CEDIFOP news 2007 35 - cedifop

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CEDIFOP news 2007 35

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Corso 02/PA/2007: Porto di Palermo

CEDIFOP news n. 19 - Gennaio 2008 - articolo 035
Corso 02/PA/2007: Porto di Palermo
(di Nini Radicini)

Venerdì 14 dicembre 2007 gli allievi del corso OTS - Operatore Tecnico Subacqueo del CEDIFOP hanno svolto una importante esercitazione presso il molo Vittorio Veneto del Porto di Palermo. Una immersione, in tenuta da OTS e palombaro, con l'utilizzo della campana aperta, una struttura dal peso di circa una tonnellata, realizzata in modo da creare una bolla d'aria utilizzabile dal sommozzatore. E' dotata di postazioni per almeno due bombole esterne di emergenza e l'aggancio per la decompressione, in modo che la testa rimanga fuori dall'acqua in caso di svenimento. Le immersioni con utilizzo di miscela d'aria possono arrivare fino a 50 metri di profondità e il numero di componenti di una squadra varia in funzione del tipo di operazione da eseguire. Il primo progetto fu realizzato intorno al 1500 e il nome le fu assegnato data la somiglianza con le campane utilizzate nelle chiese. Dopo le versioni iniziali soggette spesso a cedimenti, si ebbe una svolta quando fu deciso di agganciare un peso nella parte inferiore

L'esercitazione, è iniziata in condizioni meteorologiche avverse, poi parzialmente migliorate a beneficio degli allievi e degli istruttori incaricati di realizzare la postazione di lavoro. Le varie fasi di assemblaggio e controllo delle attrezzature, segnate nel registro operazioni (Check list), hanno visto stavolta anche la realizzazione di cabina multimediale, da cui seguire le riprese video condotte in immersione. La cabina era collegata tramite un cavo telefonico al pannello di controllo gestito dall'operatore addetto alle comunicazioni. Il compito a lui assegnato risultava più articolato che in altre situazioni, dovendo gestire le indicazioni provenienti dal palombaro, dall'OTS, e dalla cabina, e impartire istruzioni, sia a loro sia all'addetto alla gru che manovrava il movimento della campana.

Molto interesse ha suscitato la partecipazione di sub in tenuta da palombaro. I primi nuotatori antenati dei moderni palombari si ebbero in Grecia. Erodoto racconta le gesta di uno essi, di nome Syllias, che visse nel V secolo a.C. Circa cento anni dopo, Alessandro Magno li impiegò per togliere gli ostacoli che impedivano lo sbarco nella città di Tiro. I nuotatori ellenici si allenavano ogni giorno e i migliori erano in grado di scendere fino a 20 metri, rimanendo in immersione per un minuto e mezzo.

La vestizione segue un vero e proprio rituale, durante il quale vengono indossati, con una sequenza precisa i vari, componenti. La tuta, le scarpe zavorrate, il collare - bloccato con una serie di viti - su cui si aggancia l'elmo, costruito in bronzo (oppure in rame o in ottone). L'elmo permette al palombaro il collegamento con la superficie attraverso un cavo ombelicale, da cui riceve l'aria e altre funzionalità (comunicazione, linea di acqua calda, collegamento per telecamera, cavo per illuminazione). All'interno c'è una valvola di scarico, che come gli ugelli per l'aria, è attivata dal palombaro tramite precisi movimenti della testa. Il primo elmo, con caratteristiche moderne, fu progettato da Leonardo da Vinci. Era di cuoio, con un tubo per la respirazione che nella estremità superiore aveva un sughero per farla galleggiare in superficie. Inoltre era dotato di punte metalliche per proteggersi da eventuali attacchi di animali marini.

A seguire le fasi dell'esercitazione erano presenti anche testate giornalistiche e televisive. Oltre alla rilevanza sperimentale, l'iniziativa ha fornito agli allievi una ulteriore esperienza pratica di cui beneficiare in ambito professionale, dato che questo tipo di operazioni sono frequenti nei lavori svolti sulle piattaforme. Per loro, che hanno iniziato il corso a settembre, si è trattato dell'ultima significativa applicazione pratica delle conoscenze didattiche acquisite (la conclusione del modulo è pochi giorni dopo). Tutti hanno avuto l'opportunità di sistematizzare le propria formazione utilizzando strumenti specifici del settore della subacquea industriale e operare, attraverso le tante esercitazioni fin qui organizzate, in una serie di contesti professionali: dalla rilevazione batimetrica di una fondale marino, al lavoro di taglio una superficie metallica; dalle operazioni in un impianto ittico alle riprese video subacquee.

Oltre ad essere parte del programma, questa iniziativa rappresenta un traguardo importante per il CEDIFOP, in un anno caratterizzato da una serie di riscontri di prestigio. Su tutti, l'organizzazione del convegno sulla legislazione in materia di subacquea e l'attenzione dedicata al Centro dai mass media (es. lo speciale realizzato da Oasi Tv, in onda a novembre su Sky). Da sottolineare inoltre il recente conseguimento della certificazione Iso 9001 e l'avvio del percorso per l'adesione da Full Member a IDSA - International Diving Schools Association.

 
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