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oceanografia pag. 4
03-01-15

pag. 4

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Il plancton ed il krill

Il plancton è l’insieme dei piccoli organismi animali e vegetali, unicellulari e pluricellulari, che vivono sospesi nelle acque dei mari, dei fiumi e dei laghi, fino a profondità di 200 mt., trasportati dalle maree e dalle correnti. Le due componenti vegetale e animale del plancton si chiamano rispettivamente fitoplancton e zooplancton; la prima comprende cianobatteri, alghe microscopiche e protisti come le diatomee,  che producono attivamente il proprio nutrimento attraverso il processo di fotosintesi. Si stima che il 90% di tutti i processi fotosintetici che avvengono sul pianeta, con la conseguente liberazione di ossigeno, abbia luogo nelle acque marine e sia dovuto in gran parte agli organismi del fitoplancton. Quest’ultimo, inoltre, rappresenta il primo anello della grande rete alimentare acquatica: trasforma infatti l’energia della luce che filtra negli strati più superficiali delle acque, in materia organica utilizzabile dagli altri organismi. La seconda componente, lo zooplancton, è costituita da protozoi come i dinoflagellati e i foraminiferi, piccoli crostacei come i copepodi, meduse, molluschi, nonché le uova e le larve della maggior parte delle specie acquatiche. I primi consumatori del fitoplancton sono i membri dello zooplancton; insieme, a loro volta, costituiscono l'alimento base di molti animali acquatici, invertebrati e vertebrati, che si nutrono attraverso un meccanismo di filtrazione: ne sono alcuni esempi i molluschi bivalvi, che setacciano le acque attraverso le lamelle delle loro branchie, e grandi mammiferi come le balene, che filtrano le acque attraverso apposite strutture boccali chiamate fanoni. L'elevato contenuto proteico del plancton ha indotto alcuni scienziati a condurre ricerche sulle possibilità di impiegarlo come risorsa alimentare anche per gli esseri umani.      La densità del plancton varia a seconda della disponibilità di sostanze nutrienti, della stabilità e della temperatura : un metro cubo d'acqua può contenere anche 500 miliardi di organismi planctonici. Talvolta si verificano aumenti improvvisi della popolazione planctonica di un corpo d’acqua, chiamati "maree", che in certi casi colorano le acque. Le cosiddette maree rosse, causate da miliardi di dinoflagellati di diverse specie, rappresentano un pericolo di intossicazione sia per i pesci che per gli esseri umani. Il fenomeno di arrossamento delle acque per effetto della proliferazione di un dinoflagellato è tipico del lago di Tovel, in Trentino, che ospita una nutrita popolazione di Glenodinium sanguineum.  A volte le cianofite del genere Trichodesmus muoiono in massa, conferendo un colore rossastro all'acqua: il Mar Rosso deve il suo nome proprio a questo fenomeno.

Fitoplancton Dinoflagellato Foraminiferi

 

Krill

Nome collettivo usato per indicare piccoli crostacei marini simili a gamberetti, che nuotano in banchi fittissimi soprattutto nelle acque dell'Antartico. Hanno una lunghezza media tra gli 8 e i 70 mm e arti dall'aspetto piumoso, che usano per filtrare le minuscole diatomee delle quali si cibano. Generalmente emettono una forte luce verde-azzurra che probabilmente svolge un ruolo importante nell'accoppiamento. Il krill vive in mare aperto e rappresenta un importante elemento delle catene alimentari: questi animali vengono, infatti, predati dai pesci, dagli uccelli e soprattutto da alcuni tipi di balene, che possono consumarne fino a 2 tonnellate per pasto. I banchi di krill hanno una densità di 20 kg/m3; alcune specie restano in prossimità della superficie, mentre altre si trovano anche a profondità di 2000 m. Di grande importanza come fonte di proteine alimentari, il krill viene oggi pescato in modo intensivo; la pesca di krill sottrae, tuttavia, cibo prezioso alla sopravvivenza di molte balene e per questo molte organizzazioni ed enti internazionali stanno cercando di regolamentare questa pratica in tutto il mondo.

  Krill

 

  Celenterati

Più del 90% delle ferite subite dai subacquei sono provocate da questa specie di animali invertebrati acquatici caratterizzati da una struttura corporea molto semplice, comprendente tra gli altri i coralli, le idre, le meduse e gli anemoni di mare . Comprendono oltre 10.000 specie, distribuite in tutti i mari e gli oceani; pochissime sono le varietà adattate all'ambiente delle acque dolci. Esistono due forme strutturali di celenterati: quella del polipo, con corpo cilindrico, sèssile, e quella della medusa, a campana, liberamente natante grazie al movimento dei tentacoli. Il polipo è inferiormente ancorato a un substrato e rivolge la bocca verso l'alto; nella medusa la bocca è invece rivolta verso il basso . Il tessuto interno, quello gastrico, tappezza il celenteron (da cui il nome ), una cavità a cui conduce l'apertura boccale.  Il tessuto epidermico e quello gastrico sono separati da un terzo strato, che può essere sottile e rigido (coralli) o, più spesso, di consistenza gelatinosa (meduse). I celenterati coi tentacoli coperti di cnidociti, sono predatori attivi che attaccano piccoli crostacei, altri invertebrati e pesci. A loro volta sono preda di crostacei, molluschi, echinodermi e pesci.  Sono inoltre diffusi casi di simbiosi in cui alcune specie di celenterati sessili, in particolare le attinie, offrono ospitalità a piccoli invertebrati o addirittura a pesci, come il pesce pagliaccio.

 

Meduse

 

La trasparenza del loro corpo è dovuta soprattutto al fatto che contengono meno dell'1% di materia organica, mentre il resto è rappresentato da acqua. Ha una forma a ombrella che può raggiungere, in alcune specie, i 2 m di diametro. Numerosi tentacoli dal margine dell'ombrella si prolungano verso il basso. Si muovono lentamente o vengono trasportati dalla corrente. Nello strato di tessuto, che riveste esternamente il corpo, vi sono particolari cellule specializzate dette cnidociti; queste ultime, appena sfiorate, emettono repentinamente un filamento uncinato che pungono la pelle ed iniettano le sostanze urticanti utilizzate come arma di difesa e di offesa. Le meduse che si arenano, anche se morte, restano urticanti per molto tempo.

 

Caravella portoghese

 

Spesso scambiata per medusa, invece è composta da migliaia di animali individuali (idroidi) che si adattano a formare una struttura con tentacoli, lunghi anche diversi metri, e un manto gelatinoso galleggiante che ha la forma di una vela ed usa il vento per spostarsi. Le caravelle sono stagionali e solitamente arrivano sottocosta a centinaia. Le loro cellule urticanti contengono un potente veleno e le loro ferite sono pericolose.

 

  Coralli

 

Nome comune di alcuni celenterati di forma polipoide appartenenti alla classe degli antozoi, caratterizzati da uno scheletro protettivo di carbonato di calcio e del loro stesso scheletro, ampiamente utilizzato come gemma in gioielleria.  Gli antozoi si dividono in due sottoclassi: quella degli ottocoralli,  forniti di otto tentacoli ciascuno; e quella degli esacoralli, dotati di sei tentacoli o a multipli di sei. Alla prima sottoclasse appartiene uno dei coralli più noti e preziosi, il corallo nobile, o corallo rosso (Corallium rubrum). Oltre ad essere urticanti, i coralli sono particolarmente taglienti e le ferite che possono provocare sono lunghe a guarire.

 

Anemoni di mare

 

Si tratta di invertebrati marini di forma polipoide, caratterizzati da un corpo cilindrico simile a un vaso, da cui si dipartono numerosi tentacoli. Molte specie sono vivacemente colorate e gli esemplari di grosse dimensioni possono raggiungere il diametro di 1 m. Sono organismi solitari, sessili, che con l’estremità inferiore del corpo aderiscono alle rocce o ai coralli, ma che vantano una seppur limitata capacità di movimento.

 

Attinie

 

Si tratta di organismi sessili dal corpo cilindrico, recanti all’estremità superiore un’apertura circondata da tentacoli.  L'attinia aderisce al substrato attraverso una struttura specializzata posta alla base del corpo, detta disco pedale.  l tentacoli sono 6 o un multiplo di 6. Sono animali privi delle formazioni scheletriche caratteristiche dei coralli a essi affini. Sono piuttosto resistenti alle condizioni ambientali avverse e riescono a sopravvivere anche a brevi periodi di emersione.

 

Raccomandazioni importanti

I subacquei dovrebbero evitare ogni contatto con questi esseri e indossare la muta intera con guanti e calzari.  I sintomi prodotti dalle cellule urticanti di questi animali in genere provocano irritazioni locali dolorose, e le specie più pericolose  possono provocare convulsioni, shock, paralisi ed anche svenimenti.

 

Le tecniche di pronto soccorso sono :

1.      Lavare e pulire la zona colpita con ammoniaca o alcool evitando di usare le mani nude poiché le cellule non ancora scaricate possono ancora ferire;

2.      Applicare una crema antistaminica e analgesica sulla ferita;

3.      Controllare la vittima e in caso di shock o altri sintomi gravi, ricorrere al medico.

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