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Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE IX

CEDIFOP news n. 46 - Aprile 2010 - articolo 086
Sulla strada di un testo unico fra le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE IX
(di Manos Kouvakis)

In attesa che la proposta riprenda il suo percorso

Ancora fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978

In attesa che il percorso parlamentare ricominci, insisto nei “suggerimenti” e su tutto ciò che riteniamo utile in una proposta legislativa che curi gli interessi dei sommozzatori Italiani.

Si è parlato molto delle tipologie di attività subacquee, e qui sarebbe opportuno, dividere la parte che riguarda la subacquea industriale da quella che riguarda le altre tipologie di attività subacquea. Si può citare in tal senso l'esempio dell'HSE, che nella sua lista, ha ben otto tipologie di attività subacquee:

Schedule 1 – Offshore Diving
Schedule 2 – Inland/Inshore Diving
Schedule 3 – Shellfish Diving
Schedule 4 – Scientific and Archaeological Diving
Schedule 5 – Media Diving
Schedule 6 – Recreational Diving
Schedule 7 – Police Diving
Schedule 8 – Military Diving

E all'interno di ogni tipologia, specialmente nelle prime due “schedule”, che si riferiscono alla subacquea industriale, ci sono delle ulteriori specifiche e definizioni ben precise:

Schedule 1 – Offshore Diving: include tutte le operazioni che riguardano le immersione dalle piattaforme, pozzi, gasdotti e navi in collegamento con gli impianti offshore. La tipologia di queste immersioni viene divisa in tre categorie:

1) Scuba and Surface Supplied Diving, cioè immersioni da 0 a - 30 metri,
2) Surface Supplied Diving (Top UP), immersioni da -30 a - 50 metri e
3) Closed Bell Diving, cioè immersioni da oltre i - 50 metri.

Allo stato attuale, il riconoscimento di HSE per l’Italia, si limita solo ad alcuni percorsi formativi, nella fascia più bassa, cioè Scuba and Surface Supplied Diving - immersioni da 0 a - 30 metri, insieme con Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda e Portogallo, e qui è importantissimo sottolineare che la distinzione non riguarda soltanto la profondità, ma anche esercitazioni specifiche, che i possessori di questi riconoscimenti devono avere realizzato durante i diversi percorsi formativi.
Questo è un passaggio importantissimo, perché se la legge al vaglio delle commissioni parlamentari produrrà delle scatole vuote senza contenuti, peggiorerà quello che attualmente viene riconosciuto all'Italia, cioè soltanto le immersioni fino a -30 metri.

Schedule 2 – Inland/Inshore Diving : include immersioni in prossimità della costa per effettuare lavori di ingegneria civile, lavori connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, come ad esempio attività subacquee in banchine, porti, fiumi, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche, ma non comprende le immersioni per le quali esiste una qualifica che li riconduce alle immersioni previste per l’Offshore Diving.

Per queste due “schedule”, stante la insussistenza legislativa Italiana, diventano importanti gli standard IDSA, che definiscono i contenuti e le esercitazioni specifiche. Ma questo implica da parte degli enti formativi, investimenti, specializzazione, competenza e qualità. Requisiti raggiunti, da chi opera in questo settore, da solo 19 scuole riconosciute e monitorate continuamente dall’IDSA, a livello internazionale.

Ecco perchè è importante il contenuto formativo del Commercial Diver in Italia, del quale il percorso da OTS costituisce una parte fondamentale, perché rappresenta la parte iniziale di un percorso più completo per arrivare ad acquisire le abilità e le competenze del Commercial Diver internazionale per il basso fondale, cioè il riconoscimento del TOP UP, (immersioni fino a -50 metri).

Bisogna definire gli strumenti legislativi italiani adeguandoli a quanto accade oltre i nostri confini, in materia di formazione, affinché diventi una scelta individuale, e non un obbligo per il sommozzatore italiano, rivolgersi all'estero per completare, o ricominciare da capo, il percorso formativo per diventare Commercial Diver, - attualmente questo è il destino di coloro che volendo intraprendere questo mestiere, si accorgono troppo tardi di aver sbagliato il primo passo, frequentando un corso che ha dato loro, nella migliore delle ipotesi, solo una attestazione cartacea di OTS, ma non ha dato né formazione, né competenze spendibili in ambito internazionale; tutto ciò avviene purtroppo con l’aiuto, nella maggior parte dei casi, delle regioni che finanziano i progetti per OTS, senza “capire e valutare” la pochezza dei contenuti formativi proposti dagli Enti che li presentano.

Molto dipende da quanto verrà fuori dalla proposta di legge all’esame delle commissioni parlamentari, sperando che non ci vogliano anni per ottenere una legge valida, che produca direttive chiare e specifiche per tutto il territorio nazionale, affinché anche il sommozzatore italiano abbia paritario trattamento internazionale avendo alla base paritaria formazione e paritaria acquisizione di competenze attraverso corsi di formazione professionale, i cui programmi didattici devono essere stabiliti dallo Stato ed equipollenti ai programmi didattici che, suddivisi in livelli, formano il commercial diver europeo.

Con l'augurio di esserci rivolti alle persone che sfrutteranno questo momento per elaborare una proposta valida e non influenzata da chi "ha solo interessi privati nella promulgazione di questa legge" o preferisce raggiungere record negativi, tipo i 13 subacquei di cui nove (record assoluto mondiale) sono finiti in camera iperbarica, - da i "I MAGNIFICI NOVE" su "http://www.marescoop.com/ ", speriamo di ritornare a parlarne, in un prossimo futuro, elogiando una proposta che riprende il suo cammino in parlamento mirando a risolvere i problemi degli operatori di questo settore, migliorando le normative di formazione, qualità e sicurezza e pareggiando gli abissi che separano l'Italia dal resto del mondo.



 
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