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Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE VI

CEDIFOP news n. 43 - Gennaio 2010 - articolo 080
Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE VI
(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso

Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)

Analizzando i contenuti dell’attuale disegno di legge, vorrei sottolineare uno degli aspetti positivi della proposta legislativa attuale, partendo da un'osservazione molto importante: E' vero che in Italia non c'è alcuna legislazione valida per l'offshore diving, e che questo penalizza tutto il settore e le aziende stesse che vi operano, ma non va dimenticato che parallelamente agli interventi industriali per gli idrocarburi (oil and gas diving) che rappresentano le principali attività in offshore, ci sono altre attività, quali recupero o demolizione di relitti (salvage diving), interventi portuali (harbour diving), interventi per acquacoltura (fish farm diving), pesca professionale e raccolta del corallo (coral diving), che numericamente coinvolgono circa l'80-90% delle imprese ed aziende del settore, anche se dal punto di vista del fatturato, il restante 10-20% di aziende che operano nel settore offshore è di granlunga superiore.

Le piccole aziende, di solito ditte individuali che operano in inshore, rappresentano, comunque, una realtà ragguardevole di questo settore, esse da sempre hanno portato avanti, tra mille difficoltà, il loro operato.

La crescita di questo settore, che comunque coinvolge alcune migliaia di operatori sul territorio nazionale, è da sempre stato frenato, dalla mancanza appunto di una legislazione specifica del settore. Il DM del 1979 e le sue integrazioni del 1981 e del 1982, non hanno portato sufficienti garanzie. E qui il problema maggiore, in assoluto, esistente è il lavoro nero, fatto senza la necessaria esperienza ed autorizzazioni, a discapito principalmente della sicurezza sui cantieri, con risultati spesso che vediamo nelle interpellanze ed interrogazioni parlamentari sui incidenti che sarebbero forse evitati con una legislazione adatta.

Di questo problema, che frena a tutt'oggi un'intero scomparto della subacquea industriale, se ne era accorto il senatore A. Battaglia nel 1997 presentando una proposta legislativa "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche professionali." (disegno di legge n. 2339 del 1997) la quale per la prima volta, si proponeva di dare garanzie alle migliaia di lavoratori di questo settore, stabilendo sanzioni penali ed amministrative per chi operava senza i necessari requisiti ed autorizzazioni. Purtroppo il disegno di legge non ha avuto l'esito desiderato. Poi l'On. A. Lo Presti, durante questa legislatura, con il suo disegno di legge "Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche - Disegno di legge 2369", ha ripreso l'idea del Sen. Battaglia del 1997, riproponendola.

Fortunatamente, in atto, questa parte è presente nella proposta legislativa elaborata dal comitato ristretto della commissione lavoro, presieduto dall'On. Aldo di Biagio. E qui è importante capire che non essendo la subacquea industriale costituita solo da quelle poche decine, ma importanti aziende, che operano nell'offshore diving, ma anche da alcune migliaia di piccole aziende ed imprese che operano nell'inshore diving, e che queste hanno un assoluto bisogno di avere riferimenti legislativi e garanzie solide nel loro modo di operare. Queste aziende che attualmente operano in una giungla di abusivismo hanno bisogno di una maggiore solidità e principalmente sicurezza e professionalità nel loro modo di operare, condizioni che possono essere realizzate con l'approvazione di questa parte della legge attualmente in discussione.

Siamo convinti che queste garanzie possono essere individuate nell'introduzione di questa tipologia di sanzioni a carattere penale ed amministrativo, che dovrebbero provocare la scomparsa degli abusivi e del lavoro nero, a vantaggio di una sicurezza nei cantieri dove operano tutte le imprese e aziende nell'inshore diving, mettendogli nelle medesime condizioni di partenza per operare in assoluta sicurezza e legalità e dando in contemporanea alle capitanerie gli strumenti per poter operare.

Ecco perchè è importante questo passaggio, e perchè è importante mantenerlo all'interno della proposta definitiva della legge.

Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata alla Camera e al Senato, e anche lì, dove sta nascendo qualcosa di alternativo, lontano da interessi di parte o altro, ma...


...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!

Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP

continua...



 
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