni si sono svolte alla presenza di Alan Bax, amministratore di IDSA, in visita al CEDIFOP, Full Member di IDSA dall'ottobre 2009. Il sistema di preparazione di IDSA è di tipo modulare. L'OTS che realizza la formazione A+B+C (Teoria+Scuba+Surface Supplied), o A+C (Teoria+Surface Supplied), consegue le competenze per lo svolgimento di lavori fino a -30 metri di profondità, utilizzando l'equipaggiamento e le attrezzature previste. I moduli successivi D ed E estendono la preparazione dell'OTS all'utilizzo della campana aperta (immersioni dai -30 a -50 metri) e della campana chiusa (immersioni oltre i -50 metri). Una della caratteristiche principali dei corsi del CEDIFOP è la volontà di progettare esercitazioni nelle quali gli allievi si trovino a operare in un contesto che sia il più possibile riscontrabile in ambito professionale.

I principi su cui è stato sviluppato questo corso di specializzazione, così come quelli per allievi OTS, sono la qualità della formazione professionale e la sicurezza sul lavoro, applicando parametri in linea con quanto previsto da HSE e IDSA e secondo l'orientamento stabilito dalla Direttiva 2005/36/CE (7 settembre 2005) del Parlamento Europeo e del Consiglio della UE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

Attualmente è in preparazione il prossimo corso libero, per la stessa certificazione (durata 160 ore – 20 giorni), già approvato dalla Regione Siciliana, dal titolo “OTS – IDSA LEVEL 2”. Un ulteriore corso per il riconoscimento della certificazione IDSA level 2, con finanziamenti pubblici (della durata di 228 ore – 46 giorni), ma rivolto a giovani disoccupati residenti in Sicilia è stato finanziato con l’Avviso Pubblico n.12 del 4 novembre 2009 - P.R.O.F. – Piano Regionale dell’Offerta Formativa 2010 e Programma Operativo Obiettivo Convergenza 2007-2013 - F.S.E., inserito nell’Asse II Occupabilità ed Asse III Inclusione Sociale.

 

CEDIFOP news n. 49 - Luglio 2010 - articolo 090

Corsi per "O.T.S." o per "Saldatore Subacqueo"?

(di Manos Kouvakis)

Spesso, mi vengono chieste informazioni per la frequenza di un corso per “Saldatore subacqueo”, da persone che si avvicinavano per la prima volta al mondo della subacquea industriale, a volte senza neanche esperienze precedenti nel campo della subacquea sportiva ricreativa.

Qualsiasi corso di formazione professionale, dal titolo "Saldatore Subacqueo" non permetterebbe l'iscrizione nel Registro Sommozzatori, così come prevede il Decreto Ministeriale del 2 febbraio 1982 "Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio locale", pubblicato nella GURI (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana) n. 65 dell’8 Marzo 1982. (il testo della gazzetta su questo link:
http://www.cedifop.it/appunti/1982.htm); esso stabilisce che per l’iscrizione al Registro Sommozzatori, unico strumento che abilita all’esercizio della professione, in Italia, bisogna “Essere in possesso del diploma di perito tecnico addetto ai lavori subacquei o dell'attestato di qualifica professionale, con allegato brevetto, di operatore tecnico subacqueo (sommozzatore) rilasciati da istituti di Stato o legalmente riconosciuti ovvero essere in possesso dell'attestato conseguito al termine dei corsi di formazione professionale effettuati secondo le modalità previste dall'art. 5 della legge 21 dicembre 1978, n. 845” .

La strada in questi casi è quella di fare un corso per OTS, eventualmente poi specializzarsi come saldatore subacqueo.
Il mio consiglio è quello di diffidare dalla frequenza di qualsiasi corso che non segua questa linea, perchè sicuramente non consente un reale sbocco occupazionale.

Cercherò di spiegare meglio questo concetto con parole più semplici possibili:

La saldatura subacquea la possiamo dividere in due categorie:

La prima fa riferimento alla UNI EN ISO 15618-1 versione ufficiale, in lingua inglese, della norma europea EN ISO 15618-1 (edizione dicembre 2001). La norma indica i requisiti essenziali, i campi di validità della qualificazione, le condizioni di prova, i requisiti di accettabilità e certificazione per la qualificazione dell'abilità dei saldatori subacquei per la saldatura di acciai in condizioni iperbariche in ambiente bagnato. La norma è riferita ai soli processi di saldatura per fusione manuali o semiautomatici. Ma qui parliamo di una applicazione tecnica che è campo esplicito degli OTS. E' un tipo di saldatura che viene raramente applicata perchè le condizioni “di ambiente bagnato” la rendono non funzionale.

Essa, infatti, non viene considerata come attestazione valida dall'IDSA, che considera invece valida la UNI EN ISO 15618-2, la presente norma è la versione ufficiale, in lingua inglese, della norma europea EN ISO 15618-2 (edizione dicembre 2001). Questa seconda norma indica i requisiti essenziali, i campi di validità della qualificazione, le condizioni di prova, i requisiti di accettabilità e certificazione per la qualificazione dell'abilità dei saldatori e degli operatori di saldatura subacquea per la saldatura di acciai in condizioni iperbariche in ambiente asciutto.

In questo caso, la saldatura viene fatta sott'acqua, ma dopo aver creato - con appositi macchinari - una bolla di gas (non infiammabile – di solito azoto) dove l'operatore entra, sempre equipaggiato da OTS (casco rigido e ombelicale - SSD) e opera all'asciutto la saldatura subacquea. La norma è riferita ai soli processi di saldatura per fusione manuali o semiautomatici per i saldatori e a quelli automatici per gli operatori.

Di conseguenza, un corso per saldatore subacqueo, di tipo UNI EN ISO 15618-1, non avrebbe alcuna spendibilità in ambito lavorativo; è indice soltanto di scarsa esperienza e competenza in materia di chi lo propone, mentre un corso per saldatore subacqueo, di tipo UNI EN ISO 15618-2, visto la tipologia e specializzazione, difficilmente può essere percorso in un corso base da OTS.

Altro aspetto importante, che si ricollega alla saldatura, è il taglio subacqueo, usato moltissimo nella professione dell’OTS, per attività di demolizioni subacquee, recupero relitti, ecc., ma attenzione... è l'attività che negli ultimi 15 anni ha provocato almeno 39 incidenti mortali in ambito internazionale e in offshore, le cause principali, individuate dopo gli eventi luttuosi, sono state principalmente una non adeguata e qualificata formazione, cosi come si può vedere dalla testimonianza dell' ex presidente dell'IDSA e funzionario SAIPEM, G. Melegari, durante una lezione tenuta agli allievi di uno dei nostri corsi, link (video su Youtube dal titolo “incidenti subacquei”):
http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=s1lrZsetWJ8

In conclusione ecco il mio consiglio: In Italia il primo passo è quello di frequentare un corso per OTS, preferibilmente presso una scuola che garantisca un percorso formativo con contenuti validi, che permettono successive integrazioni e specializzazioni di qualifica, riconosciuti sia in ambito nazionale che internazionale, ancora meglio se all'interno del corso per OTS, si trovano moduli specialistici per il taglio e la saldatura anche subacquea. Sicuramente dopo un percorso formativo di base valido, a fine corso, l’allievo avrà certamente le idee chiare per una prosecuzione nelle diverse specializzazioni che rendono questa professione interessante e affascinante.

 

CEDIFOP news n. 48 - Giugno 2010 - articolo 089

Un anno ricco e variegato per il CEDIFOP.
Abbiamo incontrato gli allievi del primo corso per OTS del 2010.
Tra aspettative e risultati, un bilancio nettamente positivo che mette in luce
i punti forza dell’istituto palermitano

(di Valerio Droga)

Un bilancio all’altezza delle aspettative. Questo il giudizio complessivo degli studenti del primo corso del 2010 per Operatori Tecnici Subacquei del CEDIFOP di Manos Kouvakis. Il Centro di formazione palermitano è uno dei soli due istituti in Italia ad essere stato riconosciuto Full Member Idsa (International Diving Schools Association), l’associazione internazionale che riunisce le scuole per sommozzatori professionali più qualificate al mondo (19 in tutto).

Un fiore all’occhiello per la Sicilia, dunque, che ogni anno richiama numerosi aspiranti OTS da ogni continente. Dal 1994 al 2009 l’Istituto ha formato 145 sommozzatori siciliani grazie ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, a cui se ne aggiungono dal 2005 a oggi altri 152 provenienti dal resto d’Italia e del mondo, che, in maniera autofinanziata, hanno scelto il CEDIFOP come investimento per il proprio futuro professionale.

La composizione delle classi è come ogni volta la più variegata possibile, per provenienza, esperienza ed età. Questa classe, in particolare, vanta un range che va dai 19 ai 50 anni di età, avendo tra i propri iscritti, fra l’altro, due militari, inviati direttamente dal Ministero della Difesa.

Alcuni degli allievi sono alle prime armi mentre altri arrivano con una notevole esperienza accumulata sul campo, magari con più di un brevetto alle spalle, e vogliono perfezionarsi e ottenere l’attestato di qualifica professionale valido per l’iscrizione al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti alla Capitaneria di Porto, ottenendo dunque il Libretto di Ricognizione per potere operare.

Come Marco Montanari, cinquantenne, che dalla Sardegna ha portato con sé a Palermo tutta la sua famiglia, moglie e figli, e dichiara con entusiasmo: “Provengo dal mondo sportivo e quello che mi viene dato qua non avrei altro modo di conoscerlo e imparare altrove. Un piccolo sogno realizzato”. Entusiasmo anche per la procedura seguita durante il corso, in piena sintonia con gli standard IDSA, oltre che frutto di una pluriennale tradizione del CEDIFOP: “Molto utile questo mixage di pratica e teoria, che fa sì che le nozioni imparate sui banchi trovino concreta applicazione nelle esercitazioni sul campo. Tocchi con mano concetti che da soli sembrerebbero non avere senso ma che poi nella pratica possono essere tanto utili da salvarti la vita. Questa è la via giusta per poter vivere il mondo della subacquea commerciale in sicurezza”.

E proprio la sicurezza – dobbiamo ammetterlo – è uno dei punti su cui più insiste la didattica CEDIFOP. Come afferma Francesco Costantino, uno dei tutor e docenti del corso, “la scuola batte moltissimo sulla gestione delle emergenze. Per noi è sempre valso il motto inglese «Safety before the profit», la sicurezza prima del guadagno, e il lavoro condotto in questi anni è stato premiato con il riconoscimento dell’IDSA quale Full Member. È questo un settore – spiega – in cui bisogna avere sempre un approccio umile: anche per chi come me insegna non si finisce in realtà mai di imparare. La subacquea – aggiunge – è un campo molto vasto e in continuo aggiornamento, senza contare che l’ambiente in cui si va a operare, il mare, merita il dovuto rispetto, senza il quale si rischia di finire sì sui giornali, ma tra le pagine della cronaca nera. Non c’è nessuno, in questo mestiere, che sia un «campione», ci sono soltanto professionisti. E formare professionisti è ciò che facciamo con i nostri corsi da ormai 16 anni”. D’altronde, senza un attestato professionale di OTS è sempre più difficile poter lavorare in questo settore, anche in Italia, dove la materia legislativa è ancora piuttosto confusa a tal proposito e non a caso in corso di ridefinizione.

Che il CEDIFOP faccia della sicurezza un punto di forza lo dimostra anche la certificazione HSE (Health and Safety Executive) per Scuba and Surface Supplied Diving, l’ente pubblico britannico che si occupa dell’emanazione di norme per la tutela e la sicurezza della salute dei lavoratori, i cui standard, piuttosto elevati, sono riconosciuti come punto di riferimento a livello internazionale.

Come dice Federico Stella, un altro degli allievi del CEDIFOP, venuto da Venezia, “ho scelto Palermo perché mi interessava un corso che fosse riconosciuto non soltanto a livello italiano ma anche oltre i confini nazionali”. Anche lui proviene dal mondo sportivo, ma vanta alle spalle anni di lavoro subacqueo e una collaborazione con una televisione tedesca per documentari sottomarini, come cameraman, oltre ad avere una propria scuola di diving nella sua regione. “La mia idea è quella di regolarizzare la professione di Operatore Tecnico Subacqueo, anche perché oggi le cose vanno cambiando soprattutto sul piano della sicurezza: uno dei motivi – spiega – per cui avevo smesso di operare, perché la sicurezza non sempre è rispettata e ormai la Capitaneria di Porto effettua più controlli, consentendo il lavoro solo a persone iscritte e in possesso del Libretto di Ricognizione, il che prevede un corso di formazione e degli standard ben precisi. Sono venuto qua – conclude – per imparare e mettere a fuoco le cose che mi sono state insegnate a livello pratico. Finora, invece, nella mia esperienza personale, mi ero trovato ad applicare una mancata teoria”.

Stessa prospettiva quella di Stefano Gallico, anche lui con alcune esperienze alle spalle, che si è spostato dalla provincia di Cosenza per poter seguire il corso, con l’obiettivo di poter aspirare a lavorare all’interno della riserva marina che dovrebbe essere istituita nella sua regione. “Cercavo una scuola professionale e poi ho letto del CEDIFOP. Sono venuto di persona a constatare la serietà del corso e sono subito rimasto entusiasta, è proprio quello che cercavo. Nel Meridione credo sia questa un’ottima opportunità di lavoro”.

Tutti con le idee già molto chiare, dunque, come pure il giovanissimo Alessandro Incontrera che vuole conseguire l’attestato per poter lavorare nella ditta dello zio. Diciannove anni, palermitano, ammette: “Non ho molte altre esperienze di immersioni, sto imparando quasi da zero, ma mi trovo benissimo e posso trarre un bilancio assolutamente positivo”. Dimostrazione del fatto che il CEDIFOP è aperto a tutti, anche a chi non possiede alcuna esperienza nel settore.

L’eterogeneità delle classi non crea, tuttavia, grossi problemi, perché nella prima fase del corso gli istruttori e i tutor della scuola hanno cura di testare il livello di conoscenza di ogni allievo e porli tutti sullo stesso livello, colmando eventuali lacune soggettive. Anzi, paradossalmente, eventuali differenze possono talvolta diventare dei punti di forza, come spiega Costantino: “Dal punto di vista umano gli allievi da parte loro hanno sempre fatto gruppo. Come spesso succede si creano dei punti di riferimento interno, che vengono presi a modelli di ruolo, per cui chi ha o un po’ di preparazione o motivazione in più trascina gli altri e la classe va avanti, dunque, non soltanto grazie a noi insegnanti, ma per merito dell’intero gruppo”.

Quanto alla città, il giudizio è pressoché unanime: “Una bella sorpresa – dice Gallico – mi dispiace soltanto che non si migliori la pulizia delle strade”. E gli fa eco Montanari: “Traffico e immondizia a parte, è una terra fantastica anche per l’accoglienza umana, in cui si possono ritrovare gli antichi valori dell’ospitalità e dell’amicizia”.

 

CEDIFOP news n. 47 - Maggio 2010 - articolo 088

Il percorso legislativo della figura dell'OTS in Italia

(di Manos Kouvakis)

Due anni fa, il 29 aprile 2008, veniva presentata in Parlamento, dall’On. Bellotti, il settimo - in ordine cronologico negli ultimi 30 anni - disegno di legge sulla subacquea, il n. 344 di questa legislatura: "Disciplina delle attività subacquee e iperbariche", successivamente, il 7 aprile 2009, dall’On. Lo Presti, il disegno di legge n. 2369: "Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche" e infine, il 15 giugno 2009, dall’On. Carlucci, il disegno di legge n. 2509:“Disciplina delle professioni di istruttore subacqueo e di guida subacquea e dei centri di immersione e di addestramento subacqueo".

A distanza di due anni dal primo disegno presentato, faremo un riassunto dei lavori parlamentari sino ad oggi, e dei possibili tempi rimanenti per la conclusione dell’iter legislativo, per giungere ad una legge che ormai da decenni manca dalla legislazione Italiana.

Facendo un rapido riepilogo storico sulla attuale situazione legislativa italiana in tema di subacquea, vediamo che oltre i tre decreti ministeriali, del 1979,1981 e 1982, attualmente vigenti, che prevedono l’iscrizione al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti, presso una Capitaneria di Porto (Decreto Ministeriale del 13 gennaio 1979 “Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale”) di cittadini Italiani o cittadini Europei (Decreto Ministeriale 31 marzo 1981 “Integrazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 concernente l'istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale”) che sono in possesso dell’attestato di qualifica professionale di Operatore Tecnico Subacqueo (Decreto Ministeriale 2 febbraio 1982 n. 144200 “Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio locale.”), c’è un vuoto legislativo di circa 30 anni. Le uniche azioni degne di nota in questo trentennio, sono l’ordinanza n. 77 del 1992 della Capitaneria di Porto di Ravenna, la cui importanza sta nel fatto che introduce per la prima volta in Italia nozioni che trovano già applicazione nel resto del mondo, importantissime per la gestione in sicurezza delle immersioni lavorative subacquee, come la figura dello stand-by, l’importanza della comunicazione con la superficie, l’uso di caschi che permettono contemporaneamente la respirazione autonoma e la comunicazione, e, l’applicazione di queste regole non solo all’interno dell’area portuale ma su tutto il territorio di competenza della capitaneria ecc., e la sentenza del Tar del Lazio del 2006, con la quale decade la limitazione dei 35 anni per l’iscrizione al registro.

Nei trenta anni di vuoto legislativo, non sono mancate le proposte legislative, dal 1997 ad oggi ne sono state presentate ben 9. Come si sa, la validità della proposta come tale, decade con la fine della legislatura, e bisogna ricominciare l’iter da capo con una nuova proposta. E questa è la fine che hanno fatto le prime 6 proposte legislative presentate con i governi precedenti.

Arriviamo cosi ad oggi, le tre proposte legislative presentate durante questa legislatura in Parlamento, a partire dalla prima la n. 344, che in data 11 marzo 2009 viene assegnata alla Commissione XI Lavoro, dove successivamente in data 6 maggio 2009 viene nominato un Comitato Ristretto presieduto dall’On Aldo di Biagio per un primo esame di base. Le altre due proposte presentate, essendo proposte su medesimo settore, vengono immediatamente assegnate a questo Comitato Ristretto, senza ulteriori perdite di tempo.

Dopo una serie di riunioni, il Comitato Ristretto, elabora un testo base che in data 21 luglio 2009 è stato inizialmente esaminato dai deputati che avevano presentato le tre proposte legislative, i quali hanno emendato le parti che ritenevano non in linea con la loro proposta.

Successivamente è stato elaborato un testo nuovo, con gli emendamenti approvati in data 16 settembre 2009 dal Comitato Ristretto della Commissione Lavoro, e il testo è stato mandato alle restanti commissioni parlamentari per un ulteriore esame.

Allo stato attuale, le commissioni che hanno esaminato il testo base, hanno dato il loro consenso con un nulla osta o esprimendo delle osservazioni o ponendo delle condizioni in merito ad alcuni degli articoli della proposta base. Una di queste commissioni, in particolare la V Commissione Bilancio, ha chiesto una relazione tecnica in base ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978

Quindi, si aspetta il nulla osta della V Commissione Bilancio. Successivamente il Comitato Ristretto elaborerà il materiale in suo possesso, prendendo nota delle osservazioni e delle condizioni poste dalle varie commissioni, per redigere un testo aggiornato, partendo sempre dalla base attuale inclusi gli emendamenti approvati.

Successivamente, il testo sarà presentato al presidente della Camera per la calendarizzazione e votazione in aula. Successivamente sarà presentato alla Camera per una prima votazione, in tale fase i deputati potranno presentare degli emendamenti. Finito l’esame alla Camera la proposta legislativa passerà al Senato, dove comincerà il suo iter, con l'assegnazione ad una commissione, e la richiesta del nulla osta delle altre commissioni, prima di essere calendarizzata per il voto al Senato.

Qualora non intervengano variazioni sul testo mandato in Senato, dopo la votazione in aula, avremo finalmente una legge nuova sulla subacquea, se invece sul testo base dovessero esserci variazioni, la proposta ritornerà alla Camera per una ultima approvazione prima di diventare legge dello stato.

Iter abbastanza lungo, ma che garantisce in uno stato democratico, trasparenza e sovranità del popolo, prima che un testo possa a diventare legge, perché tutti possano, tramite i loro rappresentati in Parlamento, esprimere la loro opinione, durante i lunghi esami fra le varie commissioni parlamentari o in aula.

Se invece, durante questa legislatura non si riuscirà a definire l’intero percorso, si dovrà ricominciare tutto dall’inizio con la prossima presentando delle nuove proposte di legge. Ma questa volta, comunque vada a finire, ritengo che siano state poste le basi affinché nei prossimi anni ci sia una svolta con una legge nuova, durante questa o con la prossima legislatura, visto che ormai anche i legislatori hanno preso coscienza del problema e che si è cominciato finalmente a lavorare per una soluzione definitiva ed adeguata ai nostri tempi.

Si spera, comunque, in una conclusione positiva durante questa legislatura , e soprattutto in una legge seria a vantaggio di tutti coloro che operano nel settore, senza l’influenza di chi soffre di megalomane protagonismo senza avere l’intelligenza necessaria per esprimere con autorevolezza le sue opinioni che restano scarse, confuse e inadeguate, dando esempio con i suoi seguaci di come la leggerezza possa trasformarsi in trappole che solo la buona stella e un pizzico di fortuna oggi ha fatto si che le conseguenze, fortunatamente, siano state limitate a qualche ora di camera iperbarica e a non più gravi epiloghi, come purtroppo spesso negli ultimi anni la mancanza di una legislazione seria in Italia ci ha fatto leggere sui giornali.

In chiusura, vorrei fare una sola osservazione: attualmente in giro ci sono diverse voci che parlano di fantomatiche leggi approvate, o riportano pezzi dell’attuale proposta legislativa omettendo ad arte uno o più pezzi della proposta attualmente in esame, facendo propaganda di parte, sperando di ottenere popolarità o attenzione, per obbiettivi oscuri non meglio specificati, a volte per vanità, superficialità, stupidità o semplicemente ancora per mancanza di professionalità, preparazione o semplice incompetenza ed ignoranza, che purtroppo danneggia, perché porta su strade sbagliate sia coloro che vorrebbero intraprendere questa professione sia coloro che ci lavorano, penalizzando cosi un intero settore che di problemi ne ha già abbastanza.

Chiunque voglia conoscere esattamente la situazione attuale, l’unico sito attendibile e certamente non di parte, è quello del Parlamento Italiano dove vengono sistematicamente aggiornati i passi in avanti che fa la proposta legislativa, ed in particolare:

l’esame in commissione inclusi gli emendamenti approvati si trova su questo link:

http://nuovo.camera.it/126?PDL=344&leg=16&tab=4

l’esame nelle varie commissioni parlamentari e relative decisioni si trovano su questo link:

http://nuovo.camera.it/126?pdl=344&leg=16&tab=4&sede=4

Inoltre dal sito del CEDIFOP, si può scaricare in formato .PDF, un testo dal titolo “il percorso legislativo della figura dell'OTS in Italia”, di 140 pagine, dove vengono riportati tutti i passaggi sino ad oggi. Si può scaricare, gratuitamente, dal seguente link:

http://www.cedifop.it/percorso.pdf

Sempre sul sito della Camera e del Senato si potranno seguire tutti i passi successivi, sperando alla fine, in una conclusione non solo positiva ma a vantaggio di tutti i subacquei Italiani.

Anche noi, vigili, seguiremo gli sviluppi e torneremo con aggiornamenti sull’argomento.

 

CEDIFOP news n. 47 - Maggio 2010 - articolo 087

Il CEDIFOP e la promozione della subacquea industriale

(di Nini Radicini)

Il 23 aprile '10 il CEDIFOP di Palermo ha partecipato a una giornata di promozione della subacquea industriale e della culturale del mare, facendo convergere quanto previsto per la giornata nel calendario didattico della propria attività formativa con la visita di gruppi di studenti provenienti da due scuole superiori del capoluogo siciliano. Oltre alla formazione per OTS - Operatori tecnici subacquei - il CEDIFOP, già da alcuni anni, promuove iniziative orientate alla conoscenza del settore di propria competenza, sia attraverso stages presso istituti scolastici, sia sviluppando collaborazioni con gli stessi.

Il programma della giornata è stato caratterizzato dalla partecipazione di studenti dell'Istituto tecnico industriale "Alessandro Volta" e dell'Istituto provinciale di cultura e lingue "Ninni Cassarà", scuole con cui il CEDIFOP ha già realizzato una serie di iniziative. I ventuno studenti di terzo, quarto e quinto anno dell'Itis "A. Volta" (5 I; 5 B; 4 I; 3 C; 3 W; 3 E), accompagnati dal preside arch. Roberto Tripodi e dal prof. Antonino Romano, e i trenta studenti di primo anno dell'Istituto provinciale di cultura e lingue "Ninni Cassarà" (1 A; 1 C; 1 F; 1 H), accompagnati dai prof. Macaluso, Bongiorno, Scalone, Panasci, si sono prima recati alla Capitaneria di Porto di Palermo, dove hanno svolto una visita guidata alla Sala Operativa.

Gli studenti dell'"Alessandro Volta" sono arrivati a questa giornata dopo la partecipazione ad un corso P.O.F. sulla subacquea industriale, organizzato dall'Istituto e dal CEDIFOP, svolto tra fine 2009 e inizio 2010. Questa occasione ha permesso loro di apprendere le caratteristiche della professione di OTS, delle attrezzature utilizzate, i settori d'impiego e i requisiti per iniziare il percorso formativo. Gli studenti di entrambi gli istituti, dopo aver visitato la sala operativa della capitaneria di Porto, si sono recati, verso le 11.00, al Molo Sammuzzo del Porto di Palermo, dove gli allievi OTS del CEDIFOP stavano svolgendo i preparativi per una esercitazione, di flangiatura, una delle operazioni in cui un OTS può essere impiegato. Alle esercitazioni ha partecipato l'Ammiraglio Domenico Passaro, Comandante della Direzione Marittima di Palermo e l'Arch.Roberto Tripodi, Preside ITIS A.Volta

Gli studenti hanno inoltre avuto la possibilità di visitare l'area in cui è svolta l'esercitazione, passando attraverso le postazioni installate, di cui sono state loro descritte le funzioni e le specificità. Questa iniziativa per la scolaresca dell'Istituto "N. Cassarà" rientrava nel quadro della terza edizione della rassegna "Un mare... di risorse", che vuole promuovere la cultura del mare, sia in ambito professionale sia in ambito sportivo. Come già nelle due edizioni precedenti (2008, '09), il CEDIFOP ha partecipato realizzando una serie di incontri aventi per tema la subacquea industriale, compresa la spiegazione di alcune tecniche di pronto soccorso, e uno stand con le attrezzature utilizzate nel settore.

 

CEDIFOP news n. 46 - Aprile 2010 - articolo 086

Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS  - PARTE IX

(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso

Ancora fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978

In attesa che il percorso parlamentare ricominci, insisto nei “suggerimenti” e su tutto ciò che riteniamo utile in una proposta legislativa che curi gli interessi dei sommozzatori Italiani.

Si è parlato molto delle tipologie di attività subacquee, e qui sarebbe opportuno, dividere la parte che riguarda la subacquea industriale da quella che riguarda le altre tipologie di attività subacquea. Si può citare in tal senso l'esempio dell'HSE, che nella sua lista, ha ben otto tipologie di attività subacquee:

Schedule 1 – Offshore Diving
Schedule 2 – Inland/Inshore Diving
Schedule 3 – Shellfish Diving
Schedule 4 – Scientific and Archaeological Diving
Schedule 5 – Media Diving
Schedule 6 – Recreational Diving
Schedule 7 – Police Diving
Schedule 8 – Military Diving

E all'interno di ogni tipologia, specialmente nelle prime due “schedule”, che si riferiscono alla subacquea industriale, ci sono delle ulteriori specifiche e definizioni ben precise:

Schedule 1 – Offshore Diving: include tutte le operazioni che riguardano le immersione dalle piattaforme, pozzi, gasdotti e navi in collegamento con gli impianti offshore. La tipologia di queste immersioni viene divisa in tre categorie:

1) Scuba and Surface Supplied Diving, cioè immersioni da 0 a - 30 metri,
2) Surface Supplied Diving (Top UP), immersioni da -30 a - 50 metri e
3) Closed Bell Diving, cioè immersioni da oltre i - 50 metri.

Allo stato attuale, il riconoscimento di HSE per l’Italia, si limita solo ad alcuni percorsi formativi, nella fascia più bassa, cioè Scuba and Surface Supplied Diving - immersioni da 0 a - 30 metri, insieme con Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda e Portogallo, e qui è importantissimo sottolineare che la distinzione non riguarda soltanto la profondità, ma anche esercitazioni specifiche, che i possessori di questi riconoscimenti devono avere realizzato durante i diversi percorsi formativi.
Questo è un passaggio importantissimo, perché se la legge al vaglio delle commissioni parlamentari produrrà delle scatole vuote senza contenuti, peggiorerà quello che attualmente viene riconosciuto all'Italia, cioè soltanto le immersioni fino a -30 metri.

Schedule 2 – Inland/Inshore Diving : include immersioni in prossimità della costa per effettuare lavori di ingegneria civile, lavori connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, come ad esempio attività subacquee in banchine, porti, fiumi, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche, ma non comprende le immersioni per le quali esiste una qualifica che li riconduce alle immersioni previste per l’Offshore Diving.

Per queste due “schedule”, stante la insussistenza legislativa Italiana, diventano importanti gli standard IDSA, che definiscono i contenuti e le esercitazioni specifiche. Ma questo implica da parte degli enti formativi, investimenti, specializzazione, competenza e qualità. Requisiti raggiunti, da chi opera in questo settore, da solo 19 scuole riconosciute e monitorate continuamente dall’IDSA, a livello internazionale.

Ecco perchè è importante il contenuto formativo del Commercial Diver in Italia, del quale il percorso da OTS costituisce una parte fondamentale, perché rappresenta la parte iniziale di un percorso più completo per arrivare ad acquisire le abilità e le competenze del Commercial Diver internazionale per il basso fondale, cioè il riconoscimento del TOP UP, (immersioni fino a -50 metri).

Bisogna definire gli strumenti legislativi italiani adeguandoli a quanto accade oltre i nostri confini, in materia di formazione, affinché diventi una scelta individuale, e non un obbligo per il sommozzatore italiano, rivolgersi all'estero per completare, o ricominciare da capo, il percorso formativo per diventare Commercial Diver, - attualmente questo è il destino di coloro che volendo intraprendere questo mestiere, si accorgono troppo tardi di aver sbagliato il primo passo, frequentando un corso che ha dato loro, nella migliore delle ipotesi, solo una attestazione cartacea di OTS, ma non ha dato né formazione, né competenze spendibili in ambito internazionale; tutto ciò avviene purtroppo con l’aiuto, nella maggior parte dei casi, delle regioni che finanziano i progetti per OTS, senza “capire e valutare” la pochezza dei contenuti formativi proposti dagli Enti che li presentano.

Molto dipende da quanto verrà fuori dalla proposta di legge all’esame delle commissioni parlamentari, sperando che non ci vogliano anni per ottenere una legge valida, che produca direttive chiare e specifiche per tutto il territorio nazionale, affinché anche il sommozzatore italiano abbia paritario trattamento internazionale avendo alla base paritaria formazione e paritaria acquisizione di competenze attraverso corsi di formazione professionale, i cui programmi didattici devono essere stabiliti dallo Stato ed equipollenti ai programmi didattici che, suddivisi in livelli, formano il commercial diver europeo.

Con l'augurio di esserci rivolti alle persone che sfrutteranno questo momento per elaborare una proposta valida e non influenzata da chi "ha solo interessi privati nella promulgazione di questa legge" o preferisce raggiungere record negativi, tipo i 13 subacquei di cui nove (record assoluto mondiale) sono finiti in camera iperbarica, - da i "I MAGNIFICI NOVE" su "http://www.marescoop.com/ ", speriamo di ritornare a parlarne, in un prossimo futuro, elogiando una proposta che riprende il suo cammino in parlamento mirando a risolvere i problemi degli operatori di questo settore, migliorando le normative di formazione, qualità e sicurezza e pareggiando gli abissi che separano l'Italia dal resto del mondo.

 

CEDIFOP news n. 46 - Aprile 2010 - articolo 085

Le differenze che intercorrono tra HSE, IDSA e IMCA

(di Manos Kouvakis)

Health and Safety Executive (HSE) è un ente pubblico della Gran Bretagna, che si occupa dell’emanazione di Norme per la tutela e la sicurezza della salute dei lavoratori, anche subacquei, emettendo per la prima volta nel 1981 una normativa fungente allora da guida e da riferimento nel settore, la “Diving Operations at Work Regulations 1981” (SI 1981 / 399) ISBN 0 11 016399 0.

Nei due decenni successivi, vennero apportate a questa normativa base, ulteriori affinamenti concettuali e formali, con progressive modifiche e maggiori dettagli, vennero inseriti negli aspetti formativi e certificativi degli operatori, minime richieste alle organizzazioni che si occupavano dell’addestramento degli stessi. Dettagli e disposizioni in questo senso furono diffuse da HSE (Health & Safety Executive) in diverse pubblicazioni tra le quali “Training standards to meet Parts I, II, III, IV. 1986” e “HSE’s Recognition Standards For Diver Training Organisations. 1996”.

Per quanto riguarda IMCA ed IDSA, esse sono delle associazioni private di categoria, ecco la loro storia brevemente: Per tutta la durata degli anni '80 due organismi internazionali rappresentati da una associazione dei maggiori contrattisti di lavori subacquei, operanti nelle aree nordeuropee, sotto il nome di AODC (Association of Offshore Diving Contractors) e da una equivalente associazione di contrattisti delle aree nordamericane, sotto il nome di ADC (Association of Diving Contractors), si erano affiancati alle strutture formative e alle agenzie di stato, per meglio sviluppare e affinare criteri e programmi di addestramento e formazione degli operatori subacquei. Nel 1995 AODC (Association of Offshore Diving Contractors), esistente dalla seconda metà degli anni '70, scomparve fondendosi con DPVOA (Dynamic Positioning Vessel Owner Association) per costituire IMCA (International Marine Contractors Association), consolidando il proprio peso e la propria autorità in campo operativo ed esecutivo, ma perdendo competenza e reputazione in campo formativo.

IMCA certifica le imprese e alcuni percorsi formativi che riguardano alcune certificazioni e specializzazioni di figure di superficie (IMCA D 020 per Diver Medic Training e IMCA D 005/013 IMCA per Air Diving Supervisor e IMCA Bell Diving Supervisor, ecc), ma non percorsi per Commercial Diver o per OTS. In questi casi, semplicemente, adotta i riconoscimenti dell’HSE.

Dall’inizio degli anni '90 si era andata formando e costituendo una corrispondente associazione di specialisti nella formazione professionale subacquea, per iniziativa di Alan Bax, direttore della scuola professionale di Fort Bovisand in Inghilterra. L'associazione che riuniva, sotto il nome di IDSA (International Diving Schools Association), diverse realtà nel settore subacqueo industriale a livello internazionale, acquisì un crescente numero di membri riconosciuti e consolidò il proprio peso e la propria autorità ponendosi a bilanciare, con la propria competenza nel settore formativo, la competenza di IMCA nel settore operativo.

IDSA certifica i percorsi formativi del Commercial Diver (la qualifica dell’OTS è la parte iniziale di questo percorso formativo), nei vari livelli di formazione. I percorsi formativi dell’IDSA sono stati adottati dai paesi AUSTRIA, BELGIO, OLANDA, e paesi scandinavi (DANIMARCA, FILANDIA, NORVEGIA, SVEZIA), inoltre in tutto il mondo ci sono attualmente 19 scuole riconosciute ufficialmente dall’IDSA, sottoposte a controlli per l’applicazione di questi standard formativi, che vengono annualmente aggiornati, seguendo le esigenze delle imprese e le novità del settore, a livello internazionale. Gli aggiornamenti annuali vengono approvati durante i meeting annuali, che IDSA svolge in uno dei paesi di residenza delle scuole IDSA, dove oltre alle scuole Full Members possono partecipare anche i membri associati, affiliati o Industrial member che rappresentano imprese del settore.

Nell'ultimo decennio i meeting annuali dell'IDSA sono stati organizzati a:

2000: meeting IDSA n. 18 - Delft (Paesi Bassi)
2001: meeting IDSA n. 19 - Panama City (USA)
2002: meeting IDSA n. 20 - Marseille (Francia)
2003: meeting IDSA n. 21 - Toronto (Canada)
2004: meeting IDSA n. 22 - La Spezia (Italia)
2005: meeting IDSA n. 23 - Bergen (Norvegia)
2006: meeting IDSA n. 24 - Galveston (Texas - USA)
2007: meeting IDSA n. 25 - Helsinki (Finlandia)
2008: meeting IDSA n. 26 - Philadelphia (USA)
2009: meeting IDSA n. 27 - Palermo (Italia)

Nel 2010, il 28imo meeting IDSA si svolgerà a Rotterdam (Paesi Bassi) dal 13 al 15 Ottobre 2010.

Il meeting è organizzato dal colosso della subacquea Smit, compagnia che opera da oltre 170 anni nel settore della subacquea industriale, con 50 sedi in tutto il mondo. ( http://www.smit.com ).
 

CEDIFOP news n. 45 - Marzo 2010 - articolo 084

Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI. Verso una nuova legge sugli OTS  - PARTE VIII

(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso
Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)

In attesa che il percorso parlamentare ricominci, vorrei insistere nel sottolineare l'importanza che ha l'aspetto formativo del Commercial Diver in Italia, dove il percorso da OTS occupa un posto fondamentale, perché comprende una parte di un percorso più completo, con tutti i riconoscimenti internazionali per il basso fondale, cioè il riconoscimento del TOP UP, (immersioni fino a -50 metri).

Allo stato attuale l'Italia, - insieme a Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda e Portogallo - ha il riconoscimento ufficiale da parte dell'HSE solo per alcuni percorsi formativi fino a - 30 m. In una scaletta che dipende esclusivamente dalla scuola di formazione che l'allievo ha frequentato, il percorso per OTS valido in Italia, può corrispondere solamente ad una quota del percorso complessivo, questa quota dipende esclusivamente dalla qualità del percorso formativo intrapreso.

Vediamo un po’ cosa accade negli altri Paesi in termini di formazione: viene stabilito un percorso formativo e i suoi contenuti, dopodiché la scuola, se dotata di attrezzature, accreditamenti e personale docente congruo al programma didattico, fa suoi sia il “titolo” della qualifica da conferire a fine percorso sia i contenuti formativi. Questo è in pratica il principio che è stato teorizzato nel protocollo di Lisbona, in modo tale che le qualifiche siano più o meno simili in tutta Europa, il che faciliterebbe i cittadini europei nella libera circolazione occupazionale partendo da paritari saperi e competenze. Ma, quella che è prassi “naturale” negli altri Paesi, in Italia è tutt'altra cosa, ad eccezione delle scuole IDSA dove viene applicata esattamente questa procedura.

Sostenere che la formazione professionale in Italia è "legislazione concorrente”, cioè di competenza delle Regioni e non del Governo, e che i profili didattici professionali devono essere redatti su base regionale con conseguenti profili differenziati da regione a regione, diventa, in assenza di una legge quadro nazionale che precisa saperi e competenze che una figura professionale deve necessariamente avere, spunto affinché ogni singola regione crei profili - in questo settore - con contenuti che non sono all'altezza delle aspettative delle imprese del settore, rendendo impossibile una equivalenza comunitaria della qualifica.

Possiamo fare esempi più pertinenti, con riferimento alla Regione Siciliana (ma lo stesso esempio si può applicare benissimo anche ad altre regioni) che ha appena finanziato ad un ente di formazione professionale cosiddetto "storico" un corso di formazione per OTS; esso non ha nessun riconoscimento da parte dell'HSE e sarà realizzato con grande scarsità di attrezzature e programmi didattici se confrontati con quanto richiede un percorso formativo coerente per la formazione del Commercial Diver. E' certo che, alla fine di questo percorso formativo, quello che si può garantire a chi lo ha frequentato, è che non potrà mai essere assunto da ditte che lavorano in offshore, siano esse Italiane o estere, e che l'eventuale richiesta di assunzione non sarà presa in considerazione da alcuna ditta estera che lavora nel settore, a meno che non ripeta la parte formativa presso altri enti qualificati, in Italia o all'estero.

Certamente l'attestato - inteso come elemento cartaceo - ha validità in tutta Europa, ma ci vuole ben altro: deve essere riconosciuto formativamente valido anche dalle imprese del settore. E ciò non fa altro che penalizzare la figura dell'OTS Italiano nel suo complesso. Ecco perché il mese scorso avevamo sottolineato che "L'assenza di una pianificazione nazionale sulle competenze e saperi che un OTS deve avere come bagaglio formativo, non è indice di liberalità del sistema italiano, ma indice di assenza di professionalità dell'Operatore Tecnico Subacqueo" e qui la soluzione non può essere che quella di una legge quadro nazionale che ponga le basi, a cui le regioni potranno fare riferimento per organizzare percorsi formativi adeguati. Diversamente, come di fatto sta accadendo, può anche essere definito per OTS un corso organizzato da un ente di formazione che, con suo massimo sforzo e in buona fede, può produrre un percorso valido non per il Commercial Diver ma per una guida turistica subacquea, o ancora peggio, e questo l'attuale sistema italiano lo permette, organizzare un percorso formativo da OTS, senza che gli allievi abbiano messo piede in acqua.

Certamente chi “esce” da questi percorsi, potrà, forse, affrontare qualche lavoretto all'interno di qualche porto, ma se vorrà lavorare in offshore, scoprirà che la formazione dovrà ripeterla dall’inizio.

Per questo motivo non si può invocare il Trattato di Lisbona e parlare di "una grave mancanza del diritto comunitario a danno degli italiani" con lettere o tentativi di petizione, cioè andare alla solita ricerca dei pezzi di carta con la pretesa arrogante che essi possano garantire qualità formativa e competenze a chi ha frequentato, suo malgrado, percorsi incompleti rispetto ai Commercial Diver provenienti da altri stati membri dell'U.E., invece occorrerebbe andare alla ricerca della qualità formativa e del conferimento di competenze corrispondenti a quelle dei sommozzatori europei, perché in tal caso il riconoscimento reciproco e la libera circolazione diventa una automatica conseguenza.

In queste condizioni, per gli addetti ai lavori, diventa veramente difficoltoso convincere, chi ci guarda da fuori i confini nazionali, della validità dei percorsi formativi e sicuramente diventa quasi impossibile ottenere riconoscimenti per i livelli successivi di formazione, come per esempio il percorso per conseguire la certificazione TOP UP. Attualmente, in queste condizioni, diventa pura utopia sperare di avere un riconoscimento ufficiale, costringendo chi organizza questo tipo di percorsi a richiedere individualmente, per i propri allievi, il riconoscimento, cosi come avveniva per lo Scuba and Surface Supplied Diving (-30m) fino all'anno scorso per l'Italia, prima del riconoscimento ufficiale di alcuni percorsi formativi italiani validati da HSE per lo Scuba and Surface Supplied Diving .

Petizioni o lamentele, perfino una legiferazione non congrua e adeguata, rischia di offuscare quel poco che negli ultimi anni si è riusciti ad ottenere, certamente senza l'aiuto, tanto gradito e desiderato, dello stato Italiano. Solo un disegno di legge finora presentato - la proposta legislativa n. 2369 - attualmente va considerata in sintonia con gli obiettivi di crescita qualitativa del settore, ma purtroppo nelle modifiche e nei passaggi ha perso parte della sua efficacia.

E qui chiediamo al legislatore di cercare di approfondire, dal punto di vista tecnico, quello che è di ordinaria amministrazione nel mondo dell'offshore, cercando di legiferare - necessità riconosciuta da tutti gli addetti ai lavori - tenendo ben distante il settore della subacquea sportiva ricreativa dalla subacquea industriale, e di non fermarsi alle esperienze di chi ormai da anni ha fatto il suo tempo, restando ancorato a criteri ed esperienze ormai sorpassate, che nei tempi "moderni" possono aver spazio solo nei musei che rievocano la storia della subacquea.

Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata alla Camera e al Senato, ma...

...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!

Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP

continua...

CEDIFOP news n. 45 - Marzo 2010 - articolo 083

Subacquea industriale: La stagione formativa 2010 del CEDIFOP
Nuove specializzazioni per OTS e avvio progetto con ITIS "A. Volta" di Palermo

(di Nini Radicini)

Il CEDIFOP comincia la stagione formativa con nuove iniziative nell'ambito della subacquea industriale. Oltre all'inizio del corso per Operatore Tecnico Subacqueo, a febbraio (il secondo inizierà a settembre), il Centro di formazione di Palermo presenta una serie di percorsi specialistici, in virtù del suo recente passaggio a "Full Member - Diver Training" IDSA (International Diving Schools Association) e del riconoscimento della qualifica di OTS conseguita presso il CEDIFOP da parte di HSE (Health and Safety Executive) risalente a maggio '09, in base ai parametri qualitativi su cui è stato sviluppato il programma del corso. HSE è un ente governativo della Gran Bretagna che stabilisce norme per la sicurezza sul lavoro, anche nel settore subacqueo.

Per effetto del passaggio a "Full Member" IDSA, CEDIFOP ha progettato dei nuovi corsi per coloro che, dopo aver conseguito l'attestato di qualifica di OTS, vogliono acquisire brevetti di specializzazione: un corso integrativo per il brevetto Level 2 IDSA (A+B+C) in due versioni diverse; un altro per "Diver Medic"; e uno per "OTS TOP UP - IDSA Level 3"
(http://www.cedifop.it/IDSA_2009/corsi_idsa.htm).

Il CEDIFOP ha previsto che al corso integrativo possano presentare domanda di partecipazione sia suoi ex allievi OTS (dei corsi successivi al '05), sia coloro che hanno conseguito l'attestato di OTS presso altri centri di formazione. In questa seconda eventualità, il CEDIFOP ha deciso di vincolare il via libera alla partecipazione ad una serie di verifiche (controllo Log book e dei tempi di immersione; programma didattico seguito) e ad un esame di ammissione sugli argomenti dei programmi standard del CEDIFOP e ad una prova pratica.

In merito al corso per Diver Medic, va sottolineato che questo brevetto conseguito presso il CEDIFOP è riconosciuto dall'IMCA (International Marine Contractors Association). Dopo aver conseguito l'attestato di qualifica di OTS e i successivi brevetti Level 2 IDSA (A+B+C) o (A+C) e quello di Diver Medic, è possibile accedere al corso per raggiungere il livello "TOP UP", riconosciuto dallo stato italiano e dalla Ue; valido come titolo di stato (come tutti i brevetti IDSA) nei paesi scandinavi (Danimarca, Filandia, Norvegia, Svezia) e nei paesi Austria, Belgio e Olanda; potendo anche richiedere il riconoscimento ad HSE.

CEDIFOP sarà inoltre impegnato in un progetto con l'Istituto Tecnico Industriale "Alessandro Volta" del capoluogo siciliano. Il progetto "Mare, subacquea e sicurezza" rappresenta una tappa ulteriore nella collaborazione tra Itis "A. Volta" e CEDIFOP, iniziata a metà del '09 con la partecipazione di un classe dell'Istituto ad una esercitazione degli allievi OTS svolta nel Porto di Palermo, proseguita con la realizzazione di una iniziativa formativa-promozionale: una giornata dedicata alla subacquea industriale svolta nei locali dell'Istituto, lo scorso novembre. Inoltre la collaborazione coinvolge anche gli allievi OTS del CEDIFOP nella fruizione dei laboratori e officine della scuola durante il corso.

I riscontri positivi dimostrati dagli studenti hanno rappresentato il migliore auspicio per un primo progetto, realizzato tra dicembre '09 e gennaio '10, in cui il tema della subacquea industriale, nelle sue caratteristiche tecniche e professionali, ha rappresentato un ulteriore traguardo nella conoscenza del settore presso un istituto che, in particolare nell'indirizzo di studi in Termotecnica, prevede una formazione complementare con la figura professionale dell'OTS.

La subacquea industriale è infatti un settore articolato nelle specializzazioni, in proporzione allo sviluppo tecnologico nell'equipaggiamento e nella attrezzature e all'impiego degli operatori in una molteplicità di contesti: dai lavori in ambito portuale, a quelli in piattaforma; dalle manutenzioni alla posa di cavi sottomarini; dall'impiego nell'industria petrolifera e in quella delle energie alternative, fino alla gestione dei Rov (Remotely operated vehicle).

Da notare che nel sito del CEDIFOP è in aggiornamento costante la pagina delle Faq (http://www.cedifop.it/faq.htm), dove sono riportate una serie di domande / risposte relative alla professione di OTS (es. tipologie dei corsi; certificazioni necessarie nel contesto lavorativo; legislazione). Una funzionalità utile sia per coloro che vogliono intraprendere un corso per OTS sia, in genere, per gli addetti ai lavori.

 

CEDIFOP news n. 44 - Febbraio 2010 - articolo 082

Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI. Verso una nuova legge sugli OTS  - PARTE VII

(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso

Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)

Ecco come funziona la formazione per gli "OTS" (COMMERCIAL DIVER) in Europa:

Francia: esiste un'unica scuola la "I.N.P.P. Institut National de Plongee Professionnelle" di Marsiglia, Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi profondità.

Paesi Bassi: esiste un'unica scuola la "Netherlands Diving Centre" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi profondità.

Norvegia: esiste un'unica scuola la "Netherlands Diving Centre" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi profondità.

Svezia: esistono due scuole la "West Coast Commercial Diving School" e la "Swedish Armed Forces Diving School" Full Members Diver Training IDSA, autorizzate a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi profondità.

Danimarca: esiste un'unica scuola la "Royal Danish Navy Diving School" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore e per offshore per profondità fino a -50m.

Belgio: esistono due scuole la "SYNTRA" e la "CFPME Centre de Formations pour Petites et Moyennes Enterprises" Full Members Diver Training IDSA, autorizzate a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore e per offshore per profondità fino a -30m.

Finlandia: esiste un'unica scuola la "Innofocus Adult Vocational Education Centre of Western Uusimaa" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore e per offshore per profondità fino a -30m

Austria: esiste un'unica scuola la "Nautilus Tauchschule-und Service GmbH" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, ma senza riconoscimenti dall'HSE.

Spagna: esistono diverse scuole che certificano percorsi formativi di COMMERCIAL DIVER con riconoscimenti HSE per inshore/offshore a qualsiasi profondità.

Germania/Irlanda/Portogallo: ci sono diverse scuole che certificano percorsi formativi di COMMERCIAL DIVER, solo con il riconoscimento dall'HSE per inshore e per offshore per profondità fino a -30m

UK: ci sono diverse scuole con il controllo e riconoscimenti dell'HSE nei diversi percorsi formativi di COMMERCIAL DIVER. Non tutte le scuole hanno il riconoscimento IDSA, anche se fanno parte del gruppo. In particolare, è Full Member Diver Training IDSA, cioè autorizzata al rilascio della certificazione IDSA solo la scuola "Interdive", mentre le altre non hanno ancora completato il percorso che permetterà loro il rilascio delle certificazioni IDSA. Queste scuole sono: la "DDRC Pro-Dive Services Ltd" e la "London Diving Chamber" che attualmente sono ASSOCIATE MEMBERS IDSA e le "Speciality Welds" la "Hydroweld" il "University of Plymouth Diving & Marine Centre" e la "The Underwater Centre" che attualmente hanno lo stato di AFFILIATE MEMBERS IDSA.

Tutt'altra storia la formazione delgli OTS/Commercial Diver in ITALIA. Attualmente circa 30 scuole, propongono corsi di formazione per OTS, ma solo due scuole - una delle due naturalmente è CEDIFOP - sono Full Members Diver Training IDSA, (ciò significa che i percorsi formativi proposti sono monitorati e registrati in ogni fase formativa, che vengono rispettati tempi minimi e attività subacquee predefinite e che il percorso formativo è certificabile e base per successive certificazioni di ampliamento della professionalità di partenza). Pochi percorsi formativi, in Italia, possono vantare il riconoscimento HSE fino a -30m. Anche in merito a questo riconoscimento ci sarebbe da ridire, infatti è stato "strappato" dalla pressione che hanno esercitato privatamente alcune scuole italiane, senza che il governo italiano sia intervenuto (intervento governativo indispensabile che invece c'è stato da parte di tutti gli altri Stati precedentemente citati); superfluo aggiungere che l'assenza di tale intervento governativo pesa negativamente sulla richiesta, all'HSE, di riconoscimento ufficiale di percorsi formativi finalizzati al conseguimento ufficiale (cioè l'inserimento nell'approved list dell'HSE) del Top Up.

Il problema di tale "indifferenza" governativa, dal nostro punto di vista, è riconducibile al fatto che in Italia non esiste alcuna definizione delle competenze e dei programmi formativi necessari alla formazione dell'OTS, pertanto l'Italia si trova nella condizione di non poter "garantire" in Europa, che i suoi cittadini/OTS sono formati secondo "X" programmi ed hanno acquisito "x,y" competenze, e che tale qualifica corrisponde a quella del Commercial Diver europeo, ne consegue che l'OTS italiano, per poter essere riconosciuto come Commercial Diver dalle aziende che operano in ambito europeo e mondiale, a volte, debba ripetere il percorso base di OTS all'estero.
L'assenza di una pianificazione nazionale sulle competenze e saperi che un OTS deve avere come bagaglio formativo, non è indice di liberalità del sistema italiano, ma indice di assenza di professionalità dell'Operatore Tecnico Subacqueo; infatti molte scuole, in Italia, conferiscono il titolo organizzando corsi subacquei che per contenuti e attività svolte potrebbero avere validità in ambito sportivo/ricreativo, in quanto tali corsi non comprendono alcun addestramento subacqueo che prepara l'allievo alle attività basilari della subacquea industriale.

Questa falsa "liberalità" che autorizza le scuole a "sfornare" - e non FORMARE - OTS senza alcun controllo dei saperi effettivamente trasmessi durante il corso, si concretizza in un conferimento cartaceo della qualifica, senza alcuna formazione professionale di qualità , ciò va in senso diametralmente opposto rispetto alle politiche - peraltro sottoscritte anche dall'Italia - europee e alle linee guida della "Strategia di Lisbona" che si propone la pianificazione e il riconoscimento reciproco e comunitario delle qualifiche, in modo da favorire la mobilità lavorativa dei cittadini europei nel territorio dell'unione.

Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata alla Camera e al Senato, e anche lì, dove sta nascendo qualcosa di alternativo, lontano da interessi di parte o altro, ma...

...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!

 

CEDIFOP news n. 44 - Febbraio 2010 - articolo 081

Sicurezza e subacquea industriale nei percorsi scolastici

(Mendola E./Orofino S.)

Alcuni mesi fa è stato siglato un protocollo d’intesa fra il centro di formazione professionale per sommozzatori “CEDIFOP” e l’Istituto Tecnico Industriale Statale ”Alessandro Volta” di Palermo.

Molteplici le iniziative nate e realizzate fra i due Enti, dalle iniziative brevi, come una esposizione di tre giorni delle attrezzature per la subacquea industriale presso l’ITIS A.Volta, visitata da diverse classi dell’istituto e lo stages svolto dagli allievi del CEDIFOP presso i laboratori dell’ITIS VOLTA, alle iniziative di più lunga durata, come i progetti finanziati e realizzati o da realizzarsi che rientrano negli ambiti POF (Piano Offerta Formativa) e POR (Programma Operativo Regionale) della Regione Siciliana (FSE 2007-2013).

Il primo progetto POF, dal titolo “La figura del sommozzatore (OTS) in Italia e nel mondo”, della durata di 20 ore, ha avuto inizio nel mese di Novembre 2009 e si è concluso nel febbraio 2010.

Svolto nei laboratori dell’istituto ITIS A.Volta, con incontri settimanali della durata di due ore, è stato coordinato dal Professore Antonio Romano dell’ITIS A.Volta, dal direttore del CEDIFOP Manos Kouvakis e dagli istruttori del CEDIFOP Francesco Costantino e Marcello Vinciguerra.

I 20 studenti che hanno preso parte a questo progetto sono stati selezionati per merito ed interesse, dalle classi III, IV, e V con specializzazione Termotecnica.

Durante lo svolgimento del corso si è parlato delle basi della subacquea come lo snorkeling e la subacquea ricreativa, con la proiezione di video e la spiegazione delle regole che sono alla base delle immersioni. Successivamente sono state studiate le caratteristiche tecniche degli OTS, le attrezzature che vengono utilizzate e i settori in cui operano come: lavori in area portuale, carenaggio delle navi, costruzioni di pontili, posa di cavi sottomarini, impianti a mare e lavori off-shore cioè sulle piattaforme petrolifere.

I partecipanti al corso, hanno assistito ad una dimostrazione degli allievi del CEDIFOP che hanno effettuato una immersione al Molo Trapezoidale all’interno del Porto di Palermo, visionando tecniche ed impianti usati durante l’esercitazione e sono venuti a conoscenza della parte documentale necessaria per lo svolgimento di questo tipo di esercitazioni, come ad esempio il permesso rilasciato dalla Capitaneria di Porto che l’ha autorizzata.

Un secondo progetto è stato approvato dall’Assessorato Regionale dell’Istruzione e Formazione Professionale per un totale di 100 ore complessive. Il progetto rientra nella categoria “Interventi integrati per il successo scolastico e per l’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione”- Azione B, dal titolo “Mare, subacquea e sicurezza”, nell’ambito degli interventi previsti dal POR FSE 2007 – 2013.

In quest’ultimo progetto sono previsti diversi moduli quali “La Patente Nautica”, il “Pronto Soccorso (Emergency First Response)”, “Nodi Marinareschi” e “I diversi aspetti e principi della subacquea”.

Un ottimo inizio di collaborazione con l’auspicio che i risultati siano a vantaggio degli allievi dei due Enti.

 

CEDIFOP news n. 43 - Gennaio 2010 - articolo 080

Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS  - PARTE VI

(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso

Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)

Analizzando i contenuti dell’attuale disegno di legge, vorrei sottolineare uno degli aspetti positivi della proposta legislativa attuale, partendo da un'osservazione molto importante: E' vero che in Italia non c'è alcuna legislazione valida per l'offshore diving, e che questo penalizza tutto il settore e le aziende stesse che vi operano, ma non va dimenticato che parallelamente agli interventi industriali per gli idrocarburi (oil and gas diving) che rappresentano le principali attività in offshore, ci sono altre attività, quali recupero o demolizione di relitti (salvage diving), interventi portuali (harbour diving), interventi per acquacoltura (fish farm diving), pesca professionale e raccolta del corallo (coral diving), che numericamente coinvolgono circa l'80-90% delle imprese ed aziende del settore, anche se dal punto di vista del fatturato, il restante 10-20% di aziende che operano nel settore offshore è di granlunga superiore.

Le piccole aziende, di solito ditte individuali che operano in inshore, rappresentano, comunque, una realtà ragguardevole di questo settore, esse da sempre hanno portato avanti, tra mille difficoltà, il loro operato.

La crescita di questo settore, che comunque coinvolge alcune migliaia di operatori sul territorio nazionale, è da sempre stato frenato, dalla mancanza appunto di una legislazione specifica del settore. Il DM del 1979 e le sue integrazioni del 1981 e del 1982, non hanno portato sufficienti garanzie. E qui il problema maggiore, in assoluto, esistente è il lavoro nero, fatto senza la necessaria esperienza ed autorizzazioni, a discapito principalmente della sicurezza sui cantieri, con risultati spesso che vediamo nelle interpellanze ed interrogazioni parlamentari sui incidenti che sarebbero forse evitati con una legislazione adatta.

Di questo problema, che frena a tutt'oggi un'intero scomparto della subacquea industriale, se ne era accorto il senatore A. Battaglia nel 1997 presentando una proposta legislativa "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche professionali." (disegno di legge n. 2339 del 1997) la quale per la prima volta, si proponeva di dare garanzie alle migliaia di lavoratori di questo settore, stabilendo sanzioni penali ed amministrative per chi operava senza i necessari requisiti ed autorizzazioni. Purtroppo il disegno di legge non ha avuto l'esito desiderato. Poi l'On. A. Lo Presti, durante questa legislatura, con il suo disegno di legge "Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche - Disegno di legge 2369", ha ripreso l'idea del Sen. Battaglia del 1997, riproponendola.

Fortunatamente, in atto, questa parte è presente nella proposta legislativa elaborata dal comitato ristretto della commissione lavoro, presieduto dall'On. Aldo di Biagio. E qui è importante capire che non essendo la subacquea industriale costituita solo da quelle poche decine, ma importanti aziende, che operano nell'offshore diving, ma anche da alcune migliaia di piccole aziende ed imprese che operano nell'inshore diving, e che queste hanno un assoluto bisogno di avere riferimenti legislativi e garanzie solide nel loro modo di operare. Queste aziende che attualmente operano in una giungla di abusivismo hanno bisogno di una maggiore solidità e principalmente sicurezza e professionalità nel loro modo di operare, condizioni che possono essere realizzate con l'approvazione di questa parte della legge attualmente in discussione.

Siamo convinti che queste garanzie possono essere individuate nell'introduzione di questa tipologia di sanzioni a carattere penale ed amministrativo, che dovrebbero provocare la scomparsa degli abusivi e del lavoro nero, a vantaggio di una sicurezza nei cantieri dove operano tutte le imprese e aziende nell'inshore diving, mettendogli nelle medesime condizioni di partenza per operare in assoluta sicurezza e legalità e dando in contemporanea alle capitanerie gli strumenti per poter operare.

Ecco perchè è importante questo passaggio, e perchè è importante mantenerlo all'interno della proposta definitiva della legge.

Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata alla Camera e al Senato, e anche lì, dove sta nascendo qualcosa di alternativo, lontano da interessi di parte o altro, ma...


...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!

Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP

continua...

 

CEDIFOP news n. 43 - Gennaio 2010 - articolo 079

OTS / CEDIFOP: Recupero di un parabordo nel Porto di Palermo

(di Nini Radicini)

Nei giorni scorsi si è svolta una esercitazione degli allievi OTS (Operatori Tecnici Subacquei) del CEDIFOP all'interno del Porto di Palermo. Motivo della esercitazione: recuperare un parabordo adagiato sul fondale, esso era localizzato al di sotto dell'area di ormeggio di una nave della SNAV. Prima dell'inizio delle operazioni, sono stati applicati gli step delle check list, della SNAV e del CEDIFOP, che definiscono le procedure da addottare sia sulla banchina da dove si stava effettuando l'immersione, sia sulla nave, per garantire condizioni di prevenzione e sicurezza durante lo svolgimento dell'immersione. All'avvio dell'esercitazione, gli allievi OTS hanno attivato due postazioni standard di lavoro. La prima parte dell'esercitazione consisteva nella localizzazione del parabordo.

Due allievi OTS impegnati in immersione, hanno individuato il fender, di circa 750 Kg, a 15 metri di profondità. Completata questa fase, sono state valutate le modalità di recupero, avendo verificato che il parabordo era privo di materiali depositati che avrebbero potuto impedire il lavoro di recupero da parte degli allievi OTS.

Il parabordo recuperato, di tipo cilindrico, viene utilizzato per ormeggi in senso longitudinale di navi di differente grandezza. Può essere installato in orizzontale, verticale e diagonale ed è utilizzato in alternativa a quelli di tipo "Cellula" e "Cono". E' un tipo di parabordo robusto e facile da installare, utilizzando catene, barre, o altri supporti adatti. In genere realizzato in gomma, ha una lunghezza variabile fino 20 metri. Il diametro esterno può arrivare a circa 2,5 metri, quello interno varia da 50 centimetri a 1,30 metri. La progettazione di un parabordo segue diversi parametri quali ad esempio la quantità di energia assorbita nell'impatto, nella pressione diretta, e nell'azione abrasiva. La scelta del parabordo dipende dalle caratteristiche dell'ambiente in cui dovrà essere utilizzato, dal tipo di navi, dalla velocità e dalla direzione di attracco, dalla struttura della banchina.

Quello da recuperare nel Porto di Palermo, data la collocazione sul fondo - adagiato in senso obliquo - ha richiesto un'analisi specifica delle modalità di riemersione. Stabilita l'organizzazione del lavoro, sono stati preparati i palloni di sollevamento e attivato un gommone per ogni eventuale risalita di emergenza degli allievi OTS e supporto logistico. L'operazione di recupero, svolta con il consueto contatto audio e video tra gli allievi OTS in immersione e la postazione in superficie, è allora iniziata. Gli allievi OTS hanno provveduto ad agganciare due palloni di recupero da 500 Kg cadauno al parabordo, avviando la fase di emersione. Mentre due allievi OTS erano in immersione, altri due allievi in superficie erano in posizione di Stand-By.

Quando i palloni sono emersi con il parabordo, per sollevarlo è stata utilizzata una gru portata in prossimità della banchina, in modo da agevolare il lavoro per il completamento del recupero.

Gli allievi OTS impegnati per diverse ore, hanno svolto una fase di alcuni minuti di decompressione durante la risalita.

Di questa esercitazione è presente un video di 5'43'' nel sito del Cedifop (http://www.cedifop.it/video/video_yt.htm)